Introduzione a Pytch: Un Ponte tra Scratch e Python

Nell’unità 9 del volume 1 del testo “Informatica bit a bit” (edizioni Tramontana, adottabile per i licei scientifici delle scienze applicate), abbiamo avuto l’opportunità di esplorare il potenziale di Pytch, una piattaforma progettata per rendere l’apprendimento della programmazione un’esperienza intuitiva e coinvolgente. L’analisi condotta in questa sezione del libro ha evidenziato come Pytch possa rappresentare uno strumento educativo innovativo per avvicinare i giovani al mondo dell’informatica in modo divertente ed efficace.

Nel mondo dell’educazione alla programmazione, il passaggio dai linguaggi a blocchi come Scratch a quelli testuali come Python rappresenta spesso una sfida. Pytch si propone come una soluzione innovativa, agendo da ponte tra questi due mondi. Questa piattaforma consente agli studenti di familiarizzare con la sintassi di Python, mantenendo al contempo l’approccio intuitivo della programmazione a blocchi.

Il Divario tra Scratch e Python

Con la sua interfaccia drag-and-drop, Scratch permette ai principianti di creare programmi visivamente, senza preoccuparsi della sintassi. Questo approccio è eccellente per introdurre i concetti fondamentali della programmazione.

Python invece è un linguaggio testuale ampiamente utilizzato nel mondo professionale, richiede una comprensione precisa della sintassi. 

Il passaggio diretto da Scratch a Python può risultare ostico per i neofiti.

Pytch: La Soluzione Perfetta

Pytch colma questo divario offrendo un ambiente in cui:

  • È possibile creare programmi utilizzando blocchi, proprio come in Scratch.
  • Il codice Python corrispondente viene generato automaticamente.
  • Gli studenti possono esaminare e modificare il codice Python, imparando gradualmente la sintassi.

Pytch è una piattaforma basata sul web, accessibile tramite il sito https://www.pytch.org/app/.

Gli utenti possono scegliere tra due possibilità: iniziare facendosi guidare da un tutorial o avviare un nuovo progetto da zero. I tutorial sono strutturati come esercitazioni che guidano l’utente passo per passo fino alla scrittura del programma completo.

L’area di lavoro di Pytch è analoga a quella di Scratch, la parte superiore della finestra è dedicata alla scrittura del programma, mentre la parte inferiore ospita il tutorial. Quando non si conoscono le istruzioni, è possibile cercarle nella categoria giusta e vedere la sintassi, copiarla e incollarla nel programma oppure leggere un help in inglese che aiuta ad applicarla.

Pytch fornisce quindi strumenti per cercare istruzioni, visualizzare la sintassi e accedere a documentazione di aiuto.

Vantaggi di Pytch

  • Transizione Graduale: Facilita il passaggio dalla programmazione a blocchi a quella testuale.
  • Apprendimento Interattivo: Gli studenti imparano facendo, con feedback immediato.
  • Accessibilità: Piattaforma online gratuita e facile da usare.
  • Tutorial Guidati: Rende l’apprendimento più semplice e strutturato.
  • Visualizzazione del codice: Permette di vedere in tempo reale la trasformazione dei blocchi in codice python.

Conclusione

Pytch è una piattaforma potente che facilita la transizione dai linguaggi di programmazione a blocchi a quelli testuali, rendendo il processo di apprendimento più accessibile e intuitivo. Con i suoi tutorial guidati e la struttura simile a Scratch, Pytch rappresenta un ottimo punto di partenza per chi desidera approfondire le proprie competenze di programmazione.

Scopri il corso Informatica bit a bit.

 

 

 

 

 

 

 

DIDACTA 2025 innovazione e formazione

Dal 12 al 14 marzo 2025 si è svolta a Firenze la fiera DIDACTA: è uno degli eventi più importanti nel campo dell’educazione e della formazione in Italia. Organizzata annualmente, questa fiera rappresenta un punto di incontro per docenti, dirigenti scolastici, studenti e professionisti del settore educativo, questa edizione ha registrato un incremento del 20%, in termini di partecipazione rispetto all’anno precedente.

Quest’anno, Didacta 2025 ha offerto una panoramica ricca e variegata, con i suoi 2.000 eventi dei quali ben 483 nel programma scientifico, occupandosi come sempre dell’innovazione della didattica e degli ambienti di apprendimento e mettendo in evidenza in particolare l’importanza dell’intelligenza artificiale nell’educazione.

Data sempre la premessa che l’AI rimane un argomento controverso soprattutto per i suoi risvolti etici e la necessità di essere consapevoli dei rischi associati, è innegabile che i docenti devono avere la possibilità di imparare ad utilizzare l’intelligenza artificiale in modo positivo, come affermato dalla presidente del Comitato Organizzatore, Anna Paola Concia.

In questo articolo ho scelto di descrivere alcune novità che ho visto in fiera e che per me sono state le più interessanti.

Dopo un’iniziale distribuzione gratuita degli strumenti generici di AI, le aziende hanno cominciato a concentrarsi nella specializzazione delle applicazioni per soddisfare le esigenze particolari di chi la utilizza rispetto al proprio settore di occupazione.

Anche per quanto riguarda gli insegnanti quindi, rimane gratuito l’impiego dei chatbot “generici” come chatGPT, Gemini, Claude o Perplexity, seppure con alcune limitazioni nel numero di prompt, nel tempo di utilizzo o nella versione, ma la maggior parte delle applicazioni più specifiche richiedono il pagamento di una licenza o di un abbonamento.

Un’applicazione molto interessante del mondo Google è NotebookLM, basata su Gemini, che rappresenta la risposta ad un’esigenza particolare del settore della didattica: i chatbot sono addestrati con informazioni non controllate e quindi sono inaffidabili per definizione, per questo è necessario sempre un controllo approfondito della risposta per evitare incongruenze.

NotebookLM genera le risposte ai prompt dell’utente riferendosi solo alle fonti fornite dall’utente stesso, mettendo nella risposta la precisa indicazione sulla fonte da cui ha tratto l’informazione per produrre la risposta, questo rende l’output sicuramente affidabile.

L’aspetto interessante è che si possono fornire fonti di varia natura, dai consueti documenti pdf a link a siti o a video sul web o schemi o addirittura immagini di appunti presi a mano.

La versione gratuita di notebookLM è ancora molto accattivante, essendo la limitazione nel numero di notebook per utente e fino a 50 fonti per notebook.

Un notebook si può poi anche condividere con i colleghi o con gli studenti, anche se in quest’ultimo caso la regola di Gemini che limita l’utilizzo delle applicazioni di AI agli utenti maggiorenni crea un problema con la maggioranza degli studenti della scuola secondaria.

Altre novità interessanti del mondo Google Workspace però sono legate all’abbonamento Google Workspace for Education, che permette di creare in modo davvero veloce video interattivi (Google Vids, Edpuzzle), quiz con domande a risposta multipla o breve per le esercitazioni formative (più performanti dei soliti moduli Google) e un’utilissima applicazione che controlla la pronuncia e la comprensione nella lettura di testi (Google Read Along).

Tutti questi strumenti sono integrati in Google Classroom e riutilizzabili e condivisibili con i colleghi.

Un aspetto cruciale nell’utilizzo dell’AI è la garanzia della privacy, nella maggioranza dei prodotti a pagamento, per esempio Gemini o Copilot, i materiali personali (testi o immagini) caricati in un chatbot vengono tenuti privati, mentre occorre porre molta attenzione nel caricare documenti riservati in chatbot ad uso gratuito perché il rischio è che vengano poi condivisi per l’addestramento.

Per quanto riguarda Copilot, presente in tutte le applicazioni Microsoft365, esso accede a informazioni personali ma non le condivide, permettendo anche di partecipare a riunioni Teams su richiesta dell’utente. Questa funzionalità si estende alla trascrizione delle conversazioni, facilitando la stesura di minute e la creazione di presentazioni attraverso la suite 365, inoltre oltre a corsi gratuiti, come quelli offerti sulla piattaforma Skills Navigator per i docenti, si evidenziano opportunità come il corso specifico per Copilot, una risorsa innovativa progettata per semplificare il lavoro degli insegnanti.

Un altro tema centrale è il podcasting, dove la narrazione gioca un ruolo fondamentale. Durante eventi di questo tipo, si possono presentare strutture narrative innovative, come inchieste o documentari, che utilizzano strumenti come appunto NotebookLM per pianificare episodi e creare scalette. La creazione e il montaggio di contenuti audio sono facilitati da applicazioni come GarageBand e Riverside, permettendo una post-produzione di alta qualità.

L’evento “Carta contro Pixel: il futuro dell’apprendimento si scrive o si clicca?” ha invece messo in luce, attraverso un dibattito particolarmente stimolante tra i due relatori, le contraddizioni tra l’uso di libri di testo cartacei o digitali, o addirittura di soli materiali autoprodotti, e la necessità di ripensarne il ruolo nell’ambito scolastico.

Didacta 2025 è stata per me un laboratorio di idee, il mondo dell’istruzione si è incontrato con la tecnologia per plasmare il futuro dell’apprendimento. 

Le 1er avril: pourquoi aimons-nous faire des blagues?

Attention, poisson dans le dos! 

Tu es déjà tombé dans un piège le 1er avril? Une blague de ton frère, un faux contrôle surprise de ton prof ou, pire… un énorme poisson en papier collé dans ton dos sans que tu t’en rendes compte? Pas de panique, tu n’es pas le seul! Mais pourquoi fait-on des blagues ce jour-là? D’où vient cette drôle de tradition? Et surtout… quelles sont les meilleures farces à tester cette année? Accroche-toi bien, on plonge dans le monde des blagues et des fous rires!

Pourquoi dit-on “poisson d’avril”?

D’abord, une question: pourquoi un poisson et pas un éléphant d’avril? Un panda d’avril? Un hamburger d’avril? L’histoire la plus connue remonte à plus de 400 ans! À l’époque, en France, le 1er avril était le premier jour de l’année (eh oui, pas le 1er janvier!). Mais en 1564, le roi Charles IX a décidé de tout changer et de commencer l’année en janvier. Le problème? Certains n’étaient pas au courant (ou refusaient le changement). Alors, pour se moquer d’eux, d’autres ont commencé à leur faire des blagues… et l’habitude est restée!

Et le poisson dans tout ça? En avril, la pêche était interdite car les rivières étaient pleines de petits poissons. Les gens offraient donc de faux poissons en cadeau pour rire. Aujourd’hui encore, en France, on accroche des poissons en papier dans le dos des gens. Alors, regarde bien derrière toi le 1er avril! Et chez toi? Y a-t-il une tradition spéciale pour le 1er avril?

Pourquoi aimons-nous faire des blagues?

Faire des blagues, c’est super drôle (surtout quand c’est toi qui pièges les autres). Mais savais-tu que c’est aussi bon pour la santé? Le rire nous rend plus heureux. Quand on rit, notre corps produit de la dopamine, une hormone qui nous met de bonne humeur. De plus, les blagues rapprochent les gens. Un bon fou rire avec des amis ou des proches, et hop! On se sent plus proche d’eux. Et puis, le stress disparaît. Rire aide notre cerveau à oublier les soucis. C’est un peu comme une pause bonheur. Et toi? As-tu déjà remarqué que tu te sens mieux après un gros fou rire?

Chaque année, des médias, des entreprises et même des gouvernements participent au jeu et inventent de fausses infos totalement absurdes. Attention, la Tour Eiffel va être démontée! Une radio française a annoncé en 1986 que la Tour Eiffel allait être déplacée à… Marseille. Des milliers de personnes y ont cru! Ou encore, en 2018, une entreprise a annoncé la création d’un GPS pour les poissons pour les aider à retrouver leur chemin dans l’océan. Qui sait, peut-être qu’un jour ça existera vraiment! As-tu déjà été piégé par une fausse info? (Et oui, attention aux fake news, même en dehors du 1er avril!)

Et toi, quelle blague vas-tu faire cette année?

Bon, c’est bien beau de parler des blagues des autres, mais maintenant… c’est à toi de jouer! Voici quelques idées (promis, elles sont gentilles):

Dire à un ami: “Oh non, ton lacet est défait!” et voir s’il regarde.

Changer la langue du téléphone d’un ami en chinois ou en russe.

Remplacer la crème des Oreo par de la mayonnaise (attention, sois prêt à courir après!).

Évidemment… coller un poisson en papier dans le dos d’un ami. (Discret, efficace et 100% traditionnel!)

Mais attention,  il faut toujours respecter la règle d’or suivante: une bonne blague, c’est une blague qui fait rire tout le monde! Si quelqu’un est gêné ou triste, ce n’est plus une blague, mais une mauvaise plaisanterie. Alors choisis bien!

Le 1er avril, c’est une journée pour rire, s’amuser et partager de bons moments. Cette tradition existe depuis des siècles et continue encore aujourd’hui, car le rire, c’est la vie! Alors, quelle blague vas-tu tester cette année? Et surtout… regarde bien derrière toi! Qui sait, un poisson pourrait s’y cacher… 

WRW | Mappare un romanzo

Il piacere della lettura

Nell’ottica di educare al piacere di leggere, mi sono sempre scervellato su come rendere attiva e condivisa la lettura integrale di romanzi, che è una delle attività autonome più comuni nella nostra pratica didattica. 

È opportuno trovare un’alternativa alla classica scheda libro, un compito che, in base alla mia esperienza, è più adatto alla schedatura di testi utili alla stesura di un testo espositivo-argomentativo. La vita in classe insegna che la scheda è meno adatta alla condivisione dell’esperienza di lettura, come la intende Louise Rosenblatt in The Reader, the Text, the Poem: una costruzione condivisa tra scrittore e lettore, unica e irripetibile. Questa proposta si inquadra coerentemente in una didattica laboratoriale della lettura e ne rinforza le strategie e gli obiettivi.

Creare una mappa letteraria

Mi sono imbattuto in un’intuizione di Carla Colussi: creare una mappa letteraria. Me ne ha dato la cornice teorica Peter Turchi in Maps of the Imagination: “la creazione artistica è un viaggio nell’ignoto”. L’obiettivo diventa quindi la navigazione dei  testi come sostiene Frank Serafini ma, per farlo, serve ricostruire la mappa condivisa tra scrittore e lettore. Un esempio pratico è la strategia “La mappa della narrazione” che ci viene presentata in Leggere, comprendere, condividere da Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani.

Ricostruire le coordinate spazio-temporali della narrazione, non solo fisiche ma anche simboliche, all’interno di una mappa diventa così un’azione attiva, che costringe il lettore a relazionarsi profondamente con il testo, a visualizzare, a immergersi per esplorare e orientarsi: tutto questo diverte, stimola, valorizza competenze come il disegno (a mano o digitale), include gli studenti che faticano con le parole e simpatizzano con le immagini.

Uno strumento utile è Plotted di Andrew DeGraff: 19 “classici” mappati graficamente come, per esempio, l’Odissea o l’Amleto. Andrew De Graff ha realizzato alcune mappe grafiche che rappresentano anche trame di film famosi. Un altro esempio possibile è questa mappa dei Promessi Sposi. In alternativa l’insegnante stesso può realizzare degli esempi da presentare alla classe.

Ti proponiamo un laboratorio per allenare la classe (preferibilmente a partire dal secondo anno della scuola secondaria di secondo grado) a mappare un romanzo. Tieni presente che:

  • si può proporre l’attività come lavoro individuale o collaborativo, con ruoli precisi per ogni membro del gruppo;
  • si può lavorare in chiave interdisciplinare collaborando con i docenti di  disegno e storia dell’arte (discipline grafico pittoriche), di tecnologia e di tecniche della comunicazione visiva;
  • se si è molto innovativi e la scuola ha una superdotazione tecnologica, si può organizzare una mostra virtuale con applicazioni che permettono di creare ambienti virtuali.

 

Al termine dell’attività potrai valutare gli elaborati prodotti da studenti e studentesse utilizzando questa rubrica di valutazione. 

1 2 3 4 5
Individuazione delle coordinate spazio-temporali Confusa, fraintesa Incerta, parziale Essenziale, superficiale Adeguata, coerente Esaustiva, organica
Interpretazione Vaga, generica imprecisa, limitata Elementare, consapevole Definita, anche simbolica Precisa, interiorizzata (anche a livello simbolico)
Rappresentazione grafica Poco coerente Approssimativa Semplice, funzionale Creativa, efficace Complessa e originale
Esposizione orale Confusa, incerta, poco comprensibile Monotona, con alcune incertezze, non sempre comprensibile Comprensibile, semplice Chiara, funzionale Scandita, coinvolgente

Per approfondire

  • Sitografia:

 

  • Bibliografia:
  • Andrew DeGraff, Daniel Harmon, Plotted: A Literary Atlas, Zest Books, 2015
  • Peter Turchi, Maps of the Imagination: The Writer as a Cartographer, Trinity University Press, 2007
  • Louise M. Rosenblatt, The Reader, the Text, the Poem: The Transactional Theory of the Literary Work, Southern Illinois University Press, 1994
  • Frank Serafini, Lessons in Comprehension: Explicit Instruction in the Reading Workshop, Heinemann, 2004
  • Linda Cavadini, Loretta De Martin, Agnese Pianigiani, Leggere, comprendere, condividere. Guida all’analisi del testo narrativo, Pearson, 2021
  • Umberto Eco, Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani, 2013

Un manuel qui vous donne la parole: découvrez le Nouveau InstaFrance!

Apprendre le français, ce n’est pas seulement mémoriser des règles de grammaire et des listes de vocabulaire. C’est aussi découvrir une culture, s’exprimer librement, débattre, et surtout, trouver sa voix. Avec le Nouveau InstaFrance, c’est exactement ce que vous allez faire!

Vous êtes-vous déjà demandé pourquoi apprendre une langue? Pour discuter avec des amis étrangers? Voyager? Regarder des films sans sous-titres? Oui, mais pas seulement. Apprendre le français, c’est aussi comprendre le monde qui vous entoure, développer votre esprit critique, et vous ouvrir à de nouvelles perspectives. Et si votre livre de français devenait un véritable espace d’expression, où vous pouvez donner votre avis sur des sujets qui comptent pour vous?

Des sujets qui vous concernent

On parle souvent de la citoyenneté active, mais que signifie-t-elle concrètement? Cela veut dire être acteur du monde dans lequel on vit. Dans ce manuel, vous allez découvrir des thèmes actuels et engagés, qui vous touchent directement:

  • Journée européenne des langues et devise européenne: Que signifie la devise “Unis dans la diversité” pour vous? Pourquoi est-il important de célébrer les langues en Europe?
  • Vies instantanées avec les réseaux sociaux: Comment les réseaux transforment-ils nos relations et notre perception du monde?
  • Les ados et le boulot: Est-il facile de trouver un job étudiant? Quelles compétences faut-il pour entrer dans le monde du travail?
  • Esprit critique à travers le rap français: Pourquoi le rap est-il un puissant outil de dénonciation sociale? Comment décrypte-t-on un texte engagé?
  • Jeunesse et mobilité pour une ouverture d’esprit: Quels sont les programmes qui permettent d’étudier ou de voyager à l’étranger? Comment cela change-t-il notre vision du monde?
  • L’amitié et le volontariat sans frontière: Pourquoi s’engager pour les autres? Comment le volontariat peut-il être une expérience enrichissante?
  • Green Deal et nucléaire: Comment l’Europe envisage-t-elle son avenir énergétique? Peut-on réellement atteindre une transition verte?
  • L’éco-anxiété: Comment gérer la peur du futur climatique? Peut-on agir sans se sentir submergé?

 

Et ce n’est qu’un aperçu! Chaque thème est abordé à travers des débats, des témoignages, des vidéos et des podcasts, pour vous permettre d’exprimer votre point de vue et d’enrichir votre réflexion.

Exprimez-vous en français (vraiment!)

Vous trouvez parfois difficile de parler en classe? Vous avez des idées, mais ne savez pas toujours comment les formuler en français? Bonne nouvelle: InstaFrance est conçu pour vous aider à prendre confiance à l’oral. Dans ce manuel, vous trouverez:

  • Un apprentissage social, émotionnel et éthique: Grâce au podcast La voix des jeunes, vous explorerez vos émotions à travers des témoignages sincères et engageants.
  • Des activités de médiation linguistique: vous apprendrez à reformuler, résumer et expliquer des idées de façon claire et efficace. Ces compétences vous aideront dans vos traductions, vos synthèses et vos relectures.
  • Des vidéos inspirées des réseaux sociaux: Parce que le français se vit aussi en dehors des manuels, sur TikTok, YouTube et ailleurs!

 

Un manuel qui vous accompagne dans vos projets

Apprendre une langue, c’est aussi préparer son avenir. Que vous souhaitiez étudier à l’étranger, travailler dans un domaine international ou simplement voyager, le Nouveau InstaFrance vous aide à développer des compétences utiles:

  • Comprendre le monde du travail: Comment trouver un job étudiant? Quelles sont les valeurs du travail civique et du volontariat?
  • Partir à l’étranger: Erasmus, volontariat, mobilité… quelles sont les options pour vous?
  • Se préparer au DELF: Avec des ressources adaptées pour obtenir une certification reconnue dans le monde entier.

 

Un français vivant, un apprentissage qui a du sens

Avec le Nouveau InstaFrance, vous ne vous contenterez pas d’apprendre le français, vous le vivrez. Vous développerez votre réflexion, échangerez avec les autres et vous préparerez votre futur. Alors, prêts à prendre la parole?

 

Scopri il corso Nouveau InstaFrance.

 

 

 

 

 

 

 

Falsos amigos entre el italiano y el español: ¡cuidado con las trampas lingüísticas!

El italiano y el español son lenguas hermanas, ambas derivadas del latín. Esta similitud trae consigo muchas ventajas, pero también algunas trampas: los falsos amigos. Se trata de palabras que, aunque similares en su forma, tienen significados diferentes. Estos términos pueden generar malentendidos fácilmente, especialmente para quienes están comenzando a estudiar español.

Un falso amigo es una palabra que, aunque tiene una forma parecida a otra en un idioma diferente, no comparte el mismo significado. Estas palabras pueden parecer inofensivas, pero son una de las principales causas de errores al aprender un idioma extranjero. En el caso del italiano y el español, estos errores pueden variar desde divertidos malentendidos hasta situaciones embarazosas, sobre todo en contextos formales o profesionales.

Aquí hay algunos ejemplos de falsos amigos comunes:

“Burro”

En italiano: burro es la grasa derivada de la leche que usamos para cocinar.

En español: burro significa asino. Así que, si pides burro en España, puede que no obtengas lo que esperas. La palabra correcta para burro en español es mantequilla.

“Tavola”

En italiano: tavola es el objeto sobre el que comemos, o la superficie en general.

En español: tavola no existe, pero “tabla” se utiliza para referirse a una tavola en sentido físico, como una tabla de madera o una tabla de surf. Para decir tavola como lo entendemos en italiano (es decir, la tavola dove mangiamo), en español se usa mesa.

“Firma”

En italiano: firma es la marca escrita que se coloca en un documento oficial.

En español: a parte del mismo significado que tiene en italiano, firma se refiere también a una empresa o marca. Por ejemplo: Loeve es mi firma de moda preferida.

“Largo”

En italiano: largo se refiere a algo ancho o espacioso.

En español: largo significa lungo. Si quieres decir largo, en español tienes que usar ancho.

“Ropa”

En italiano, roba es un término general que se usa para referirse a objetos o cosas en general. En español, “ropa” significa vestimenta. Por lo tanto, no confundas “ropa” con roba en italiano: si estás en España y deseas hablar de objetos en general, utiliza “cosas”.

Conocer los falsos amigos es fundamental para evitar malentendidos, especialmente en contextos más formales o profesionales. Además, entender estos falsos amigos contribuye a mejorar la precisión en el uso del lenguaje y a prevenir que las similitudes entre ambos idiomas se conviertan en una trampa. Si aprendemos a identificar estas palabras y sus significados correctos, podremos comunicarnos con mayor claridad y eficacia.

L’autrice

Alba di Egness, madrelingua spagnola, laureata in economia e con un master in marketing, si trasferisce in Italia nel 2016 e si specializza nell’insegnamento dello spagnolo per studenti di madrelingua italiana. Content creator e Fondatrice dell’Accademia Egness, la prima scuola online di spagnolo per italiani.

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Imparare divertendosi: come farlo durante l’estate?

L’ Italia è tra i Paesi europei dove la pausa estiva per gli studenti si protrae più a lungo. Ad esempio, in Germania e in Danimarca la pausa estiva per gli alunni della scuola primaria e secondaria è di circa 6 settimane; in Olanda, Norvegia e Francia è inferiore a 8 settimane. Nella gran parte delle regioni italiane, invece, raggiunge le 13 settimane.

L’impatto delle sospensioni scolastiche sugli apprendimenti e sul benessere di bambine, bambini e adolescenti è ancora oggi poco approfondito: per questo motivo, nel 2024, Save the Children e Fondazione Agnelli hanno pubblicato il rapporto L’estate è arrivata…e i bambini?. Nella crescita dei minorenni la pausa estiva è un momento cardine e l’eventualità spesso frequente che in quei mesi manchino opportunità socioeducative a loro beneficio, pesa sul vissuto presente e sul lungo periodo, da un lato, facendo trascorrere loro il periodo estivo in modo meno lieto e stimolante, e dall’altro, accrescendo il rischio di perdita di competenze per chi non riesce ad accedere ad iniziative di qualità.

Per questo motivo, nel 2020 nasce il progetto Arcipelago Educativocome intervento di contrasto al summer learning loss, con l’obiettivo di lavorare sul consolidamento delle competenze di base e trasversali e la relazione tra pari, secondo il principio dell’“imparare giocando”. Il progetto prevede laboratori didattici di gruppo, tutoraggi personalizzati e attività di outdoor education. “Arcipelago Educativo” inoltre mette a disposizione l’omonima piattaforma digitale, con oltre 500 risorse educative e didattiche sperimentate sul campo.

Arcipelago Educativo” è stato sottoposto ad una rigorosa valutazione di impatto: l’analisi (che è possibile approfondire qui) dimostra per i partecipanti una crescita di apprendimenti in matematica e italiano, equivalente rispettivamente a 2 e 3 mesi e mezzo di scuola.

Anche per l’estate 2025, Save the Children vuole sostenere le scuole che si impegnano per garantire a bambine e bambini un’estate ricca di opportunità educative. Per approfondire la proposta e candidarsi entro il 15 aprile, visitate la pagina dedicata.

2025: Anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistica

Il 7 giugno 2024 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2025 “Anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistica”, riconoscendo la grandissima rilevanza dei risultati di questa scienza che ha cambiato il modo di vedere il mondo ed ha permesso notevoli progressi in campo tecnologico.

Fabio Beltram, fisico italiano, coordinatore nazionale del National Quantum Science and Technology Institute (Nqsti), in occasione del congresso Nqsti tenutosi a Roma a febbraio, ha detto:

“Le tecnologie quantistiche saranno il vero salto tecnologico di questo secolo. I computer quantistici sono solo una parte di questa rivoluzione paragonabile al salto dal vapore all’elettricità. Dalle comunicazioni ai nuovi materiali, le tecnologie quantistiche sono destinate a rivoluzionare molti settori, ad esempio la medicina, con diagnosi di tumori che potranno essere fatte già quando il tumore è di appena due cellule e non come oggi, quando di fatto si manifesta”.

Queste teorie affascinanti sono però sconosciute al grande pubblico che stima difficile comprenderne il significato.

Questo Anno internazionale, che celebra il centesimo anniversario dei primi sviluppi della moderna meccanica quantistica, di certo fornirà una preziosa opportunità per sensibilizzare soprattutto i giovani sul ruolo della scienza e della tecnologia quantistica nelle nostre vite ispirandoli a diventare la prossima generazione di pionieri quantistici.

Sebbene la teoria quantistica possa sembrare all’avanguardia, le sue radici risalgono alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo, quando gli scienziati iniziarono a rendersi conto che la fisica classica, insieme delle teorie fisiche sviluppate fino a circa l’inizio del XX secolo, non poteva spiegare certi fenomeni osservati a livello atomico e subatomico. Così brillanti e visionari ricercatori, molti dei quali provenienti dai paesi dell’Europa centrale, elaborarono le basi della teoria quantistica, una teoria che ha condotto a un profondo cambiamento della comprensione dell’universo fisico.

La meccanica quantistica spiega le proprietà delle molecole, degli atomi e dei loro costituenti ancora più piccoli, come elettroni, protoni, neutroni e quark, e descrive come queste particelle interagiscono tra loro e con la luce, i raggi X, i raggi gamma e altre forme di radiazione elettromagnetica. Consente inoltre di capire la natura dei legami chimici, le proprietà dei solidi cristallini, l’energia nucleare e le forze che stabilizzano le stelle collassate. 

La meccanica quantistica ha rivelato che alla scala atomica il comportamento di materia e radiazione è molto diverso da quello che è osservabile alla scala macroscopica, quella cioè che osserviamo tutti i giorni. I concetti della meccanica quantistica, infatti, sono spesso in conflitto con le nostre idee di buon senso, idee che sono state sviluppate attraverso osservazioni del mondo a scale più grandi. 

Mentre le leggi della fisica classica consentono di determinare esattamente come si comporteranno la materia e la radiazione, alla base della meccanica quantistica vi sono l’indeterminatezza e la casualità o l’incertezza, ma ciò non vuol dire che le previsioni sulle proprietà dei sistemi atomici e subatomici che essa consente di effettuare siano indeterminate: esse hanno evidenti conferme sperimentali. 


Max Planck
Il termine “quanto” fu usato per la prima volta da Max Planck nel 1900. Il fisico tedesco stava studiando la relazione tra il colore della radiazione emessa da un corpo riscaldato e la sua temperatura e si rese conto che le previsioni teoriche fornite dalla fisica classica erano incompatibili con i dati sperimentali raccolti. Le teorie classiche prevedevano che lo scambio di energia tra corpo riscaldato e radiazioni emesse avvenisse in modo continuo e Planck per spiegare i risultati sperimentali ipotizzò che l’energia fosse quantizzata, il che significa che poteva essere emessa o assorbita solo in unità discrete chiamate appunto “quanti”. Questa idea rivoluzionaria gettò le basi per lo sviluppo della teoria quantistica.
Nel 1905, Albert Einstein utilizzò l’ipotesi quantistica per spiegare l’effetto fotoelettrico, un fenomeno che avviene quando la luce colpisce un materiale metallico e questo rilascia elettroni. La teoria ondulatoria della luce non riusciva a spiegare perché la luce al di sotto di una certa frequenza, indipendentemente dalla sua intensità, non riuscisse a espellere elettroni. Einstein propose che la luce stessa fosse composta da quanti, in seguito chiamati fotoni, e che l’energia di questi fotoni fosse proporzionale alla frequenza della radiazione. Questa spiegazione ipotizzava la natura particellare della luce e valse a Einstein il premio Nobel per la fisica nel 1921. Quindi la luce aveva sia una natura ondulatoria che particellare: da qui l’espressione dualismo onda-particella
Albert Einstein

 

Nel 1924 il fisico francese Louis Victor de Broglie intuì che questo aspetto dualistico era la manifestazione di un principio naturale più generale: così come la radiazione luminosa presenta una natura palesemente ondulatoria, ma può comportarsi come un insieme di corpuscoli, così le particelle, come ad esempio l’elettrone e il protone, che sono dei corpuscoli, possono comportarsi in determinate circostanze come delle onde. Diversi esperimenti confermarono l’intuizione di De Broglie: particelle come elettroni e protoni potevano dar luogo a fenomeni tipici delle onde.

Contemporaneamente progrediva la conoscenza della struttura dell’atomo. Nel 1911 Ernest Rutherford, fisico neozelandese naturalizzato britannico, scoprì che la maggior parte della massa dell’atomo è nel nucleo. 


Niels Bohr
Nel 1913 Niels Bohr, un fisico danese, perfezionò il modello di Rutherford, proponendo il suo modello atomico in cui gli elettroni occupano orbite fisse attorno al nucleo e saltano tra queste orbite assorbendo o emettendo quanti di energia. La teoria elaborata da Bohr, che metteva insieme l’ipotesi quantistica della radiazione e la teoria del moto della meccanica classica, riusciva però a spiegare solo il comportamento dell’atomo di idrogeno.
Nel 1925, il fisico tedesco Werner Heisenberg elaborò la così detta meccanica delle matrici, una delle prime formulazioni complete della meccanica quantistica. È di Heisenberg l’enunciato del principio di indeterminazione, ovvero l’impossibilità di conoscere esattamente nello stesso istante il valore della posizione e della velocità di una particella. Il principio di indeterminazione è la prima importante differenza tra la meccanica classica e quella quantistica. 
Werner Heisenberg

Erwin Schrödinger
Nel 1926 Erwin Schrödinger, un fisico austriaco, elaborò la così detta meccanica ondulatoria, che descrive come lo stato quantistico di un sistema fisico cambia nel tempo. L’equazione d’onda di Schrödinger divenne un’equazione centrale nella meccanica quantistica, collegando le proprietà ondulatorie delle particelle al loro comportamento fisico.

 

Le soluzioni dell’equazione di Schrödinger superano i limiti dell’ipotesi di Bohr sulla struttura dell’atomo: al concetto di traiettoria degli elettroni si sostituisce quello di orbitale che è legato alla probabilità di trovare l’elettrone in una determinata posizione nella zona di spazio attorno al nucleo dell’atomo. Le soluzioni dell’equazione di Schrödinger spiegano il comportamento degli elettroni nell’atomo.

La nascita formale della meccanica quantistica è legata dunque ai contributi di Heisenberg e Schrödinger: la meccanica delle matrici e la meccanica ondulatoria, le prime due formulazioni della meccanica quantistica, pur differenti, portano infatti agli stessi risultati.

La storia dell’elaborazione delle idee della meccanica quantistica è molto interessante. I fisici che hanno elaborato questa teoria hanno avuto intuizioni da visionari e costantemente hanno messo alla prova le idee innovative e controintuitive che andavano via via emergendo dalle loro ricerche. La collaborazione tra questi scienziati è stata rilevante e, nonostante a volte si siano anche scontrati per le loro diverse posizioni, costituisce un esempio esemplare di costante ed efficace confronto di idee.

Orientamento Scienze: accendere la passione per le scienze

Spesso le nostre passioni affondano le radici in esperienze formative che hanno lasciato il segno: un esperimento scientifico che ha acceso la curiosità, un insegnante carismatico che ha aperto nuovi orizzonti o un fenomeno naturale che ha suscitato meraviglia. Queste esperienze possono aver orientato le nostre scelte di vita, conducendoci verso la nostra attuale professione.

L’orientamento scolastico è un processo continuo che si snoda lungo l’intero percorso di studi e che intreccia l’apprendimento con la scoperta delle proprie inclinazioni e non può ridursi a una scelta da compiere in momenti chiave, come il passaggio alla scuola superiore di secondo grado o all’università.

Anche le linee guida del MIM (D.M. n. 328 del 22 dicembre 2022) sottolineano che l’orientamento non deve essere un compito relegato ad alcuni docenti nei momenti di transizione, ma un elemento integrante della didattica, con un forte valore pedagogico. Per questo, è essenziale adottare strategie che rendano l’orientamento un’esperienza concreta e coinvolgente.

Tra le metodologie più efficaci per promuovere l’orientamento, l’Inquiry-Based Learning (IBL) permette di stimolare la curiosità, incentivando la partecipazione attiva degli studenti: affrontare problemi reali e lavorare in contesti autentici consente infatti ai ragazzi di sperimentare direttamente l’applicazione delle conoscenze scientifiche. Immaginiamo per esempio un progetto in cui gli studenti monitorano la qualità dell’aria o analizzano il riciclo dei rifiuti nella loro città. Oltre a sviluppare competenze critiche e collaborative, questi percorsi aiutano a far emergere passioni e possibili inclinazioni professionali. In questo contesto, l’insegnante assume il ruolo di facilitatore e guida, creando situazioni in cui ogni ragazzo può sperimentare, riflettere e mettere in gioco le proprie competenze. 

Il libro di testo Orientamento SCIENZE adotta proprio questa prospettiva. Ogni unità didattica si apre con la testimonianza di un professionista che ha trasformato la sua passione in un lavoro. Quaranta testimonial raccontano il loro percorso e condividono le sfide quotidiane della loro professione, mostrando che la scienza non è solo teoria, ma anche esperienza pratica ed emozionante: un ornitologo che segue gli uccelli marini utilizzando il GPS per studiarne le migrazioni; un glaciologo che analizza i cilindri di ghiaccio prelevati dall’Artico per studiare i cambiamenti climatici; un ricercatore ecoacustico che registra le voci delle foreste equatoriali ancora incontaminate; un ingegnere aerospaziale che studia la sicurezza delle auto simulando incidenti; un microbiologo che esplora i fondali oceanici a caccia di batteri estremofili; una biologa che ha sviluppato un robot-plantoide con radici artificiali in grado di crescere nel suolo.

Queste testimonianze possono essere strumenti di ispirazione e motivazione, permettendo agli studenti di immedesimarsi e immaginare i loro possibili percorsi futuri. Eccone alcuni esempi:

 

Rosario Balestrieri studia gli uccelli marini del Mediterraneo. “Quando non sono in mare con binocolo e cannocchiale, racconto il mio lavoro sui social o in TV. Nell’intervista parla anche della sua difficile esperienza scolastica come DSA non diagnosticato. Telmo Pievani, filosofo della biologia specializzato in Evoluzione, insegna all’Università di Padova ed è autore di numerose pubblicazioni anche per ragazzi. Nell’intervista dice di sé: “Ho lavorato con i più grandi scienziati che si sono occupati di evoluzione, dopo Charles Darwin”. Amalia Ercoli-Finzi, progettista di missioni spaziali, è stata la prima donna in Italia a laurearsi in Ingegneria aeronautica. “Confido che in futuro si riesca ad andare su Marte con un equipaggio del quale faranno parte anche le donne”.
Figure ed esempi tratti dal libro di testo Orientamento Scienze, Fabbri Editore, 2025

 

Per aiutare studenti e studentesse a riflettere sulle proprie inclinazioni, Orientamento SCIENZE propone domande stimolanti: Ti piacerebbe esplorare il nostro pianeta? Vorresti imparare come rendere le auto più sicure o salvare una foresta? Domande come queste aprono nuovi scenari, incoraggiando la riflessione sulle possibili scelte future.

 

 

 

 

 

 

Inoltre, nel libro Orientamento SCIENZE sono presenti alcuni box dedicati a specifiche professioni, da medici specialisti come l’ortopedico, il fisiatra e il genetista, a esperti di ambiti scientifici meno noti, come il petrografo o l’entomologo, aprendo una finestra sulle molteplici opportunità offerte dal mondo scientifico.

 

 

 

 

 

 

Allo scopo di promuovere l’orientamento di studenti e studentesse, le linee guida per l’orientamento del 2022 hanno introdotto un nuovo strumento, l’E-Portfolio, che comprende il Capolavoro dello studente. Esso consiste nella realizzazione di almeno un prodotto significativo per anno scolastico che gli studenti riconoscano come il proprio capolavoro. Esso può essere svolto in ambito scolastico o extrascolastico attraverso attività individuali o di gruppo. 

Per valorizzare i percorsi individuali di apprendimento e favorire la riflessione su interessi e aspirazioni personali, Orientamento SCIENZE propone anche diversi ulteriori strumenti, come compiti autentici e attività di laboratorio, alcuni dei quali progettati esplicitamente per la realizzazione del “Capolavoro”. 

L’approccio che gli autori hanno seguito permette infine agli studenti di autovalutarsi e di riflettere sulle attività svolte mettendo in luce le loro abilità in modo da orientarsi consapevolmente verso il proprio futuro.

Per approfondire

Alfano, Boccardi, De Masi, Forni, Orientamento Scienze, Fabbri Editori, 2025

 

 

Il libro di testo e i “fatti” tecnologici

Più tecnologie per risolvere uno stesso problema

La concorrenza dei prodotti industriali si gioca su più piani, dal rapporto qualità/prezzo alla legislazione sui brevetti. 

La legge sui brevetti approvata in Germania nel 1877, per esempio, aveva una fondamentale differenza da quella francese: il brevetto tedesco proteggeva il processo di produzione di un oggetto, non l’oggetto stesso, come invece accadeva in Francia. La legge tedesca stimolava la ricerca di tecnologie alternative per produrre lo stesso oggetto.

Nel 1888 a New York davanti alla AIEE, Nicola Tesla espose la possibilità di realizzare un motore elettrico in corrente alternata: monofase con avvolgimenti sul rotore. Anche la AEG di Berlino era impegnata nello sviluppo della corrente alternata, e fu proprio la volontà di sottrarsi ai brevetti Tesla-Westinghouse che la portò poco dopo a sviluppare un proprio motore elettrico. Vennero così alla luce il rotore a gabbia e l’alimentazione trifase.

I “fatti” tecnologici

L’evoluzione tecnologica comporta frequenti aggiornamenti dei contenuti delle discipline tecniche. Tante tecnologie diverse per risolvere uno stesso problema. Nel mondo reale tutto e interconnesso, intrecciato e disordinato. Lo studente si trova davanti ai “fatti” tecnologici come uno storico davanti ai “fatti” storici, i quali, secondo lo storico inglese Edward Carr:

“… non si possono minimamente paragonare a pesci allineati sul banco del pescivendolo. Piuttosto, li potremmo paragonare a pesci che nuotano in un oceano immenso e talvolta inaccessibile: e la preda dello storico dipende in parte dal caso, ma soprattutto dalla zona dell’oceano in cui egli ha deciso di pescare e dagli arnesi che adopera: va da sé che questi due elementi dipendono a loro volta dal genere di pesci che si vuole acchiappare. In complesso, lo storico si impadronisce del tipo di fatti che ha deciso di cercare” (“Sei lezioni sulla storia”, 1961).

Il libro di testo e i “fatti” tecnologici

La voglia di procedere da soli, quando è presente, porta spesso gli studenti a sforzi inconcludenti che generano sconforto e disorientamento; andare a pesca nell’oceano immenso dei “fatti” tecnologici presuppone un retroterra culturale di cui gli studenti sono tutt’altro che provvisti; il ricorso agli strumenti dell’intelligenza artificiale non risolve il limite culturale.

Gli studenti hanno bisogno di una guida e il compito spetta al docente, che trova nel libro di testo gli elementi per orientarsi e scegliere gli arnesi adatti a catturare e rendere accessibili i “fatti” tecnologici fondamentali.

Il libro di testo non è l’oceano immenso dei fatti tecnologici; i suoi autori sono già andati a pesca; hanno già scelto zona e strumenti; hanno già pescato alcuni “fatti”, che il docente trova solo parzialmente allineati; a lui il compito di completare l’allineamento.