Speciale Valutazione
GLI ESPERTI RISPONDONO
Uno dei maggiori elementi di valore della “nuova scheda” di valutazione è proprio quello di poter avere una descrizione il più possibile dettagliata del percorso apprenditivo di ciascun alunno…ciò non sarebbe possibile se non ci fosse una analisi valutativa dettagliata di ogni singolo obiettivo. La fonte principale dalla quale attingere sono le Indicazioni Nazionali del 2012, qui le discipline sono descritte attraverso i Nuclei tematici ed ogni Nucleo tematico comprende specifici obiettivi. Una corretta compilazione della scheda dovrebbe partire dall’individuazione dei nuclei tematici per ogni disciplina, affrontati nel periodo che si intende valutare, e per ogni nucleo tematico occorrerà indicare 1 o al max 2 obiettivi specifici (come caldamente suggerito, nelle Linee guida di accompagnamento all’ordinanza del 4 dicembre) quelli maggiormente rappresentativi del lavoro svolto. Per avere un ulteriore riscontro di ciò, è possibile consultare gli esempi allegati alle Linee guida.
Credo sia necessario comprendere, che occorre operare un netto e definito cambio di prospettiva, nell’idea di verifiche e valutazioni in itinere, coerentemente con l’idea formativa di tutto l’impianto normativo.
Nell’ordinanza ministeriale e nelle Linee guida di accompagnamento non si danno indicazioni certe e definite, si dice che: “La valutazione in itinere dovrà avere comunque carattere formativo e sarà via via coerente con la valutazione descrittiva delineata dalle linee guida…”. E’ chiaro che si richiede ai docenti un atteggiamento di attenta riflessione critica su questo e l’ideale sarebbe iniziare a porsi qualche domanda… perché solo in questo modo si riuscirà a trovare risposte coerenti ed efficaci al quesito. Allora la prima domanda che ci si deve porre è: A cosa servono le verifiche che si propongono in itinere e le loro relative valutazioni? Sono fini a se stesse o servono agli insegnanti per monitorare un processo apprenditivo più ampio e adeguare le azioni didattiche rimodulandole e rendendole il più possibile efficaci? Servono agli alunni per avere il polso del loro processo apprenditivo e capire cosa fare e come, per renderlo più corretto e più adeguato? Servono ai genitori? Secondo me i genitori possono e debbono essere preziosi alleati nell’aiutare ogni bambino a prendere in mano, diventare protagonista e consapevole del proprio percorso apprenditivo di costruzione di competenze, quindi occorrerà dialogare con loro piuttosto che inviare a casa verifiche con votazioni numeriche (come in alcune scuole purtroppo si fa ancora) o giudizi o peggio ancora livelli adducendo come motivazione che sono quelli della scheda….No questo non servirà a nessuno…e quindi cosa fare?
Partiamo dalla consapevolezza che le verifiche in itinere servono come rilevatori di informazioni sui processi di apprendimento degli alunni, per monitorare la funzionalità ed efficacia di quanto si sta proponendo, con lo scopo di renderlo sempre più efficace sia da parte degli insegnanti che degli alunni, in un periodo di tempo sufficientemente ampio. Quindi assegnare voti o giudizi o livelli ad ogni singola prova proposta (che può e deve essere di vario tipo e genere) non ha alcun senso; non si tratta di dover o voler quantificare la prova, quanto piuttosto il monitoraggio di una evoluzione apprenditiva processuale che va registrata (e ogni insegnante (meglio ogni team docente) sceglie la modalità più adeguata al suo lavoro di revisione). Possono essere osservazioni su propri diari di bordo o l’uso di strumenti (griglie e o tabelle…nel webinar del 21 gennaio ne sono state proposte alcune che verranno a breve inserite nella sezione dedicata ai materiali.
Per quanto riguarda il registro elettronico purtroppo (e lo dico con molta amarezza perché è assurdo che stia accadendo questo un po’ in tutta Italia) siamo ostaggi dei gestori che propongono le piattaforme con i nostri registri e ho verificato che avviene un po’ con tutte….Dovrebbe essere ogni singolo Istituto a dare disposizioni su come strutturare le sezioni o cosa inserire in queste sezioni del registro coerentemente con le scelte didattico pedagogiche della scuola e invece accade il contrario; sono i docenti che si debbono adattare alla struttura anche se questa non risponde a ciò di cui hanno bisogno. Allora in questo momento e almeno fino alla fine di questo anno scolastico, considerando che non c’è una normativa che lo impone, consiglierei di non registrare nulla per le verifiche in itinere, nelle caselline del registro elettronico (per intenderci dove prima si metteva il voto o iniziale del giudizio) farà fede il nostro lavoro di registrazione (griglie tabelle, diari di bordo). Al massimo nella schermata del registro dedicata alla prova per ogni obiettivo, inseriamo nello spazio “osservazioni”, in modo descrittivo ciò che abbiamo osservato del lavoro di quell’alunno in quella specifica prova seguendo le dimensioni indicate dal MIUR e cioè: il grado di autonomia, la continuità, che tipologia di prova è stata proposta e la mobilitazione delle risorse. Poi con i genitori avremo dei contatti periodici nei quali informarli e renderli parte attiva insieme a noi e al proprio figlio/figlia di quello che sta accadendo e soprattutto come e cosa fare per rendere l’apprendimento sempre più efficace. Con gli alunni decidiamo cosa è più comunicativo e più efficace per loro, un confronto sul lavoro realizzato? Uno smile di approvazione e/o di incoraggiamento? Una indicazione scritta con ipotesi di miglioramento?…Qui siamo sicuramente liberi di scegliere quello che per quella situazione e per quello specifico alunno funziona meglio e di più. Unica accortezza però: decidiamolo insieme nel team docenti. lI bambino e’ UNO e non è fatto a compartimenti stagni, cosi come il suo percorso apprenditivo. Quindi confrontiamoci con gli altri insegnanti che lavorano con quei bambini e insieme decidiamo cosa è meglio fare, ma tutti allo stesso modo.
Nella domanda precedente ho risposto in modo articolato anche a questo quesito; vorrei però aggiungere ancora una riflessione e suggerire una modalità già sperimentata con riferimento specifico al registro NUVOLA.
In attesa di ulteriori indicazioni ministeriali più definite, che ormai credo non arrivino più, dico subito che anche per le valutazioni in itinere non è proprio il caso di usare numeri in assoluto, nè per i voti, né per le percentuali né per punteggi non in decimi e neanche per i giudizi che sarebbero facilmente riconducibili ai voti, perchè vorrebbe dire non cambiare di fatto niente rispetto al passato. Vedo molto bene invece un’altra modalità e cioè registrare tutto su diari di bordo o in griglie di rilevazione o altro strumento che si ritenga utile, trasferendo e sintetizzando poi il tutto nel registro in appositi spazi. Nella pagina delle prove di verifica per obiettivi che si trovano nei vari registri on line, occorre cercare e trovare gli spazi dedicati alla descrizione della prova dove possiamo anche inserire considerazioni discorsive sulla base dei dati registrati nelle griglie o nei nostri diari di bordo, tenendo in considerazione i 4 criteri indicati dal Miur (autonomia, continuità, mobilitazione risorse e prove note e non note). Questa descrizione possiamo poi decidere se renderla visibile o meno anche ai genitori oppure pensare a due descrizioni diverse una per la scuola (più diciamo cosi tecnica) e un’altra per darne comunicazione ai genitori; il tutto tenendo in considerazione le 4 dimensioni sopra citate.
Qui di seguito potete scaricare un esempio:
Io cambierei prospettiva….se un bambino, nelle prove di verifica eseguite e dalle nostre osservazioni, verifichiamo che utilizza solo risorse fornite dalla scuola (qui si intende ad esempio anche abilità e conoscenze acquisite perchè la scuola le ha fornite già in precedenza) …non vuol dire che non è autonomo (spesso in situazioni note invece lo è)….ma che non riesce ancora a fare quello scatto in più che gli permetterebbe di utilizzare anche abilità e conoscenze apprese da altre parti o maturate personalmente (da qui appunto il livello avanzato). Certo un bambino che riesce a fare questo non solo è autonomo ma è anche più consapevole e competente…perchè riuscirà ad attivare cognitivamente le proprie risorse ovunque, quindi anche in situazioni nuove e mai sperimentate prima. Ecco è proprio a questo punto che ci occorre avere ben chiaro il quadro apprenditivo dell’alunno (e qui le griglie e tabelle possono risultare strumenti preziosi) perchè è proprio lì che dobbiamo intervenire. Le nostre proposte di miglioramento allora per questo alunno dovrebbero essere orientate a far in modo che possa prevedere e poi utilizzare, anche altre risorse in suo possesso e questo possiamo favorirlo e potenziarlo solo attraverso l’ascolto delle sue autonarrazioni, attraverso i feedback e confronti collettivi e soprattutto attraverso la stimolazione delle sue abilità metacognitive. Non sarà un percorso né breve né semplice ma è ciò che dobbiamo garantirgli di provare a fare e sostenerlo mentre lo fa. Spero di aver chiarito un pò la questione.
Per quanto riguarda la sua richiesta, credo stiate facendo un lavoro ragionevole e di buon senso, nonchè concettualmente corretto e coerente con quanto si richiede per questa nuova idea di valutazione. Tra l’altro anche nelle Linee guida si invitano i docenti a procedere gradualmente e con riflessione critica nei confronti degli obiettivi da scegliere, valutare e quindi inserire nella scheda di valutazione. Nelle Linee guida si dice in modo esplicito che gli obiettivi presenti nelle Indicazioni devono essere scelti e anche se occorre riformulati (per renderli maggiormente osservabili) e ovviamente declinati prima nel curricolo (nel caso la scuola non lo abbia già costruito) e poi nelle progettazioni annuali… (anche declinate in UDA). Da questa serie poi si sceglieranno quelli trattati in modo maggiormente significativo in un determinato periodo scolastico (primo o secondo quadrimestre) in modo che possano diventare oggetto di valutazione. Quindi come vede state proprio procedendo nella direzione giusta.
In riferimento a ciò che mi chiede la risposta è assolutamente no, perchè si finirebbe poi per ricadere nella pericolosissima correlazione giudizio-voto che non è più accettabile nell’ottica di una valutazione formativa. Esprimere il percorso apprenditivo dell’alunno per ogni obiettivo, utilizzando questi giudizi, non ci dà informazioni utili per avviare progetti di miglioramento e non credo sia neanche necessario aggiungerli alle valutazione descrittiva che va fatta e inserita nel registro per ogni obiettivo. Se la descrizione comprende informazioni sulle dimensioni richieste (quelle ministeriali) e riesce (anche se sinteticamente) a “fotografare” la situazione apprenditiva di quell’obiettivo specifico nel periodo scolastico indicato, non occorrerebbe nient’altro.
Partendo dal presupposto e dalla consapevolezza che ci stiamo occupando di un fenomeno complesso, quale è quello della valutazione dei percorsi apprenditivi dei bambini, soggetti in evoluzione, è impensabile poter avere un livello di oggettività completa nelle nostre pratiche di osservazione e rilevamento delle informazioni. Come tutti i processi complessi (come esposto nel webinar), anche per quanto riguarda la valutazione, dobbiamo utilizzare una modalità di analisi pluriprospettica (principio della triangolazione) che può avvicinarci molto all’oggettività della situazione. Questo triplice sguardo (oggettivo, intersoggettivo e soggettivo) e le riflessioni che devono seguire sulle analogie e discordanze rilevate, può offrirci gli elementi necessari a realizzare una valutazione descrittiva molto aderente a quella che è effettivamente la situazione apprenditiva reale di un determinato alunno e periodo scolastico.
Buongiorno Brunella, il mio consiglio è sempre quello di fare riferimento ai documenti ministeriali che abbiamo e alla normativa vigente. In merito alla questione che mi pone, il documento di riferimento sono le Linee guida di accompagnamento all’ordinanza; qui si propongono tre livelli di possibile giudizio da inserire nella nuova scheda di valutazione (allegato 1, allegato 2 e allegato 3) in ordine di complessità crescente. La scelta di uno piuttosto che l’altro, dipende esclusivamente dal percorso di lavoro ed esperienza in questa direzione di ogni istituzione scolastica. Ci sono istituti scolastici nei quali, ben prima dell’attuale riforma, erano già presenti prassi consolidate di progettazione e valutazione per competenze che richiedono necessariamente anche questa tipologia descrittiva della valutazione, ma parimenti ci sono Istituti nei quali si inizia appena ora questo cammino di riflessione critica e cambiamento del paradigma valutativo e progettuale. Quindi non c’è una regola definita, ma c’è il buon senso di non voler “strafare” ma fare poco, quel poco che si riesce, ma farlo bene e coerentemente con quanto ci si chiede di fare. Nelle linee guida si esplicita chiaramente che le scuole hanno tre anni per completare questo percorso di riflessione e di cambiamento quindi perché affrettarsi in modalità nuove e comunque complesse da interpretare, comprendere e portare a termine in modo corretto ed efficace? Per quanto riguarda il quesito specifico che mi pone sulle rubriche per ogni obiettivo e in esso la ricerca delle evidenze osservabili per ogni livello, mi sembra un lavoro molto complesso per il quale aspetterei ancora un po’. Credo che forse sia il caso invece, di riflettere ora e discutere, sulla necessità di scegliere strumenti utili ma anche utilizzabili senza troppe “complicazioni”….si può cominciare con il chiedersi….
Ecco, come può aver già compreso, io credo che prima di “tuffarci” in imprese titaniche dovremmo avere ben chiare tutte queste cose. Se nel suo Istituto avete già fatto questo tipo di riflessione critica e condivisa allora potete anche cominciare a costruire rubriche, in caso contrario forse è bene prendersi un po’ di tempo…..
I livelli sono quelli indicati dal ministero (4) e non è possibile modificarli. Per alcune situazioni particolari (come quella che ha evidenziato del suo alunno NAI) si può personalizzare la valutazione descrittiva, scrivendo ciò che realmente sa fare l’alunno in modo da progettare poi percorsi apprenditivi di miglioramento, utilizzando il modello dell’allegato 3 alle Linee guida, quello con giudizio descrittivo più libero e articolato. Sarebbe auspicabile integrare la scheda di valutazione (se non vogliamo inserire il tutto nella valutazione descrittiva), con una nota esplicativa nella quale esplicitare ciò che deve essere ancora attivato e perseguito e i percorsi apprenditivi e le strategie condivise da mettere in atto.
La risposta è certamente si! Come più volte ripetuto anche dai membri del gruppo di lavoro ministeriale, andranno valutati solo gli obiettivi rappresentativi sui quali si è effettivamente lavorato e si possono avere riscontri (evidenze attendibili della loro acquisizione) in riferimento alle 4 dimensioni indicate (autonomia, tipologia situazioni, risorse e continuità). Se un obiettivo non è stato proposto o non è stato possibile sperimentarlo in modo completo dalla classe, non può diventare oggetto di valutazione finale.
Tra l’altro nei registri on line, anche se l’obiettivo è stato inserito, ma non si inserisce nulla (nessun livello) nel quadratino relativo, quell’obiettivo non comparirà proprio nella scheda valutativa finale.
Come abbiamo avuto modo di ripetere anche nei webinar che abbiamo proposto, obiettivi e traguardi sono termini diversi ma che fanno riferimento ad un unico processo che accompagna il bambino a costruire le proprie competenze. Il punto di arrivo è la costruzione di competenze cosi come declinate nel profilo dello studente delle Indicazioni Ministeriali e che sono state poi declinate e sintetizzate nel Modello di certificazione nazionale sia per la quinta di scuola primaria sia per la seconda classe di scuola secondaria di primo grado. Per arrivare a quel punto i bambini percorrono una strada apprenditiva, i mattoni di questa strada sono proprio gli obiettivi che accompagnano il bambino a raggiungere lungo il percorso degli step costituiti dai Traguardi (sia i traguardi che gli obiettivi sono indicati nelle Indicazioni Nazionali) e poi via via competenze più complesse. Questo percorso è continuo nell’ottica di una apprendimento permanente.
Il livello va assegnato solo sul documento finale di valutazione. Nelle verifiche in itinere non è possibile utilizzare livelli in quanto manca la quarta dimensione fondamentale che è la continuità.
Nel quaderno dei bambini è importante scrivere feedback del loro lavoro in modo diretto, chiaro e a loro comprensibile, esplicitando gli aspetti positivi e indicando ciò che deve essere migliorato eventualmente anche con proposte di miglioramento, tutto ciò coerentemente con la valutazione formativa. Di voti non ne parlerei proprio più in nessun modo e in nessuna circostanza.
Certamente si, a patto che però nella scheda di valutazione, oltre al nucleo sia ben esplicitato anche l’obiettivo al quale quella parte specifica del giudizio fa riferimento e corrisponde.
Se nel PDP sono stati inseriti degli obiettivi diversi rispetto alla classe (cosi come potrebbe sembrare dalla situazione dei casi che ha descritto) allora nella scheda di valutazione vanno scelti gli obiettivi più rappresentativi tra quelli inseriti nel PDP. Se invece gli obiettivi inseriti nel PDP sono gli stessi della classe vuol dire ritenere che quei bambini possano acquisirli e se questo non è stato possibile per varie situazioni allora si dovrebbe mettere il livello IN VIA DI PRIMA ACQUISIZIONE. Questo è ciò che la normativa ci indica di fare, ma personalmente rifletterei maggiormente sul fatto di calibrare, per questi bambini, gli obiettivi nel PDP modificandoli almeno per il prossimo anno, per ora consiglierei di inserire nella scheda gli obiettivi sui quali effettivamente questi bambini hanno potuto lavorare e non fa nulla se sono diversi dal resto della classe…non a caso si parla di PERSONALIZZAZIONE e VALUTAZIONE FORMATIVA PER L’APPRENDIMENTO.
Nella prospettiva pedagogica di una valutazione formativa e di tutto l’impianto progettuale che ne è alla base, credo che il problema di dover redigere un PAI o di averne la necessità (tra l’altro sigla comparsa a fine anno 2020 proprio in conseguenza della DAD) sia una problematica che non si pone a prescindere. Credo invece che inserire questo livello (in via di prima acquisizione), rapportato ad un obiettivo, magari esplicitando anche (nella parte del giudizio descrittivo in fondo alla scheda di valutazione) cosa deve essere migliorato, sia invece una presa di responsabilità dell’insegnante/scuola. Responsabilità nel decidere di impegnarsi a progettare, nel prossimo anno a questo punto, percorsi apprenditivi in grado di far progredire tutti gli studenti (compresi anche chi avrà nella scheda questo livello) adeguando per ciascuno percorsi personalizzati, sia di consolidamento degli obiettivi ma anche di potenziamento. A conferma di questo inoltre, in nessun documento formale dal Ministero sono giunte indicazioni in tal senso (redigere appunto formalmente un PAI o qualcosa del genere).