La realizzazione di un nuovo arboreto deve essere ben ponderata tenendo particolarmente conto dell’ambiente pedoclimatico; quest’ultimo deve essere vocato alla coltura e alla destinazione del prodotto che si intende coltivare. Una volta individuata la specie, si dovranno scegliere le varietà e i portinnesti che, a loro volta, indirizzeranno le forme d’allevamento più idonee e da cui dipenderanno le scelte relative ai sesti di impianto e alla tipologia di struttura di sostegno da adottare.
Fertilità
In funzione delle scelte fatte e prenotato il materiale vivaistico, preferibilmente con un anno di anticipo, si potrà procedere con le operazioni in campo. La prima attività da svolgere riguarderà l’analisi del terreno per valutarne le caratteristiche e per programmare un’adeguata fertilizzazione di fondo.
La fertilizzazione è necessaria in prospettiva della lunga durata dell’impianto che può oscillare fra i 15 e i 30 anni a seconda della specie; per la stessa ragione è fondamentale un’adeguata precessione colturale, in genere grano, orzo ma anche sovescio, che permetta di liberare il terreno nel periodo estivo e consentire le lavorazioni in condizioni di asciutto. Per tutte le specie arboree è fortemente sconsigliato il ristoppio vale a dire il ritorno immediato della medesima specie nella stessa annata dell’espianto.
Preparazione del terreno
Prima delle lavorazioni profonde il terreno potrebbe necessitare di livellamenti o ruspature per garantire le corrette pendenze per lo scolo delle acque, operazioni che generalmente sono agevolate da una leggera aratura superficiale che rende il terreno più scorrevole e movimentabile. In funzione delle analisi del terreno si potrà quindi procedere alla concimazione di fondo con fertilizzanti chimici ma soprattutto con sostanza organica.
La profondità di lavorazione può variare fra i 50 e i 100 centimetri e può essere realizzata mediante aratura, ripuntatura o con entrambe le operazioni. La profondità della lavorazione ha lo scopo di migliorare la struttura di una maggiore massa di terreno. Oggi in genere, soprattutto per praticità, si esegue una ripuntatura profonda seguita da un’aratura superficiale che, rendendo particolarmente fine e soffice il terreno superficiale, faciliterà le operazioni di messa a dimora delle piante. Dopo la lavorazione, immediatamente prima dell’inizio delle operazioni di impianto, con un erpice rotante si procederà all’affinamento superficiale del terreno.
Allestimento della struttura
La posa in opera della struttura di sostegno delle piante può essere realizzata sia prima che dopo la messa a dimora delle piante. L’allestimento della struttura precedente la messa a dimora facilita l’individuazione delle condizioni di lavoro ideali in funzione dell’andamento climatico mentre il posticipo viene effettuato per permettere il trapianto meccanico.
Oltre alla struttura di sostegno, che potrà anche essere dotata di sistema di protezione antigrandine o predisposta per una sua futura installazione, è spesso necessario prevedere la realizzazione di un sistema fisso di irrigazione che, soprattutto nel caso dei sistemi a goccia, potrà anche essere utilizzato per la fertirrigazione. In ogni caso la possibilità di irrigare in modo tempestivo sarà fondamentale al momento della ripresa vegetativa soprattutto in presenza di primavere particolarmente siccitose.