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Come realizzare un nuovo vigneto

di  Claudio Corradi

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Per realizzare un nuovo vigneto di uva da vino è necessario affrontare sia aspetti burocratici sia aspetti tecnici.

Aspetti burocratici: la produzione di uva da vino è contingentata a livello europeo per motivi di salvaguardia del mercato e di controllo su domanda e offerta. Per realizzare un nuovo vigneto occorre detenere un’autorizzazione alla coltivazione che si acquisisce con l’estirpazione di una equivalente superficie di vigneto o, in minima parte, da assegnazioni che i vari servizi agricoli provinciali possono riconoscere secondo un meccanismo proporzionato alla superficie viticola nazionale.

Gli aspetti tecnici: questi riguardano le scelte agronomiche a partire dall’individuazione dell’appezzamento, la sua sistemazione, la scelta della forma d’allevamento, il sesto d’impianto, le caratteristiche della struttura, la varietà e il portinnesto e non da ultimo le tecniche di impianto; scelte che ovviamente vincoleranno tutti gli aspetti legati alla gestione futura del vigneto stesso.

Le tappe fondamentali

Dal punto di vista cronologico la realizzazione di un nuovo vigneto è scandita da una sequenza di operazioni ideale che è opportuno seguire.

Analisi del terreno: il terreno nel quale realizzare il nuovo vigneto è bene che sia individuato con oltre un anno di anticipo rispetto alla data di impianto sia per la definizione della precessione colturale sia per la scelta del portinnesto, ispirata anche dai risultati dell’analisi del terreno; quest’ultima, inoltre, fornirà preziose indicazioni per la programmazione della concimazione di fondo, quella che serve a costituire la dote di nutrienti e per correggere eventuali carenze.

Prenotazione delle barbatelle: le barbatelle innestate a febbraio/marzo saranno pronte per il trapianto in campo a partire dal dicembre dello stesso anno. La combinazione portinnesto/varietà desiderata andrà quindi prenotata entro il periodo degli innesti così da essere certi di poterne disporre al momento dell’impianto che verrà realizzato, preferibilmente fra dicembre e aprile.

Preparazione del terreno: la preparazione del terreno deve essere realizzata con ampio anticipo e in condizioni di perfetta tempera (L’impianto dell’arboreto).

Rilievo GPS: con un rilievo GPS preliminare sarà possibile progettare direttamente in campo il nuovo vigneto definendo i sesti e valutando le scelte anche in funzione degli spazi di manovra necessari (un’adeguata meccanizzazione necessita di carraie di testa di almeno 7 metri). Dal progetto a mezzo rilievo satellitare sarà possibile conoscere preliminarmente la superficie netta investita, il numero di barbatelle e il numero di pali. Lo stesso progetto realizzato su di un tablet sarà utilizzabile sia da macchine pianta-pali dotate di GPS che da trapiantatrici meccaniche.

1. Barbatella a radice nuda pronta per il trapianto.

2. Ricevitore GPS e tablet per ril rilievo.

Allestimento della struttura: l’allestimento della struttura, assieme all’eventuale impianto di irrigazione, potrà essere realizzato immediatamente dopo la preparazione del terreno solo dove il trapianto delle barbatelle verrà effettuato manualmente. Dove il trapianto sarà meccanico, invece, l’interramento dei pali dovrà essere posticipato al passaggio della trapiantatrice.

La realizzazione della struttura fin dal primo anno è indispensabile per garantire un sostegno alla vegetazione delle nuove barbatelle che, in questo modo, troveranno condizioni vegetative e di illuminazione ideali oltre a beneficiare di una corretta gestione del terreno e della difesa fitosanitaria.

La struttura di un vigneto viene oggi generalmente realizzata con pali metallici posti alla distanza di 4/5 metri uno dall’altro e interrati alla profondità di circa un metro al fine di assicurare un’adeguata staticità nel tempo. Per le barbatelle che cadranno negli interspazi fra un palo e l’altro saranno necessari tutori, sempre in acciaio, ai quali verranno legati i giovani germogli. I pali vengono interrati con apposite macchine pianta-pali che oggi sempre più diffusamente sono georeferenziate da sistemi GPS. Ai pali verranno fissati e tensionati i fili di sostegno principali e per la vegetazione.

3. Struttura di un nuovo vigneto.

4. Struttura di un giovane vigneto.

5. Posa in opera dei pali con sistema GPS.

Messa a dimora delle barbatelle: le barbatelle innestate vengono poste a dimora a radice nuda nel periodo che va da dicembre ad aprile. Ritardare ulteriormente il trapianto potrebbe comportare problemi di siccità o di eccesso di caldo.

  • Con il trapianto invernale si beneficia di un immediato assestamento del terreno a ridosso dell’apparato radicale e della costituzione di una riserva idrica derivante da eventuali precipitazioni. Un trapianto precoce però espone le barbatelle al rischio di eccessivi abbassamenti della temperatura che, se scendesse oltre i -12/15 °C, potrebbe compromettere la vitalità delle barbatelle. La totale copertura delle piantine con terreno per ovviare a questo rischio non viene quasi mai realizzata perché è onerosa, dato che richiede la copertura e la successiva scopertura.
  • Con il trapianto estivo si evitano i rischi legati agli eccessivi abbassamenti di temperatura e non si compromette il risultato vegetativo della barbatella che, tuttavia, deve poter beneficiare di adeguate condizioni di umidità a disposizione dell’apparato radicale soprattutto alla ripresa vegetativa.

6. Barbatelle all’anno di impianto
adeguatamente irrigate.

 

7. Giovane vigneto all’anno di impianto.

Relativamente alla tecnica di messa a dimora va specificato che:

  • il trapianto meccanico permette di lasciare la radice lunga e assicura la massima omogeneità operativa e, pertanto, di risultato. È la soluzione ideale per terreni scheletrici dove, peraltro, il trapianto manuale è più difficoltoso mentre nei terreni argillosi necessita di perfette condizioni di tempera che non sempre si verificano nei tempi adeguati;
  • il trapianto manuale permette l’ingresso in campo prima di quanto accada con la macchina e può essere realizzato anche da un numero di persone non vincolato alla macchina stessa. Se realizzato con il taglio corto delle radici è anche meno oneroso rispetto alla soluzione precedente.

8. Interramento pali.

9. Trapianto meccanico
con guida GPS.

10. Trapianto manuale.

Cure colturali del primo anno: dal momento della loro messa a dimora, le barbatelle dovranno essere seguite e curate a partire dalle irrigazioni, tenendo conto che l’apparato radicale al primo anno è molto superficiale; si prosegue quindi con le legature per favorire la verticalità di sviluppo dei tralici. Le cimature favoriranno invece lo sviluppo di uno o due tralci dominanti che costituiranno il cordone produttivo anche già dall’anno successivo, se le condizioni di sviluppo vegetativo saranno state eccellenti e quelle di vigore adeguate. Non da ultimo va curata la nutrizione delle giovani piantine e la difesa fitosanitaria da proseguire fino a settembre inoltrato. Indispensabile è la gestione della fila con lavorazioni volte al controllo delle infestanti, che non devono far concorrenza alle giovani piantine, e all’interruzione della perdita di umidità capillare dal terreno.