Tendenza open air: arte contemporanea, natura e paesaggio

“Siccome l’arte è sempre un’espressione della società, anche lei cambia e così cambia il nostro e il suo rapporto con noi”

Francesco Bonami

Grazie al progressivo allentamento delle misure restrittive, con la bella stagione alle porte e provati dalle lunghissime chiusure di cinema, teatri, musei e gallerie, sarà fisiologico – nei giorni a venire – cercare di evadere dalle proprie mura domestiche alla ricerca di esperienze culturalmente stimolanti e possibilmente all’aria aperta.

Molte istituzioni – durante i mesi di chiusura – hanno traslato la propria proposta su canali online con visite virtuali ad altissima definizione, laboratori interattivi, talk e interviste inedite ed ora hanno riaperto loro portoni seppur non con poche difficoltà. Sono le mostre e le rassegne temporanee programmate nei musei e gallerie ad aver subito il colpo d’arresto più significativo, con progetti pronti da mesi (alcuni da più di un anno) che vedranno la luce -se tutto andrà bene- in autunno.

Come possiamo consolarci in attesa che tutto riprenda a pieno regime, coniugando la nostra sete di conoscenza, la ricerca di stimoli intellettuali e la spensieratezza e tranquillità della quale necessitiamo oggi? Ci sono dei luoghi open air – spesso al di fuori dei tradizionali tour mainstream- che sono a tutti gli effetti parte del patrimonio storico-artistico nazionale: abbiamo a disposizione le più belle collezioni del mondo nei nostri musei e tendiamo di riflesso a sottovalutare contenitori d’arte meno istituzionalizzati , che paradossalmente interessano di più ai turisti stranieri che italiani, i quali generalmente faticano a sperimentare l’arte contemporanea, cadendo nel pregiudizio che sia per pochi.

Sono i parchi artistici e i giardini di sculture le realtà che coniugano al meglio il concetto di arte e natura, dove l’arte trova nuovo spazio per essere progettata, esposta, raccontata e vissuta, sposandosi con la botanica e l’architettura del paesaggio, in un rispettoso dialogo con l’ambiente circostante. Caratteristica comune è il carattere della vastità della superficie dei parchi-museo: troviamo molto frequentemente opere di dimensioni considerevoli, di forme e colori bizzarri e soprattutto interattive, calpestatili, attraversabili, tangibili, a volte addirittura “suonabili”. Rendere l’arte qualcosa di cui si può fare esperienza fisica diretta favorisce la comprensione e l’immedesimazione necessaria all’elaborazione personale per renderla un’esperienza propria e capire al meglio il messaggio dell’artista stesso.

La visita di un parco artistico è quindi un’attività adatta a chiunque: adulti, bambini, ragazzi, cultori della natura e della botanica, esperti d’arte, scolaresche o gruppi di anziani, Instagramers per professione o diletto, turisti curiosi o viaggiatori occasionali. Anche chi fatica a entrare in un classico museo perché lo considera un luogo buio, polveroso e noioso o chi pensa “Io di arte non ci capisco niente” può fare esperienza dell’arte in un modo totalmente diverso, libero, personale ed emotivo.

Parchi artistici

 

Posizionati in luoghi panoramici strategici, incorniciati da elementi naturali che caratterizzano il paesaggio circostante, i parchi artistici sono presenti su tutto il territorio italiano. Rigorosamente open air, lontani dai grossi centri cittadini e dai circuiti tradizionali che smuovono grossi flussi di persone, sono luoghi che regalano allo spettatore un tipo di esperienza artistica unica, diretta e coinvolgente delle opere.
Alcune raccolte sono frutto dalle donazioni di mecenati innamorati dell’arte, filantropi e spesso amici degli artisti, che poi “regalano” alla comunità la possibilità di fruirne, aprendo piccoli scrigni di opere preziose e uniche nel loro genere. Altri luoghi sono stati scelti, riqualificati e convertiti dagli artisti con ambiziosi progetti di intervento artistico-sperimentale.

Le opere – in dialogo con l’ambiente circostante- sono nella maggior parte dei casi site-specific, ovvero pensate e create proprio per il determinato luogo in cui si trovano. In questo modo, lo spettatore viene invitato a reinterpretare il luogo in funzione dell’opera e, allo stesso tempo, a riconoscere, attraverso la lettura del luogo, il significato dell’opera stessa. Leggendo progetti e interviste ad artisti ambientali contemporanei si evince come molto spesso sia il luogo a suggerire all’artista l’intervento da eseguire e non viceversa; con le residenze d’artista (progetti che prevedono che l’artista soggiorni per un periodo medio-lungo in un determinato luogo nel quale poi lavorerà, cosi da poter progettare in totale sintonia senza interferenze ambientali esterne) il dialogo tra ambiente e artista si fa intimo e direttamente esperienziale.

Il binomio arte e natura ci accompagna sin dal 1970, anno della nascita del movimento della Land Art, nel quale un gruppo di artisti americani, definendosi fanatici della natura, decisero che l’arte avrebbe potuto uscire dalle sale del museo (definito metaforicamente dal critico d’arte Brian O’Doherty “cubo bianco”, in riferimento alle pareti bianche, asettiche, tipiche della esposizione modernista, nelle quali il pubblico vive un’esperienza dell’arte fuori dal tempo e dal luogo) per invadere la terra stessa, attraverso una serie di opere-interventi sui territori naturali in spazi incontaminati. Come ci racconta il grande critico e curatore Gillo Dorfles: “nasce in questi anni la volontà di fomentare il senso di appartenenza ad un luogo, in seguito a una presa di coscienza da parte della società in relazione all’ansia di dominazione smisurata dell’uomo sulla natura, che ha portato ad un allontanamento emozionale ed affettivo rispetto alla nostra condizione di esseri umani.. è comunque un intervenire sulla natura, su elementi che presentano un ordine naturale e che, da tale intervento per mano dell’artista, sono sconvolti ed incrinati”. Questo movimento artistico decise inoltre di indagare attraverso l’arte, il rapporto tra individuo e l’ambiente naturale percepito come sfondo primordiale della vita umana.

Questa riflessione risulta estremamente attuale e ci porta a ragionare sul tema della sostenibilità e dell’impatto del lavoro dell’artista sulla natura; l’intervento dell’uomo-artista si “riduce” in questo caso a creare con ciò che la natura gli mette a disposizione, senza stravolgerla con azioni artificiali irreversibili ma intervenendo su di essa attraverso un dialogo sottile, leggero, pieno di rispetto e gratitudine. É interessante constatare il carattere effimero delle opere costantemente esposte all’aria aperta, che vengono cosi trasformate nel tempo dagli agenti atmosferici – quindi dalla natura stessa – e che concorrono per trasformarsi in un prodotto intangibile frutto del processo naturale e della collaborazione artistica tra uomo e natura stessa.

Purtroppo manca ancora un network che possa raggruppare sistematicamente queste realtà che sono spesso a gestione privata diretta, senza fondi né stanziamenti economici dedicati dal Ministero dei Beni Culturali, difficili da inquadrare in maniera unitaria a livello legislativo e organizzativo.

7 Musei open-air focus

TRENTINO
ARTE SELLA – Pergine Valsugana (Trento)

Arte Sella nasce in forma sperimentale nel 1986, quando un gruppo di amici residenti a Borgo Valsugana si ritrova in Val di Sella, nel giardino di Villa Strobele, a immaginare di coniugare arte contemporanea e natura. Inizia così un periodo di contatti con istituzioni culturali locali, con la popolazione e con artisti, principalmente stranieri. Nascono sodalizi forti e vengono stabiliti alcuni principi cardine, che tuttora ispirano l’attività di Arte Sella:
– L’artista non è protagonista assoluto dell’opera d’arte ma accetta che sia la natura a completare il proprio lavoro;
– La natura va difesa in quanto scrigno della memoria;
– La natura non viene più solo protetta, ma interpretata anche nella sua assenza: cambia quindi il rapporto con l’ecologia;
– Le opere sono collocate in un hic et nunc e sono costruite privilegiando materiali naturali. Esse escono da paesaggio, per poi far ritorno alla natura
Tra gli interventi più spettacolari si ricorda la cattedrale vegetale di Giuliano Mauri costruita con più di tremila rami intrecciati nelle forme di una cattedrale a tre navate, con ottanta colonne alte 12 m; all’interno di ogni colonna è collocata una pianta di carpino, che nell’intenzione dell’artista, una volta cresciuta dovrebbe prendere il posto della struttura attuale, destinata a marcire e a scomparire. Altre opere installazioni site-specific di Jakko Pernu , Cornelia Konrads Isabella Bordoni, Studio Azzurro e tanti altri.

http://www.artesella.it/it
artesella

LOMBARDIA
ROSSINI ART SITE – Briosco (Monza e Brianza)

Rossini Art Site è un parco di sculture di 10 ettari, adagiato tra i colli briantei, nel cuore verde del parco della Valle del Lambro. Proprio la sua posizione suggestiva ed il panorama mozzafiato che si schiude sulle Alpi con vedute incredibili e mutevoli, l’hanno reso il luogo ideale scelto dall’imprenditore e mecenate Alberto Rossini per ospitare la sua collezione di arte del Secondo Novecento, tra cui sono spiccano opere di artisti come Pietro Consagra, Bruno Munari, Giт Pomodoro, Fausto Melotti, Grazia Varisco, per citarne alcuni. Fulcro del luogo и certamente il pavilion di accesso al parco, progettato dallo studio SITE e dall’architetto newyorkese James Wines, esponente della Green Architecture, maestro di design ambientale e dell’architettura organica, che ha dato vita a Briosco ad un progetto in grado di dialogare perfettamente con il territorio circostante, integrando arte, ambiente e architettura in un unico concetto.

http://www.rossiniartsite.com
rossiniartsite

PIEMONTE
– ORME SU LA COURT- Asti

Luogo unico nel suo genere, la tenuta La Court si trova all’interno di una delle zone che compongono il cinquantesimo sito Unesco d’Italia: i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
Venti ettari vitati, tre cascinali, due colline: il più esteso museo a cielo aperto in vigna, monumento in continuo aggiornamento dove arte, paesaggio e vino dialogano ininterrottamente, offrendo ai visitatori una delle esperienze di land art e panorama enologico.
Le scenografie paesaggistiche sono state progettate da Emanuele Luzzati che qui ha lasciato in eredità le sue sculture, organizzate lungo un percorso fiabesco dedicato agli elementi: Terra, Acqua, Aria e Fuoco.
lI parco è costellato di opere di artisti di fama internazionale, tra cui spiccano gli interventi di Ugo Nespolo, Giancarlo Ferraris e Chris Bangle. Elementi immaginifici e iconici che immergono il passante in atmosfere arcaiche e fantastiche, ragionando sul rapporto e l’armonia tra uomo e natura, creando spazi meditativi e punti d’osservazione.

https://www.michelechiarlo.it/art-park-la-court/
michelechiarlo

TOSCANA
IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI – Seggiano (Grosseto)

All’inizio degli anni ’90, l’artista svizzero Daniel Spoerri acquistò una tenuta sulle pendici del Monte Amiata, a circa 60 km a sud di Siena. Nelle mappe antiche questo luogo era denominato »Paradiso«, forse per il clima mite che favorisce una vegetazione rigogliosa di numerosissime specie. Si potrebbe quindi giustamente parlare di un »giardino paradisiaco«. Qui Spoerri si è accostato alla natura e ha iniziato ad installare sculture, trasformandolo in un vero museo a cielo aperto che attualmente ospita 113 installazioni di 55 artisti su un territorio vasto circa 16 ettari, ricchi di bosco, macchia mediterranea ed olivi.

http://www.danielspoerri.org/giardino/it/giardino-daniel-spoerri-italia/

giardinodanielspoerri

GIARDINO DEI TAROCCHI – Capalbio (Grosseto) Da un’idea nata in viaggio dell’eclettica artista francese Niki de Saint Phalle e ispirato al Parc Guell di Gaudì a Barcellona, il »Giardino dei Tarocchi« è uno dei giardini in Toscana più magici. Assemblato per quasi 20 anni, dal 1979 fino al 2002, anno della morte della sua ideatrice, il parco monumentale è composto da 22 enormi sculture, di cui alcune abitabili, coloratissime e ricoperte di mosaici in vetro e ceramica ispirate ai Tarocchi e alla loro simbologia. La stessa artista ha più volte sostenuto che il giardino, come la sua vita, è proprio come il gioco di carte dei Tarocchi: non si sa mai quale ci si può trovare davanti. Nel Giardino infatti non c’è nessun percorso obbligato, ma si è liberi di vagare come in un sogno, sogno a cui hanno potuto collaborare anche tanti grandi artisti di arte contemporanea internazionali.

http://ilgiardinodeitarocchi.it
ilgiardinodeitarocchi_official

SICILIA
FIUMARA D’ARTE – Castel di Tusa (Messina)
L’idea di “Fiumara d’Arte”, ubicata nel territorio della città metropolitana di Messina, nasce nel 1982 quando -scosso dalla perdita del padre- Antonio Presti, che già collezionava arte contemporanea, pensa di dedicare un monumento alla sua memoria e si rivolge allo scultore Pietro Consagra. Immagina fin da subito di non farne un semplice fatto privato, una stele del proprio giardino, ma di donare la scultura alla collettività, collocandola alla foce della fiumara. Oltre a Consagra, possiamo ammirare la celebre finestra sul mare di Tano Festa, Stanza di barca oro di Hidetoshi Nagasawa e altre dieci opere di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa, oggi a carattere torrentizio, che sfocia nella costa tirrenica.

http://www.ateliersulmare.com/it/
ateliersulmare

CALABRIA
– MUSABA FONDAZIONE SPATARI/MAAS- Mammole (Reggio Calabria)
Nik Spatari e Hiske Maas sono una coppia di creativi che da cinquant’anni, hanno scelto di vivere a Santa Barbara, un pianoro che guarda al Mar Jonio, che quando sono arrivati era sepolto dai rovi e dalla dimenticanza, che hanno poi trasformato nell’unico museo all’aperto calabrese, uno dei pochi in Europa che è anche laboratorio di sperimentazione artistica e di tutela del paesaggio. Il parco museo laboratorio si sviluppa (nei suoi 70000 metri quadrati) attorno ai resti dell’ antico complesso monastico del x secolo di Santa Barbara, all’interno del territorio dell’ente Parco Nazionale d’Aspromonte; lungo tutto il parco le opere d’arte si susseguono tra sculture, istallazioni, mosaici realizzati in calcestruzzo, piastrelle policrome, pietra, metallo e materiale riciclato. Grande attenzione anche all’aspetto botanico con centinaia di piante e arbusti di varie specie circondati dall’antico uliveto dell’Acrocoro.

https://www.musaba.org/#parco
musaba_parco_laboratorio_

Appendice di approfondimento

I giardini botanici in Italia sono moltissimi: alcuni fanno da sfondo a dimore storiche e palazzi, altri sono una sorta di culla in cui viene preservata la biodiversità vegetale. Tutti hanno in comune la natura che dà spettacolo e che trasforma il giardino in un luogo per l’eterna contemplazione della bellezza.

GIARDINI e patrimonio botanico
Precursore della concezione del giardino come “opera d’arte” fu Claude Monet che con l’acquisto del giardino di Giverny, nella campagna normanna, realizzò il sogno di una vita creando il suo paradiso terrestre, che fu di fondamentale ispirazione per la sua serie di dipinti sulle ninfee.

Nel 1997 Judith Wade, (CEO di Grandi Giardini Italiani), ha l’idea di creare un network che si occupi delle promozione organizzata e permanente a livello nazionale del patrimonio artistico – botanico dei giardini Italiani. Nasce cosi GRANDI GIARDINI ITALIANI.
All’epoca il turismo culturale che riguardava i grandi giardini era considerato erroneamente dai più come un ramo minore, nonostante il clima favorevole e la stupefacente offerte di giardini visitabili non esisteva una vera promozione organizzata e permanente a livello nazionale per questa versante del turismo.

I giardini sono di svariate tipologie: giardino storico, giardino botanico, giardino paesaggistico, giardino moderno, giardino dell’arte.
Oggi nei Grandi Giardini Italiani si organizzano più di 700 eventi all’anno, tra cui la famosissima Caccia al Tesoro Botanico di Pasquetta, che viene organizzata contemporaneamente nei 140 giardini dislocati in 14 regioni.

Elenco completo dei giardini appartenenti al circuito, diviso per regioni e provincie:
https://www.grandigiardini.it/grandi-giardini-italiani.php
grandi_giardini_italiani

LeggiAMO | Giovani eroi

 

Si avvicina l’estate e abbiamo deciso di inaugurare una nuova rubrica all’insegna del piacere di leggere, LeggiAMO. I romanzi che abbiamo scelto di proporvi possono essere letti o singolarmente dagli studenti durante l’estate oppure possono costituire la base per un percorso di lettura più strutturato con attività da svolgere in classe.

La booklist di questo numero è dedicata al tema dell’adolescenza, i protagonisti delle storie che abbiamo scelto sono sei giovani eroi, tre provenienti dal mondo classico e tre dalla letteratura contemporanea.

Giovani eroi

L’adolescenza segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta e, come tutti i momenti di transizione, può assumere i tratti di una grande avventura, ma comporta anche pericoli e difficoltà. Nei miti antichi, come nelle fiabe, il protagonista è spesso proprio un giovanissimo eroe (o eroina) che, prima di raggiungere il suo status definitivo (re o regina, sposo o sposa, guerriero o guerriera…) deve affrontare indicibili peripezie, viaggiando lontano da casa, uccidendo mostri o lottando contro nemici temibili, per rivelare a se stesso e agli altri il proprio valore. Secondo molti studiosi i miti di questo genere e le fiabe hanno avuto origine da quei riti di passaggio che, nelle antiche società tradizionali, accompagnavano i giovani nelle difficili fasi della crescita, sancendo infine il loro ingresso nel mondo degli adulti. Miti, fiabe e riti avevano perciò lo scopo di dare senso e importanza all’adolescenza, un’età che oggi invece, nel mondo “liquido” e caotico nel quale viviamo, viene spesso trattata con sospetto o indifferenza, come una fase vagamente amorfa, che assume un senso solo a posteriori, in quanto preambolo della vita “vera”. Proprio perché amorfa, priva di caratteri e confini precisi, succede allora che l’adolescenza si protragga a dismisura, quasi fosse un comodo “parcheggio” o un rifugio per sottrarsi alle responsabilità che la società impone agli adulti. Ecco allora emergere, dalla nebbia dell’adolescenza, i falsi eroi, quelli che Vittorino Andreoli nella sua Lettera a un adolescente ignora. Gli eroi veri, però, dice Andreoli, sono quelli del quotidiano, che riescono a ridare significato a questi anni belli e terribili, affrontando, come gli antichi eroi, una lotta a tutto campo contro i mostri che popolano la loro anima: paure, complessi, false illusioni. E la vittoria consiste allora nel comprendere che la maturità non si raggiunge uccidendo il mostro, ma abbracciandolo e scoprendo anche in esso un po’ di se stessi. 

Adolescenti ed eroi di ieri…

Vassilis Vassilikòs, “Il racconto di Giasone e Ricordi dal tempo di Chirone”, Argo 2020

Per via della Medea di Euripide, la figura di Giasone è accompagnata da sempre da una pessima fama. Ma questi due lunghi racconti, scritti dal diciannovenne Vassilikòs nel 1953 e tradotti solo ora in italiano, sono ambientati prima del viaggio degli Argonauti e prima dell’incontro fatale con Medea. Qui Giasone è ancora un giovane poeta, che scopre l’amicizia e l’amore e nutre in sé un indomabile desiderio di avventura, che lo porterà lontano, verso il suo destino. 

Temi: rapporto padri-figli, amicizia, crescita, desiderio di conoscere, avventura.

Perché leggerlo? per lo stile poetico con cui viene descritta l’adolescenza. 

 

 

 

Madeline Miller, “La canzone di Achille”, Feltrinelli 2019

Madeline Miller ha insegnato per anni letteratura greca nei licei, e infatti riesce a replicare efficacemente, nella Canzone di Achille, la presenza opprimente degli dèi e del fato che aleggia in molte opere antiche. La storia, narrata da Patroclo, è quella notissima di Achille e della guerra di Troia, ma, indulgendo anche a qualche inevitabile modernizzazione, Miller si concentra sull’approfondimento del carattere dei due giovani e dell’indissolubile  amore che nasce tra loro. Come già nell’Iliade, Achille e Patroclo sono eroi giovanissimi, quasi adolescenti, gravati dal peso delle loro origini e del loro destino di morte, che vivono non a caso gli anni più belli presso Chirone, nella libertà dei monti, lontano dal mondo spietato degli adulti.   

Temi: amore, amicizia, violenza, guerra, destino

Perché leggerlo? perché riesce a rendere avvincente e fresca la storia arcinota di due eroi adolescenti. 

Longo Sofista, “Dafni e Cloe”, BUR 2005

Il più bello e raffinato dei “romanzi” greci, composto probabilmente nel III secolo d.C., racconta le vicende dei pastorelli Dafni e Cloe, i quali, prima dell’inevitabile happy end matrimoniale, devono affrontare mille peripezie, dalle aggressioni dei pretendenti al rapimento da parte dei pirati, passando per il ritrovamento di un tesoro e molti sogni profetici. Quello descritto da Longo è un mondo da favola, sul quale vegliano Pan, le ninfe ed Eros, che affascina come un moderno fantasy. L’aspetto più intrigante dell’opera è però la delicata e accuratissima descrizione del sorgere dell’amore nei due ragazzini, che assume toni poetici e realistici allo stesso tempo. 

Temi: amore, avventura, rapporto con la natura, contrasto tra campagna e città.

Perché leggerlo? Perché Dafni e Cloe, al di là degli aspetti tipici della loro epoca, potrebbero essere due adolescenti di oggi, alla scoperta dei sentimenti e del sesso.  

… e di oggi

Murakami Haruki, “Norwegian Wood”, Einaudi 2006

Toru ascolta per caso, in aereo, la canzone Norwegian Wood dei Beatles, che suscita in lui forti emozioni e lo spinge a ricordare il passato. Essendo un lungo flashback narrato in prima persona, il romanzo è venato della struggente malinconia con cui Toru guarda agli anni ormai perduti dell’adolescenza, che sono stati i più importanti della sua vita. Dopo la perdita di un caro amico, Kizuki, Toru si trasferisce a Tokyo, per frequentare l’università, ed è diviso tra l’amore per Naoko, votata alla sofferenza, e quello per Midori, solare e positiva; qui conosce anche Nagasawa, ragazzo affascinante ma crudele, e assiste, senza parteciparvi, alle rivolte studentesche della fine degli anni Sessanta. Dopo un doloroso cammino di crescita, segnato da molti lutti, Toru decide infine di staccarsi dalla dimensione dell’adolescenza, per abbracciare la vita. 

Temi: disagio adolescenziale, amore, amicizia, perdita degli affetti.

Perché leggerlo? per lo stile limpido e toccante, tipico di Murakami, e la sincerità con cui si raccontano le difficoltà dell’adolescenza.

Donna Tartt, “Il cardellino”, Rizzoli 2014 

Theo ha tredici anni quando sua madre muore in un attentato terroristico al Metropolitan Museum di New York, cui egli stesso sopravvive per miracolo: da quel momento il suo destino è indissolubilmente legato a quello di un quadro olandese del Seicento, Il cardellino del titolo, che egli ruba dalle macerie del museo. Sballottato da una parte all’altra degli Stati Uniti, Theo è costretto a crescere in fretta, facendo i conti con la solitudine, l’abbandono, la fuga. Suoi compagni di viaggio e di vita sono un cagnolino, il coetaneo Boris, che lo inizia alla droga e all’alcol, e Pippa, il grande amore impossibile. Gli adulti sono quasi tutti distanti o negativi, tranne la signora Barbour e l’antiquario Hobie, che assumono per un certo periodo il ruolo di figure genitoriali. Sopravvissuto alla sua difficile e avventurosa adolescenza, Theo si rende conto che tutto ciò che accade ha un senso nel disegno generale dell’esistenza.   

Temi: perdita degli affetti, amicizia, amore, rapporto con gli adulti.

Perché leggerlo? perché ha il ritmo teso e dinamico di un thriller e il respiro ampio dei grandi classici, quelli che si vorrebbe non finissero mai.

Niccolò Ammaniti, “Anna”, Einaudi 2015

Il romanzo di Ammaniti, scritto qualche anno fa, anticipava uno scenario per noi fin troppo familiare: nel 2020 un virus colpisce e uccide chiunque abbia raggiunto la pubertà. La protagonista Anna, tredicenne, vaga dunque in una Sicilia spettrale, alla ricerca di cibo per sé e il fratellino Astor, in compagnia di un altro ragazzino, Pietro, e del cane Coccolone. Nello scenario postapocalittico da film horror-fantascientifico, accanto alla violenza e all’istinto di sopravvivenza c’è posto anche per la tenerezza, nell’affetto per Astor e nel ricordo della madre morta, che ha lasciato ai figli un Quaderno delle cose importanti, come un vangelo laico cui affidarsi nei momenti di crisi. Inseguendo la speranza che esista un antidoto al virus, Anna e Astor intraprendono un viaggio che mette a dura prova la loro capacità di resistere in un mondo in cui, nel bene e nel male, sono completamente abbandonati a se stessi, liberi dalla presenza degli adulti.

Temi: affetto fraterno, amicizia, lotta per sopravvivere, speranza.

Perché leggerlo? per il vivido ritratto della protagonista, eroina contro voglia in un mondo morto, adolescente che lotta oltre ogni speranza per garantire un futuro a se stessa e a chi ama.

Scopri l’opera

Vivere i testi

Per un approfondimento sulla figura dell’eroe v. Unità 1, Raccontare storie: la favola e la fiabaUnità 9, E tu cosa sarai? La narrativa di formazione, volume di Narrativa dell’antologia per il biennio di Olivia Trioschi e Anna Però, “Vivere i testi”, La nuova Italia 2021.

Scopri di più

Attività

Come attività da svolgere in classe proponiamo un laboratorio di scrittura incentrato sul viaggio dell’eroe.
Laboratorio di scrittura – Scrittura creativa: racconta il viaggio dell’eroe, in “Vivere i testi” – vol. di Narrativa.

 

Essere Nerone

Irriconoscenti, traditori, proditores. Tutti contro di me. Che sono il più grande imperatore della Storia. La Storia dove dentro ci sono le mie storie…

Per Apollo Musagete… e Giove Priapo… e Mitra Mabellona… e Bacco Maimone. Ma che affanno la vita del tiranno, come faranno quelli che verranno e peggio di me saranno?

Sì, parlo spesso in versi, mi viene naturale.

Inizia così il monologo in versi di Stefano Benni che, fra latino classico e maccheronico e romanaccio, ripercorre la vita dell’imperatore forse più emblematico della storia di Roma. Lo scrittore e drammaturgo spiega di aver scelto proprio Nerone come protagonista del suo Kolossal teatrale in tre atti perché è un personaggio dalle mille sfaccettature: tiranno crudele, megalomane, pazzo, ma con una smodata passione per l’arte.

Benni racconta di aver letto il libro di Massimo Fini, Nerone: duemila anni di calunnie, per preparare il suo spettacolo, ma non ha nessun intento di salvare l’imperatore dalla sua cattiva fama. Quello che lo ha attirato è stata la possibilità di mettere sulla scena un uomo complesso, conosciuto spesso per luoghi comuni e che per i suoi eccessi, passioni e stravaganze è un protagonista degno del cinema. Sulla scena troviamo quindi il Nerone bambino, quello adulto, la sua morte, e ascoltiamo dalla sua voce e dalla voce narrante di Benni le sue tante storie, in una commistione di lingue e dialetti, in prosa, in rima e anche rap. 

Altra cosa è invece il libro di Fini, dove viene tratteggiata la figura a tutto tondo di un imperatore visionario, esibizionista e crudele, ma che è stato un grande uomo di stato. Il giornalista vuole mettere in luce come Nerone sia stato un unicum non solo nella storia di Roma. Proprio questo suo pensare “in grande”, infatti, lo ha portato a provare a modellare il mondo e lo stato sulla base della sua immaginazione.

Ma chi era davvero Nerone? Difficile rispondere a questa domanda, ma il fatto che ancora, quasi duemila anni dopo la sua morte, si parli di lui, studiando le fonti, condannandolo, rivalutandolo, comunque cercando ancora di capire qualcosa in più della sua vita, ci dimostra come questa figura sia stata interessante ed eserciti, nel bene e nel male, il suo fascino su di noi.

E allora ci viene voglia di leggere Tacito che regala al tiranno alcune fra le più belle pagine degli Annales. Nerone che arriva alla corte di Claudio e diventa imperatore spinto dalla madre Agrippina, i delitti di lei sono la premessa per quelli di lui. Uccide Britannico e poi anche la stessa madre e da quel momento in poi scivola velocemente giù in un’escalation di violenza senza più freni e remore. L’uccisione di Ottavia, quella di Seneca, le persecuzioni del Senato, prima di arrivare alla caduta. Tacito tratteggia un personaggio quasi da tragedia, descrivendone in particolare i momenti drammatici, la follia, i delitti.

Da questo quadro ne viene fuori un ritratto di Nerone allo stesso tempo grandioso e troppo umano, segnato da un destino secondo il quale al centro di tutto ci sono le conseguenze non procrastinabili della nostra stessa libertà. Gli dei sono i garanti del nostro arbitrio. 

Un Nerone quindi pazzo, tragico, prigioniero della sua storia ma allo stesso tempo un uomo che sceglie. In questa contraddizione forse l’eterno fascino sulla letteratura e su di noi lettori.

Per approfondire

  • Riaprono finalmente i musei dopo la pandemia e al British Museum di Londra sta per aprire una grande mostra su Nerone con più di 200 oggetti, tra manoscritti, sculture, gioielli e manufatti: un racconto che va dall’ascesa al potere e passa per tutta la sua vicenda politica, in un momento di profondo cambiamento sociale all’interno dei vasti possedimenti dell’Impero Romano.
    Leggi qui  la presentazione della mostra a cura di Artribune e visita il sito del British Museum per ulteriori informazioni.
  • Leggi il monologo completo di Stefano Benni: https://www.stefanobenni.it/monologo-di-nerone-tiranno-incompreso/

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HOMO SUM CIVIS SUM

LE LODI DI NERONE Leggi il testo del proemio del Bellum civile di Lucano: si tratta di un testo molto ambiguo dove vengono tessute le lodi dell’imperatore Nerone. La difficile interpretazione è dovuta al fatto che sono presenti tutti i motivi collaudati della laudatio, ma il tono sembra beffardo. Prova a evidenziare nel testo i passaggi che rappresentano il repertorio collaudato delle dediche e quelli in cui il tono appare invece ironico.

INTELLETTUALI E POTERE Leggi la scheda Connessioni-Intellettuali e potere che partendo da testi di Seneca e Tacito offre uno spunto di riflessione sul rapporto di filosofi, storici e scrittori con i regimi autoritari. Da qui si può partire anche per un confronto in classe sui rapporti tra intellettuali e potere ieri e oggi.  

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Surviving the end of the year… Activities and ideas for your last lessons

Learning through games and activities has consistently proved itself to have been a valuable part of teacher’s armoury. Being able to introduce an element of competition or fun into what might otherwise be a rather dreary lesson topic has proved a boon for both teacher and student alike. (see article Gamification and ESL )  Making use of online resources such as Kahoot etc, captures the interest and makes the learning fun. Nowhere is this more important than in the last few weeks of the school year, when the natural tendency to look forward to the upcoming holidays distracts from the necessity of learning. 

The following are some activities that can engage the students and make the lesson both fruitful and fun. 

I gel igienizzanti e il microbioma

Quando, a febbraio 2020, comparvero i primi casi di coronavirus in Italia i gel igienizzanti sparirono rapidamente dagli scaffali dei supermercati. Arrivarono a costare cifre esorbitanti nei negozi online e in alcune trasmissioni tv si tenevano lezioni su come prepararli in casa. Poi, la produzione è aumentata e un po’ alla volta sono ricomparsi sugli scaffali. Oggi ne abbiamo tutti uno nello zaino, nella borsa o in macchina e li possiamo trovare anche nei vagoni dei treni. Possiamo pulirci le mani in qualsiasi momento e probabilmente lo facciamo anche più di prima. Ma forse dovremmo limitarne un po’ l’utilizzo o quantomeno usarli in modo consapevole e non compulsivo.

Proteggersi da SARS-CoV-2 è fondamentale e mascherina e gel igienizzante sono molto efficaci nel ridurre la possibilità di contagio. L’alcool contenuto nei gel, infatti, è molto rapido ed efficace nell’uccidere virus e batteri. Agisce denaturando le proteine e, se mescolato con una percentuale d’acqua come nei gel igienizzanti, entra nelle cellule vive uccidendole rapidamente. È indubbiamente un ottimo e fondamentale disinfettante ma non è selettivo per virus e batteri nocivi ed elimina pressoché tutto. E tra quei batteri che se ne vanno purtroppo qualcuno è utile al nostro organismo.

Il nostro corpo è popolato di numerose comunità batteriche tanto che qualcuno è arrivato a dire che siamo “più non-umani che umani”. Questo insieme di microrganismi forma il microbioma e ricopre un ruolo molto importante per la nostra salute. La comunità batterica intestinale è la più nota e abbondante del nostro corpo e ci aiuta ad assumere le sostanze nutrienti. Ma anche la nostra pelle è ricoperta di preziosi microorganismi che ci aiutano a proteggerci. Impediscono il proliferare di batteri dannosi e aiutano a mantenere il normale funzionamento dell’epidermide. La presenza di questi microrganismi sul nostro corpo fluttua nel tempo anche proprio a causa dei detergenti che usiamo. Ma se abusiamo di disinfettanti e saponi indeboliamo in modo rischioso questa preziosa parte del nostro corpo.

Per approfondire

Dal problema alla soluzione!

“Un alunno è autonomo e responsabile, quando, messo davanti a una situazione problema che non ha mai affrontato, è in grado di fare una valutazione, e, dopo un’attenta analisi, di prendere decisioni e agire in modo indipendente, facendosi carico dei rischi delle scelte fatte e portando a termine gli impegni presi con determinazione.” (in Didattica per competenze con i lapbook di Gottardi G. e Gottardi G. G., 2019, Edizioni Centro Studi Erickson).

Tra le otto competenze chiave la competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria, che racchiude in sé quattro delle discipline STEAM, ci permette di proporre sfide complesse e stimolanti che prevedono non solo un lavoro di problem solving teorico ma un coinvolgimento delle abilità pratico – manuali attraverso la realizzazione di veri e propri prototipi. 

Partendo dall’albo “Siamo tutti geni della tecnologia” di Andrea Vico possiamo accompagnare i bambini e le bambine alla scoperta della tecnologia e dell’ingegneria mediante semplici esperimenti e costruzione di prototipi. 

L’attività qui proposta è strutturata come un compito autentico che prevede che il soggetto debba confrontarsi con un problema reale al quale deve trovare una soluzione utilizzando i mezzi a sua disposizione. La metodologia che andremo a proporre per risolvere questo tipo di situazioni problematiche sarà quella del Tinkering, ovvero metteremo a disposizione degli alunni una serie di materiali non direttamente collegati al problema da risolvere che i bambini potranno utilizzare nel modo che ritengono opportuno.

 

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura e interpretazione della storia;
  • seconda parte: presentazione del lavoro;
  • terza parte: videotutorial con i passaggi per realizzare il template per svolgere il compito di realtà.

 

Video

 

MATERIALI AGGIUNTIVI

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LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.

Pensare con le mani

“Houston abbiamo un problema” è una delle frasi più famose della storia e ha molto a che fare con il concetto di Tinkering. Partiamo dalla parola: Tinkering significa armeggiare, adoperarsi, darsi da fare. Così, nel corso della missione spaziale Apollo 13, Jack Swigert e il suo equipaggio avevano a disposizione pochissimi oggetti -nessuno dei quali pensati allo scopo- per risolvere un problema relativo all’approvvigionamento di ossigeno.

Chi organizza attività di Tinkering cerca di creare condizioni meno drammatiche, ma sostanzialmente simili a quelle rese celebri dal “Apollo 13” di Ron Howard:

  • si pone un problema a soluzione aperta;
  • si forniscono materiali non direttamente connessi al problema;
  • si chiede di sperimentare soluzioni creative per risolvere il problema dato.

Una delle indicazioni più esplicite che vengono fornite quando si lavora in un contesto di Tinkering è “pensare con le mani”, in un’ideale connessione con l’epistemologia di discipline non sempre valorizzate a scuola, le cosiddette STEM: Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica.

Un imparare facendo, praticamente, una metodologia che incoraggia a sperimentare e stimola l’attitudine a confrontarsi con problemi la cui soluzione è da cercare in una sorta di “tempesta di cervelli”. Il Tinkering, infatti, si pratica in gruppo e prevede la condivisione di materiali e procedure risolutive che è propria del mondo scientifico e non solo.

Scopo del Tinkering è la realizzazione di oggetti complessi a partire (anche, ma non solo) da materiali di recupero. Scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici, involucri di plastica sono solo alcuni degli “ingredienti” che servono per mettersi all’opera. A questo “substrato creativo” e tipicamente artistico, in un progetto di Tinkering, si aggiungono conoscenze e abilità tipicamente tecnologiche (produzione di circuiti elettrici, elementi di coding o semplice robotica). È per questo che, sempre più, negli ultimi anni si è preferito aggiungere una A, all’acronimo STEM: con la A di arte, infatti, il quadro delle STEAM è completo e molto più stimolante per bambini e bambine.

Il turismo, una risorsa strategica. Esercitazioni pratiche

Maggio 2021

Il turismo è uno dei settori più colpiti dalla pandemia da Covid 19, oltre che dalle profonde  trasformazioni avvenute in tempi recenti.  Negli ultimi anni, grazie anche ai voli low cost e alle offerte last minute delle strutture ricettive, abbiamo assistito a un aumento considerevole di viaggi per turismo, talvolta praticati in maniera poco responsabile e sostenibile, senza considerare l’impatto che il turismo di massa può avere sulle comunità locali e sull’equilibrio ambientale Per questo motivo imprese e istituzioni del turismo investono da tempo sulla sostenibilità, sull’innovazione tecnologica e sulla tutela ambientale.

Il turismo è una risorsa strategica e un settore trainante per l’economia italiana: lo dimostra il fatto che, con il governo Draghi, l’Italia dopo 30 anni è tornata ad avere un Ministero del Turismo con portafoglio. Dopo questo anno di pandemia, il mondo dell’ospitalità è cambiato e continuerà a cambiare: si investirà di più sulla sostenibilità, sulla tutela dell’ambiente, sullo stile di vita e sulla sicurezza delle persone, per questo è importante educare e sensibilizzare le nuove generazioni di viaggiatori e/o professionisti del settore a un turismo sempre più consapevole.

Le tre proposte si inseriscono in questa cornice e affrontano temi di attualità: l’impatto che il turismo di massa può avere su una città “fragile” come Venezia, la lotta allo spreco alimentare a bordo delle navi Costa Crociere e come cimentarsi nella ricerca di lavoro nel settore turistico analizzando due diversi profili professionali.

Le attività possono essere proposte in laboratori da svolgere sia individualmente sia in piccoli gruppi e si avvalgono del contributo di una “miniserie” di Tramontana Live dedicata proprio al turismo:

Sul nostro catalogo

Materiali aggiuntivi

La matematica e il gioco. Parte I | La teoria dei giochi

Cara lettrice, caro lettore,

l’estate si avvicina e, mentre le giornate si allungano e il clima diventa più mite, anche la mente inizia a desiderare un meritato riposo. Non c’è momento migliore per parlare di giochi e quindi… di matematica! A prima vista questo accostamento può sembrare stridente: da un lato il gioco evoca immagini di aria aperta, divertimento, condivisione, mentre dall’altro la matematica sembra portarci in stanze chiuse a svolgere compiti ripetitivi in solitudine. Invece matematica e gioco hanno legami stretti e molto profondi, al punto che un solo articolo non è in grado di toccarli tutti. Quindi ci occuperemo di matematica e giochi per i prossimi mesi. In questo articolo ci concentreremo sullo studio sistematico dei giochi e sulla teoria matematica che ne è nata. A giugno inizieremo a goderci le vacanze estive con alcuni giochi matematici più o meno famosi. Invece a settembre ricominceremo l’anno scolastico esaminando il rapporto tra matematica e azzardo, un tema fondamentale non solo dal punto di vista scientifico ma anche da quello sociale.

Che cos’è un gioco?

Tutti sappiamo cosa sia un gioco. Abbiamo testimonianze storiche di giochi che risalgono a più di cinquemila anni fa. Condividiamo quest’attività anche con alcuni animali: chi di noi non ha mai giocato con un cane o un gatto? Eppure se ci chiedessero di dare una definizione esaustiva di gioco ci troveremmo in difficoltà. È molto più facile darne delle definizioni ostensive, cioè far vedere concretamente alcuni esempi di giochi. Proporremo una definizione di gioco nell’articolo dedicato alla matematica e all’azzardo, nel frattempo invitiamo le lettrici e i lettori a cercarne una propria.

Zermelo e gli scacchi

Il tris è uno dei giochi più semplici che si imparano da bambini. Con alcune prove ed errori è possibile verificare che entrambi i giocatori hanno una strategia per pareggiare ogni partita, a prescindere da chi incomincia. Per questo, una volta imparata la strategia il tris risulta banale e anche poco divertente.

Al polo opposto di complessità, uno dei giochi più longevi e avvincenti della storia è sicuramente quello degli scacchi. Le regole odierne sono state definite nel XV secolo, mentre a partire dal XVII secolo si può iniziare a parlare di strategia scacchistica. All’inizio del Novecento, il matematico Ernst Zermelo dimostrò che

  • il giocatore che gioca per primo (con i pezzi bianchi) ha una strategia vincente, oppure
  • il giocatore che gioca per secondo (con i pezzi neri) ha una strategia vincente, oppure
  • entrambi i giocatori hanno una strategia per cui ogni partita si conclude in pareggio.

Questo vuol dire che, dal punto di vista matematico, il gioco degli scacchi è determinato. In un certo senso, per i matematici il gioco degli scacchi è banale come il tris. Inoltre i giocatori esperti sostengono che la seconda opzione, cioè che il nero abbia una strategia vincente, sia improbabile. Infatti, se il nero avesse una strategia vincente, il bianco potrebbe replicarla con una mossa di anticipo, contraddicendo l’ipotesi che sia il nero a vincere.

Nonostante il teorema di Zermelo, determinare nella pratica una strategia vincente (o non perdente) per uno dei due giocatori è attualmente impossibile, per via della complessità del gioco. Quindi nella realtà il gioco degli scacchi continua a essere avvincente come lo era nel XV secolo.

La teoria matematica dei giochi

In matematica, un gioco è una situazione in cui diversi soggetti interagiscono perseguendo ciascuno un proprio obiettivo e in cui il risultato finale dipende dalle azioni di ciascun partecipante. Questa definizione include delle situazioni che non hanno nulla a che fare con i giochi nel senso comune del termine: per esempio, la scelta di conformarsi o opporsi al comportamento di una maggioranza, l’ottimizzazione della produzione aziendale in regime di duopolio o la corsa agli armamenti tra fazioni opposte.

Gli equilibri nei giochi

Come per gli scacchi, anche negli altri giochi matematici è importante determinare se esiste una strategia ottimale per i giocatori. L’idea di strategia ottimale, codificata nel concetto di equilibrio di Nash (chiamato così in onore del matematico che la introdusse), estende il concetto di strategia vincente discusso da Zermelo per il gioco degli scacchi. Nel 1950 John Nash dimostrò che ogni gioco ammette un equilibrio di Nash, che però non sempre può essere espresso come aderenza a una singola strategia.

Consideriamo come esempio un gioco con due giocatori, in cui ciascuno ha una moneta da due Euro. Ogni giocatore sceglie segretamente se posizionare la moneta su Testa o su Croce, poi le monete vengono rivelate. Se le monete presentano la stessa faccia, quindi Testa Testa o Croce Croce, allora il primo giocatore paga 1€ al secondo giocatore, mentre se le facce sono diverse il secondo giocatore paga 1€ al primo giocatore. L’equilibrio di Nash di questo gioco prevede che ciascun giocatore scelga Testa o Croce con probabilità 12.

I giochi nella vita quotidiana

Come tante altre branche della matematica, anche la teoria dei giochi ha applicazioni alla vita quotidiana. Per esempio, essa può descrivere gli atteggiamenti cooperativi o non cooperativi tra membri di una stessa società (per esempio una famiglia, una classe scolastica o un’azienda) o alcune interazioni ricorrenti tra persone (per esempio, la decisione di quando arrivare a una riunione, con l’obiettivo di minimizzare il tempo di attesa dei colleghi ma anche la brutta figura nel caso di un ritardo ritenuto eccessivo). E voi, cari lettori, quali giochi incontrate nella vostra quotidianità?

Per approfondire