Arte del nostro tempo, arte per sempre

La programmazione di mostre per l’estate 2023 è veramente imponente. Particolarmente ghiotte e interessanti quelle dedicate a fenomeni artistici e figure dirompenti e straordinarie del “secolo breve” e della nostra più recente contemporaneità: senza voler citare le numerose iniziative dedicate a Pablo Picasso nel centenario della sua morte, per le quali rimandiamo all’articolo Pablo Picasso: un anno di eventi, mostre e celebrazioni, tuffiamoci in queste proposte ricche di spunti per chi è appassionato di arte e non solo.

I padri dell’arte contemporanea 

RENOIR. L’ALBA DI UN NUOVO CLASSICISMO
Rovigo, palazzo Roverella 25 febbraio 2023 – 25 giugno 2023
Renoir è un impressionista! Giusto, forse no… sbagliato! La stagione impressionista del grande maestro dura una manciata di anni, ma la sua maturità e la sua lunga e fruttuosa vecchiaia si concentrano sull’indagine della forma e del linguaggio che si traducono in quella che, con un ossimoro, potremmo definire una “moderna classicità”. Renoir si presenta quindi come il grande precursore del “rappel a l’ordre” frequentato da artisti come Marino Marini, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis e molti altri, con i quali le opere del grande maestro francese sono messe in dialogo.
www.palazzoroverella.com

UTAMARO, HOKUSAI, HIROSHIGE. GEISHE, SAMURAI E LA CIVILTà DEL PIACERE
Torino, Società Promotrice delle Belle Arti, 23 febbraio – 25 giugno 2023
A chi ha studiato storia dell’arte al liceo parlare di incisioni giapponesi significa La grande onda di Hokusai e poco più. Questa bellissima mostra torinese ci spalanca le porte di un universo prezioso e straordinario attraverso le incisioni dei maestri dell’arte giapponese tra XVII e XIX secolo. Lungo le sale si snodano temi affascinanti e potentemente rappresentativi non solo dell’arte incisoria, ma della civiltà stessa del Giappone, dei suoi riti e dei suoi miti, potentemente rafforzati dalla presenza di oggetti nipponici come maschere, armature e raffinatissimi accessori per un viaggio incredibile nel “mondo fluttuante” di geishe e samurai. Per guardare con occhi nuovi anche all’arte occidentale novecentesca che al Giappone deve tanto.
https://hokusaitorino.it/

DALÌ, MAGRITTE, MAN RAY E IL SURREALISMO. CAPOLAVORI DAL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM
Milano, MUDEC 22 marzo – 30 luglio
I mostri sacri della nota collezione di arte surrealista del Museo Boijmans Van Beuningen vengono messi a confronto con alcuni pezzi forti della Collezione Permanente del Mudec, dedicata alle civiltà extraeuropee. Un modo per far scoprire il Museo delle Culture di Milano attraverso 180 opere tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti di questa rivoluzionaria corrente artistica, ma anche un modo intelligente e non retorico per mostrare come l’incontro di civiltà e di culture è sempre fonte di straordinario arricchimento per i singoli come per le collettività.
www.mudec.it/ita

MAN RAY. OPERE 1912-1975
Genova, Palazzo Ducale 4 marzo – 20 luglio
È una vera e propria retrospettiva, quella che Genova dedica a raccontare il lavoro e la vita di un genio del Novecento, Man Ray, o meglio le molte vite di quello che è stato pittore, scultore, fotografo, performer, regista, grafico. Oltre che grande appassionato di scacchi. La mostra ripercorre cronologicamente la biografia dell’artista, dai suoi esordi degli anni Venti negli Stati Uniti fino all’affermazione parigina.
www.palazzoducale.genova.it/mostra/man-ray

Dialogare con il nostro presente

ENZO CUCCHI. IL POETA E IL MAGO
Roma, MAXXI 12 maggio 2023 – 24 settembre 2023
Enzo Cucchi è uno tra gli artisti più prolifici e innovativi della scena contemporanea, un pensatore libero e controcorrente. La sua ricerca affonda le radici nella parola scritta e fiorisce in una miriade di segni, simboli e linguaggi espressivi diversi. Come un alchimista ammalia e plasma la materia, come un narratore evoca storie, miti e luoghi lontani nel tempo. Le oltre duecento opere in mostra scandiscono un percorso ondivago e ricco di sorprese, un racconto per pagine sparse che rifiuta ogni linearità cronologica e restituisce una creatività in perenne movimento. Disseminati ovunque, come tracce nella galleria, lavori monumentali, disegni, piccoli bronzi, ceramiche, grafiche e libri d’artista intercettano continuamente lo sguardo del visitatore.
www.maxxi.art/events/categories/mostre

ICONE
Venezia, Palazzo Grassi 2 aprile – 26 novembre 2023
La Collezione Pinault ci ha abituato all’organizzazione di mostre che toccano il vivo del sentire della nostra contemporaneità e così è anche in questo caso. La mostra scivola abilmente tra i due significati del termine “icona”: “immagine”, come la definisce la sua etimologia greca, e quindi un certo tipo di pittura religiosa che caratterizza in particolare il cristianesimo orientale; più contemporaneo, invece, il significato di modello, figura emblematica. L’immagine si rivela così capace di incarnare una presenza, tra apparizione e scomparsa, ombra e luce, di rappresentare uno spazio, di suscitare emozioni.
https://www.pinaultcollection.com/palazzograssi/en/icones

OLTRE LA SOGLIA. LEANDRO ERLICH
Milano, Palazzo Reale 22 aprile – 4 ottobre 2023
Quasi un milione di visitatori a Tokyo, 500mila a Buenos Aires. Lui è l’argentino Leandro Erlich e quest’anno le sue opere spettacolari arrivano in Italia per la sua prima grande mostra in EuropaI lavori di Erlich rappresentano una novità nel mondo dell’arte perché coniugano creatività, visione, emozione e divertimento, elementi che ne hanno decretato il successo internazionale. Come per le immaginifiche opere architettoniche sospese; o le famosissime Batiment (il Palazzo), in cui le persone simulano l’arrampicata su un grande edificio; o ancora Swimming Pool (la Piscina), dove le persone hanno la sensazione di muoversi sottacqua.
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/leandro-erlich

Fotografia, mon amour…

RUTH ORKIN. UNA NUOVA SCOPERTA
Torino, Musei Reali, Sala Chiablese 17 marzo – 16 luglio 2023
Una ragazza americana in Italia
– una delle sue fotografie più famose – potrebbe ben essere il titolo della prima antologica mai organizzata in Italia dedicata a Ruth Orkin, fotoreporter, fotografa e regista statunitense, tra le più rilevanti del Novecento. La mostra ha l’obiettivo di raccontare l’attività di una tra le più rilevanti fotografe del Novecento, attraverso un percorso che permetterà al pubblico di scoprire la sua opera elegante, raffinata, profonda e coinvolgente. A dispetto dei pregiudizi di una società̀ che non le consentiva di realizzarsi come regista, Ruth Orkin si avvicinò alla fotografia con una prospettiva del tutto nuova, sperimentando un linguaggio fotografico innovativo in grado di andare oltre l’immagine fissa per raccontare le storie che si celano dietro ai gesti più̀ semplici e quotidiani, dove cinema e fotografia confluiscono, fondendosi l’uno nell’altra.
Visita il sito –  https://www.mostraruthorkin.it/

WERNER BISCHOF. UNSEEN COLOUR
Lugano, MASI, 12 febbraio – 2 luglio 2023
Circa 100 stampe digitali a colori da negativi originali del 1939 e degli anni Cinquanta: un’occasione per esplorare per la prima volta tutte le immagini a colori del fotografo svizzero. Bischof (Zurigo, 1916 – Trujillo, Perù, 1954) è tra i maestri del reportage e della fotografia del XX secolo. Il percorso espositivo è un viaggio nei mondi che l’artista ha visitato nel corso della sua carriera. Dalle foto a colori scattate con una Rolleiflex, con i suoi caratteristici negativi quadrati, e con una Leica, fino a un gruppo di opere scattate con una Devin Tri-Color Camera, che offre una qualità cromatica e una definizione straordinariamente elevate. Sarà questa la prima occasione per ammirare le immagini scattate con questa fotocamera.
Visita il sito – https://www.masilugano.ch/it/1340/werner-bischof-unseen-colour

CHRONORAMA. TESORI FOTOGRAFICI DEL 20° SECOLO
Venezia, Palazzo Grassi, 12 marzo 2023 – 7 gennaio 2024
La Pinault Collection, dopo la recente acquisizione di una parte deli archivi di Condé Nast, ha deciso di realizzare una mostra che percorre il “secolo breve” dagli anni Dieci fino agli albori degli anni Ottanta, proponendo le opere di oltre 150 artisti internazionali tra fotografi e illustratori. Tra i più grandi talenti del loro tempo, questi creativi hanno definito l’estetica fotografica e artistica dell’epoca attraverso la pubblicazione del proprio lavoro sulle riviste Condé Nast. L’occasione che si offre, ghiotta, a noi è quella di intrecciare la bellezza e le scelte linguistiche di questi grandi maestri dell’immagine con l’evoluzione del gusto, della moda, dello stile, dei canoni estetici della nostra società.
Visita il sito – https://www.pinaultcollection.com/palazzograssi/it/chronorama-tesori-fotografici-del-20deg-secolo

E poi… architettura

RAFFAELLO. NATO ARCHITETTO
Vicenza, Palladium Museum, 7 aprile – 9 luglio 2023
Non è un errore della redazione, Raffaello è stato un grandissimo architetto. E questa mostra, promossa dal CISA – Centro Internazionale di Studi dell’Architettura – nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale “Raffaello 1520-2020”, vuole proprio mettere in evidenza che l’urbinate nasce architetto e che anche nelle sue opere figurative vive, da subito, una nuova e innovativa idea di spazio, alimentata dallo studio e dall’imitazione dell’architettura della Roma antica. A impreziosire la mostra e renderla imperdibile la ricca serie di disegni autografi esposti.
Visita il sito – https://www.palladiomuseum.org/it/mostre/raffaello_nato_architetto

HOME SWEET HOME
Milano, Triennale 12 maggio – 10 settembre 2023
L’esposizione intende riflettere sull’idea di casa e di abitare, da sempre argomenti privilegiati della ricerca di Triennale. Dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto con la natura all’interno dello spazio domestico, fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare, aumentata dopo due anni di pandemia Covid-19: questi sono alcuni dei temi centrali dell’esposizione, che intende mettere in luce alcuni grandi cambiamenti che negli ultimi cento anni hanno caratterizzato la sfera della casa.
Visita il sito – https://triennale.org/eventi/triennale-home-sweet-home

La Nuit européenne des musées

Cette année, le 13 mai 2023, près de 3400 musées, dont 1300 en France, ont participé à cet événement festif et culturel. Lancée en 2005 par le Ministère de la Culture, sous le patronage de l’Unesco et du Conseil de l’Europe, cette manifestation attire, chaque année, un nombre croissant de visiteurs.

Dès la tombée de la nuit et jusqu’à minuit, plus de trois milliers de musées à travers l’Europe ouvrent leurs portes et proposent un accès gratuit à des visites commentées, parcours ludiques, ateliers ou encore spectacles vivants. Faire découvrir les musées autrement aux petits et grands, voilà le défi à relever. Alors, c’est parti, on se lance ! Entre démonstration de la pâtisserie autour du chou chantilly dans les anciennes cuisines du Palais de la Cité à la Conciergerie et atelier d’écriture, lectures musicales dans les jardins de sculptures du Musée Rodin, notre cœur balance.

Les émotions ne manquent pas non plus dans la région lilloise pour les plus jeunes, lesquels peuvent rencontrer les héros de leurs jeux vidéo préférés au Palais des Beaux-Arts ou bien s’aventurer dans l’obscurité, munis d’une lampe torche, à la découverte de dinosaures, mammifères et momies mystérieuses au Musée des Sciences Naturelles.  Et si vous en rêviez lorsque vous étiez petits (ou peut-être il n’y a pas encore si longtemps), le Musée national des Douanes de Bordeaux vous propose de « jouer » au responsable des collections en inventoriant les objets les plus insolites du parcours !

Mais l’expérience ne s’arrête pas là… En effet, Ministère de la Culture et Ministère de l’Éducation nationale de la Jeunesse et des Sports se mobilisent autour de l’opération lancée en 2013 « La classe, l’œuvre ». Lors de la Nuit des musées, dans le but de renforcer la collaboration entre les établissements scolaires et culturels d’un même territoire et de développer chez les jeunes un lien familier avec les musées, l’initiative invite les élèves des classes primaires, du collège et du lycée, à s’approprier le patrimoine commun en interprétant librement une œuvre conservée dans les collections des musées participants.

Grâce à la restitution de leur analyse spontanée faite à leurs camarades et à leurs familles, les élèves deviennent des « passeurs de cultures» et contribuent ainsi à répondre à un double enjeu : d’une part, développer un public en devenir en impliquant dans le projet groupes scolaires et familles ; d’autre part, renforcer les synergies existantes entre les différents agents éducateurs du territoire visant à créer un dispositif de médiation actualisé, innovant, s’adaptant aux spécificités de ce nouveau public. 

Alors pourquoi ne pas participer nous aussi, depuis nos salles de classe, à ce fabuleux challenge ? Nous avons de la chance, la technologie est de notre côté et nous offre une foule d’outils captivants. Lançons-nous nous aussi à la découverte du Louvre, du Musée d’Orsay, du Château de Versailles, du Musée Van Gogh ou encore du Musée océanographique de Monaco et proposons à nos élèves d’interpréter les œuvres qui les auront interpellés. Les activités peuvent être diverses et variées, et puis, soyons confiants car nous mettrons en pratique les propos de Paul Valéry :  nous laisserons que « notre voix, notre intelligence et tous les ressorts de notre sensibilité se composent pour donner vie et présence puissante à l’acte de création de l’auteur ».

Per approfondire

Il Body Condition Score (BCS) nelle bovine da latte

Il Body Condition Score (BCS) è un metodo di rilevazione morfologica soggettiva utilizzato per valutare l’entità delle riserve energetiche corporee immagazzinate nel tessuto adiposo sottocutaneo e muscolare (Edmonson et al., 1989).

Questo metodo si basa sulla valutazione visiva di alcune regioni (posteriore e fianco) del corpo animale, al quale vengono assegnati dei punteggi che vanno da 1 (animali estremamente magri) a 5 (animali molto grassi) con intervalli di 土0,25. Il valore finale di BCS è il risultato della media relativa alla valutazione di 8 differenti regioni anatomiche.

Il BCS, anche se implementato circa 50 anni fa (Lowman et. al.,1976) e messo a punto da Edmonson alla fine degli anni ‘80, rimane tuttora un indicatore molto prezioso ed economico per valutare le riserve corporee di energia. Questo indice risulta molto utile nel momento in cui le bovine da latte ad alta produzione presentano un deficit energetico dovuto all’aumento dei fabbisogni di lattazione che non sono supportati da un’ingestione di sostanza secca adeguata.

La rilevazione del BCS è inoltre inserita nei controlli morfologici soggettivi che vengono rilevati dagli esperti di razza dell’Associazione Nazionale Allevatori della razza Frisona Italiana (ANAFIBJ), al fine di implementare un indice di selezione specifico chiamato Indice BCS. Questo indice presenta una buona ereditabilità, per cui si possono selezionare animali che, a parità di produzione di latte, dimostrano una maggiore efficienza nell’utilizzo delle riserve corporee, con riflessi positivi anche sulla sostenibilità ambientale. L’utilizzo di queste strategie migliora la possibilità da parte dei produttori di diminuire lo stress negli animali, razionalizzare gli alimenti, evitare gli sprechi ed infine di aumentare la produttività degli animali.

Un’attenta e puntuale rilevazione del BCS permette di prevenire l’insorgenza di patologie che potrebbero causare perdite produttive, diminuzione dell’efficienza riproduttiva e riforma precoce degli animali. Il valore ideale di BCS è pari a un intervallo che varia tra i 3 ed i 3,5 punti; gli animali che presentano questo punteggio, vengono detti in condizione. Animali con valori entro questo intervallo hanno a disposizione una sufficiente riserva di energia e, allo stesso tempo, non evidenziano un’eccessiva immobilizzazione di riserve corporee.

Di norma, il BCS andrebbe rilevato periodicamente ogni 15-30 giorni. Nella comune pratica aziendale però, risulta difficile valutare il BCS con questa frequenza, pertanto, i momenti cruciali dove la rilevazione è di fondamentale importanza sono: il parto, il picco di lattazione, la messa in asciutta ed il periodo di asciutta. In questi periodi il punteggio di BCS dovrebbe essere il seguente:

  • parto (giorno 0): 3 – 3,5;
  • picco di lattazione (60 giorni): 2 – 2,5 (Variazione BCS max inferiore/uguale a 1 punto);
  • messa in asciutta (305 giorni): 3 – 3,5;
  • periodo di asciutta (periodo di 60 giorni): mantenimento a 3 – 3,5.

La rilevazione del punteggio di BCS presenta delle criticità, come la necessità di impegnare il lavoro di 1 o più operatori con una frequenza quindicinale o mensile, la soggettività nella rilevazione (con un margine non trascurabile nell’errore) e il numero di capi che possono essere valutati in una giornata.

Un recente studio ha evidenziato come un sistema automatizzato possa rilevare con precisione il BCS nei soggetti in una mandria (Albornoz et al., 2022). Questo sistema prevede l’utilizzo di telecamere 3D per le rilevazioni corporee tridimensionali che viene installato in aree ad alto flusso di animali. La ricerca ha confermato l’idoneità di questo sistema al fine di monitorare il BCS negli animali in modo più preciso e veloce, soprattutto in concomitanza con periodi più delicati (picco di lattazione durante il quale si presenta una ridotta ingestione), favorendo così l’intervento dell’allevatore per la risoluzione tempestiva delle problematiche che altresì potrebbero presentarsi.

Una città per tutti

Dal 2015 la sindaca di Barcellona Ada Colau ha avviato un processo di inserimento della prospettiva di genere nelle politiche della città, con l’obiettivo di garantire la soddisfazione delle necessità fondamentali della vita quotidiana. Uno dei processi partecipativi più interessanti scaturiti da questo indirizzo sono le marce esplorative della vita quotidiana, vere e proprie perlustrazioni dei quartieri, che sono diventate uno strumento formale di mappatura, diagnosi e progetto.

Gruppi di donne pianificano gli itinerari e li percorrono al fine di identificare gli elementi che possono essere migliorati per aumentare il grado di fruibilità, di accoglienza, di sicurezza dello spazio pubblico. La preparazione preliminare, il coinvolgimento, l’esperienza diretta e il confronto fanno delle marce uno strumento potente di lettura del territorio, che non va letto solo sotto il profilo tecnico, ma come pratica capace di offrire alle donne la possibilità di diventare protagoniste dello spazio pubblico, contribuendo ai processi decisionali e riappropriandosi pienamente del ruolo di cittadine.

Perché chi sono i cittadini per i quali le città sono state progettate e costruite? Con un certo grado di semplificazione, nella maggior parte dei casi possiamo dire che sono maschi adulti, sani, non stranieri. L’introduzione della prospettiva di genere nelle politiche urbane può allora contribuire a rendere evidente quanto siano limitate le esigenze su cui si fondano molte delle soluzioni che danno forma all’ambiente costruito e di quanti possano essere i punti di vista alternativi, capaci di svelare le disuguaglianze che alcuni spazi favoriscono, ma anche di offrire nuove strategie per città più sostenibili.

Esplorare lo spazio urbano da punti di vista parziali, specifici di un gruppo di persone con esigenze simili, come le donne, e plurali, capaci cioè di cogliere l’irriducibile complessità delle identità, permette di leggere criticamente il modo in cui ci si muove, si abita, si usa e si percepisce la città, e strutturare proposte alternative. L’approccio di cui le marce esplorative sono figlie, che prevede l’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche attraverso strumenti di contrasto delle disuguaglianze, viene chiamato gender mainstreaming e la Commissione Europea lo promuove dalla metà degli anni Novanta. In campo urbanistico Vienna è un punto di riferimento per le iniziative di gender mainstreaming e uno dei tanti strumenti di cui la città si è dotata sono le linee guida per la progettazione dei parchi.

Le indagini conoscitive hanno fatto emergere un aspetto importante sull’uso degli spazi verdi da parte di bambini e adolescenti. Tra i dieci e i tredici anni le ragazze iniziano a passare meno tempo nei parchi dei loro coetanei maschi. Perché? Uno dei motivi è che i ragazzi tendono a costituire gruppi più numerosi rispetto alle ragazze e quindi ad imporre la loro presenza più facilmente. Le linee guida mirano a garantire spazi che possano far sentire a proprio agio le ragazze e contribuire a modificare nel tempo i comportamenti discriminatori. Tra le soluzioni vengono proposti campi da gioco suddivisi in più aree, spazi tranquilli dove sedersi, percorsi rettilinei e facilmente riconoscibili, incremento dell’illuminazione, bagni pubblici gratuiti, luoghi per il gioco dei più piccoli delimitati e affiancati da strutture per la socialità di chi accompagna i bambini, spesso donne alle quali è oggi demandato gran parte del lavoro di cura.

Le politiche adottate a Barcellona e a Vienna nascono dall’osservazione critica, dalla perlustrazione anche fisica dello spazio, a porre le basi per l’ascolto delle esigenze altrui. La mappatura di esperienze eterogenee e l’individuazione delle criticità permettono di mettere in discussione modelli consolidati e immaginare soluzioni che, provando a rispondere ai bisogni specifici, si rivelano più accoglienti per tutti.

Analoghi approcci e metodi di lavoro possono essere fruttuosamente riproposti agli studenti, definendo strumenti comuni, uscendo dalle aule per riportare una conoscenza diretta delle esperienze, discutendo e approfondendo i temi emersi dalle loro analisi per poter delineare insieme una sintesi progettuale.

Per approfondire

Os maios

En Galicia, como en todos los lugares del mundo, a lo largo de la historia, se ha celebrado el renacer del mundo vegetal. En Galicia, estas fiestas toman la forma de los “maios”. Esta en una celebración pagana que se remonta a la prehistoria, al periodo en que apareció la agricultura, en la que nuestros antepasados invocaban a los dioses para pedirles que hubiera buenas cosechas. Este rito se realizaba con los “maios” que eran coloridas estructuras de flores que adoptaban todo tipo de formas, con música y poesía. 

Hay diferentes tipos de “maios”:

  • los “maios humanos”, se mantienen en pocas localidades. En pasado, consistían en cortar el árbol más bonito y plantarlo en la plaza principal, pero con la llegada del cristianismo el árbol pasó a ser una cruz; 
  • los “maios figurados”, típicos del norte de Galicia: en esta fiesta los niños se visten con ramas, bailaban y realizaban arcos de flores;
  • los “maios” artísticos, típicos del sur de Galicia: son estructuras de diferentes formas que se adornan con motivos vegetales.

En muchas localidades se celebran concursos para festejar los “maios”, en los que los participantes deben presentar estructuras vegetales o componer coplas.

Fuentes

Más información en los enlaces

Vídeos

I festival dell’estate da non perdere

LA PICCOLA INVASIONE

Giovedì 1 – domenica 4 giugno 2023 – Ivrea (Torino)

La parte del festival La grande invasione dedicata ai più piccoli

La Piccola Invasione offre a bambini e ragazzi l’occasione preziosa di incontrare autori, di ascoltare storie e di divertirsi e inventarsi con l’illustrazione e l’immagine. In collaborazione con tutte le scuole di Ivrea crea occasioni di incontro per studenti e insegnanti.

Fanno parte della Piccola Invasione i giornalisti in erba della redazione Le Cavallette, che saltellano qua e là per raccontare il festival con la loro rivista.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina.

 

ANDERSEN FESTIVAL

Giovedì 8 – domenica 18 giugno 2023 – Sestri Levante (Genova)

A trasformare Sestri Levante, in Liguria, in un suggestivo angolo di Danimarca ci pensano l’Andersen Festival, uno dei più importanti festival italiani dedicato alle favole e al teatro, e l’omonimo premio letterario. Dalle letture alla ricostruzione delle tipiche atmosfere danesi, dall’8 al 18 giugno un grande teatro sul mare per grandi e bambini.

La stessa cittadina si trasforma nel corso dell’evento grazie anche mostre, esposizioni ed eventi che ne ridisegnano gli spazi urbani e sarà possibile “vivere” nei luoghi che hanno ispirato Andersen (la nativa Odense e l’isola di La Fionia) e respirarne l’universo creativo. Grandi protagonisti dell’evento, che ha come linee guida principali il teatro fisico e non verbale e il racconto, sono i bambini: sia perché è il loro lo sguardo (curioso e privo di pregiudizi) con cui tutti dovrebbero imparare a leggere il mondo sia perché sono diversi i laboratori e le attività che nel corso del Festival li vedono protagonisti attivi.

Per maggiori informazioni, consultate la pagina.

 

UNA MARINA DI LIBRI

Giovedì 8 – domenica 11 giugno 2023 – Palermo

Il fascino dell’eresia

“Il fascino dell’eresia” è il tema della quattordicesima edizione di Una Marina di Libri, il Festival dell’editoria indipendente, che si svolgerà da giovedì 8 a domenica 11 giugno, a Parco Villa Filippina (piazza San Francesco di Paola, 18) a Palermo. Tante le novità previste all’interno della rassegna, oltre alla presenza di importanti nomi della letteratura italiana e straniera che porteranno a Una Marina di Libri le loro ultime pubblicazioni, ci sarà spazio per eventi collaterali legati al mondo della cultura e dell’arte.

Come è d’abitudine, il festival ospiterà le più significative case editrici indipendenti del panorama culturale italiano e proporrà un ampio e ricco calendario di eventi per adulti, ragazzi e bambini: dalle presentazioni in anteprima ai dibattiti, dai laboratori alle letture animate per i più piccoli, dai concerti ai momenti dedicati a teatro, musica, cucina etc. 

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LIBRO APERTO

Venerdì 9 – domenica 11 giugno 2023 – Baronissi (Salerno)

Libro Aperto è un festival diffuso dedicato interamente alla letteratura per ragazzi. Bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni, divisi per fasce d’età, saranno chiamati a valutare e scegliere tra capolavori dello scenario letterario italiano, accuratamente selezionati e candidati da una giuria tecnica.

I giovani lettori saranno completamente immersi in laboratori creativi, masterclass, spettacoli, incontri con gli autori e con ospiti del mondo dello sport e dei social. Nei tre giorni di Festival le principali piazze cittadine saranno i luoghi nei quali si svolgeranno attività e laboratori adatti ad un pubblico a partire dai 3 anni. Laboratori di lettura per grandi e piccini, swap party, eventi teatrali, sport, musica e appuntamenti legati al riciclo e alla sostenibilità.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina.

 

MARE DI LIBRI

Venerdì 16 – domenica 18 giugno 2023 – Rimini

Mare di libri è un festival realizzato dagli adolescenti; sono più di cento i volontari delle scuole medie e superiori che divisi in squadre (ognuna con il proprio compito specifico) svolgono tutte le mansioni legate alla gestione del festival: vendita di libri e biglietti per gli eventi, allestimento delle sale, coordinazione di giochi e laboratori, realizzazione di materiale audiovisivo fino all’accoglienza degli autori e degli ospiti. 

Anche in questa edizione ospiti internazionali, editori, autori, autrici, ragazzi e ragazze si incontreranno per dialogare sulle parole, sui libri, sui linguaggi e attraverso di essi. Tre giorni di eventi, presentazioni, letture e approfondimenti che portano in città anche gruppi di lettura, scuole e appassionati da tutta Italia, in un evento unico sul panorama nazionale e che, negli anni, è diventato un punto di riferimento per il settore editoriale.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina.

 

FESTA DELLA LETTERATURA BIMBI A BORDO

Giovedì 31 agosto – domenica 3 settembre 2023 – Guspini (Sud Sardegna)

Ombra – Luce

La festa della letteratura Bimbi a Bordo si presenta come un crocevia di sguardi sulla cultura dell’infanzia e un’occasione di incontro tra visioni e linguaggi che considerano l’oggetto libro lo strumento capace di dar vita alla rivoluzione dei piccoli passi.

La festa BaB ha una sezione dedicata alla sonorità della parola per la fascia 0/3 anni, una sezione specifica rivolta all’adolescenza e uno spazio adulti nel quale si riflette insieme aiutando i grandi ad incontrare il mondo dei più piccoli sugli stessi temi. I temi prescelti guardano con attenzione alle trame autentiche più apprezzate dai bambini lettori e alle grandi domande inaggirabili ancora considerate per certi aspetti “tabù”.

In questa edizione si è deciso di esplorare un territorio denso di storia e storie, ricco di bellezze naturali e di archeologia industriale, nuovi spazi consentiranno agli autori-ospiti di parlare di tante argomenti legati alla luce e al buio, al bene e al male, alla terra, al cielo e alle stelle, alla notte e al giorno, esplorando ciò che siamo percorrendo la nostra parte oscura e quella più luminosa.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina.

Diritto alla libertà di parola e Diritto alla libertà di stampa

Ogni anno, il 3 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa con lo scopo di ricordare l’importanza della libertà di parola, libertà sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Per avviare una riflessione con i bambini e le bambine sull’importanza di potersi esprimere liberamente, abbiamo pensato di proporre un’attività che partisse proprio dalle parole, dal loro significato e dalla loro provenienza.

Sui dizionari per la Scuola Primaria, non è presente l’etimologia delle parole, eppure trattare questo argomento può essere molto interessante per gli alunni e le alunne che scoprono che le parole hanno una storia lunga e che spesso derivano da lingue di antichi popoli come i Greci e i Romani, argomenti che vengono trattati contemporaneamente nel curricolo di storia. La cosa stupefacente è che spesso si scopre che alcune parole inizialmente avevano un significato diametralmente opposto a quello che rivestono oggigiorno.

Un esempio? La parola scuola deriva dal greco “scholé” che significa “tempo libero” nell’accezione di un tempo in cui è possibile mettere a riposo i muscoli e mettere a frutto le proprie capacità intellettuali. Sicuramente i nostri alunni e alunne, se interpellati su cosa significhi la parola scuola non penserebbero mai e poi mai al tempo libero, ma piuttosto a un tempo occupato, pieno di cose da fare obbligatoriamente, nel quale devono stare un tempo stabilito e svolgere compiti assegnati: di fatto darebbero una definizione molto simile a quella di lavoro. 

Questa discrepanza di significato ci permette di avviare una riflessione con i bambini e le bambine sul fatto che in passato studiare era un privilegio di pochissime persone, che solo i ricchi potevano studiare e che solo nel XX secolo il diritto di istruzione è diventato universale per ragazzi e ragazze ma che in alcuni paesi questo diritto è negato ancora oggi. In questa ottica, le ore trascorse sui libri possano essere considerate un dono di inestimabile valore, che ci permette di prepararci per quello che sarà il nostro lavoro del futuro. 

Un ottimo modo per coinvolgere maggiormente i bambini e le bambine è raccontare loro la storia di Malala Yousafzai attraverso articoli di giornale, video-interviste e le sue parole: Anche se avevamo sempre amato la scuola, non ci eravamo resi pienamente conto di quanto fosse importante l’istruzione prima che cercassero di togliercela. Studiare, leggere, fare i compiti non era solo un modo come un altro di passare il tempo, era il nostro futuro”Attraverso le sue parole è possibile mettere in risalto la ribellione messa in atto da questa giovane per garantire il proprio diritto allo studio e alla libertà di parola. 

Il libro che abbiamo scelto questo mese per accompagnare l’azione didattica è “Il viaggio delle parole” di Andrea Marcolongo e Andrea Uncini edito da Mondadori; si tratta di un albo illustrato che prende in considerazione alcune parole della lingua italiana e che, attraverso l’etimologia delle stesse, avvia delle riflessioni approfondite su come il significato delle parole cambi e con esso cambino i comportamenti delle persone. Conoscere le parole e il loro significato vuol dire essere liberi di utilizzarle in modo da veicolare le proprie idee e messaggi.

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura espressiva della storia;
  • seconda parte: presentazione del lavoro;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il template.

VIDEO

MATERIALI

LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.

Soluzione di problemi e libertà di scelta: sinergia vincente!

Le Indicazioni Nazionali del 2012, ribadiscono in modo molto chiaro come il risolvere problemi, affinare le capacità di ragionamento e operare scelte strategiche, siano obiettivi fondamentali che la scuola deve perseguire e promuovere in ogni studente, anche attraverso la richiesta di argomentare e giustificare le proprie scelte e decisioni.

Nelle Indicazioni emerge chiaramente la rilevanza che il problem solving dovrebbe avere all’interno della pratica didattica: “Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo o quesiti ai quali rispondere semplicemente ricordando una definizione o una regola. (…) L’alunno analizza le situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da compiere e le concatena in modo efficace al fine di produrre una risoluzione del problema. Un’attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti”. 

La soluzione di problemi in classe

Per realizzare in pratica quanto richiesto dal documento ministeriale, è necessario a scuola, progettare e pianificare percorsi didattici che consentano a ciascuno studente, di esplorare ed interpretare situazioni problematiche diverse (e non solo problemi applicativi di conoscenze o procedure), sulle quali operare inferenze e per le quali sia possibile trovare diverse strategie risolutive, scegliendo quelle ritenute più efficaci e poi da verificare.  Si parla, in questo caso di problemi strategici, situazioni aperte spesso attinte dalla realtà, a più soluzioni diverse, che guidano i bambini all’applicazione coerente ed efficace di molteplici forme di rappresentazione e operazionalizzazione delle strategie messe in campo.

È una questione di scelta, gli alunni sono liberi di poter scegliere, tra una serie di possibili percorsi risolutivi da scoprire, quelli o quello ritenuti coerenti per quella situazione e più efficaci. La possibilità di riflettere, scegliere liberamente e argomentare con responsabilità le decisioni prese, stimolano in ciascuno il proprio pensiero creativo e critico richiedendo di immaginare e individuare, creativamente, soluzioni alle diverse situazioni problematiche che via via si propongono di risolvere, attivando processi di analisi, ragionamento, valutazione e comunicazione. 

Un possibile percorso didattico

La seguente unità di lavoro, è stata progettata e sperimentata con alunni di classe 4 e 5 ma con le dovute “attenzioni didattiche” può essere facilmente adattabile anche per le altre classi. L’efficacia del lavoro presentato è risultata notevole sia per la possibilità, data a ciascun bambino, di sperimentarsi come abile solutore di problemi scegliendo le strategie ritenute  via via più adeguate, sia per la fiducia riposta nelle scelte che, liberamente ognuno  è stato chiamato a prendere, condizione necessaria per far crescere la responsabilizzazione nei confronti del proprio operato.

Tutta la proposta didattica viene realizzata utilizzando una modalità cooperativa: “Il Roundtable simultaneo, questo permette all’alunno di non “sentirsi solo” di fronte ad una nuova situazione problematica da risolvere, ma senza rinunciare ad un proprio spazio di lavoro e di riflessione individuale. Garantire a ciascuno il proprio spazio di intervento sia nella attività di riflessione-soluzione, sia nella attività di discussione e argomentazione collettiva finale, all’interno dello spazio protetto del piccolo gruppo, abilita ciascuno ad essere protagonista e co-costruttore, allo stesso tempo, di soluzioni e decisioni condivise insieme. 

Il Roundtable simultaneo

La tecnica cooperativa proposta fa parte dello Structural Approach, sviluppato da Miguel e Spencer Kagan, modalità di lavoro cooperative che privilegiano la predisposizione di strutture definite di lavoro, in grado di garantire una efficace interdipendenza positiva e responsabilità individuale. Il Roundtable simuiltaneo è una struttura veloce per valorizzare le risorse di tutti i componenti del gruppo, impegnati nella ricerca della soluzione al problema, della quale ciascuno sarà individualmente e collettivamente responsabile.

Descrizione dell’attività: l’attività comprende un primo momento di lavoro individuale nel quale si chiede di riflettere su tre situazioni problematiche diverse in successione, mettere in relazione le informazioni fornite, operare inferenze e arrivare a proporre una ipotesi di soluzione per ciascuna. Segue la fase di lavoro nel piccolo gruppo, dove ogni ipotesi individuale viene condivisa, argomentata e, in seguito al confronto di gruppo, si arriva insieme ad elaborare una sintesi conclusiva da argomentare nella fase finale nel grande gruppo. 

Svolgimento: si formano gruppi da tre componenti e si consegna a ciascuno una scheda diversa ( A,B,C), ogni scheda presenta una situazione problematica aperta a più soluzioni. Ogni componente legge attentamente e interpreta la situazione presente nella propria scheda, veicolata anche dal linguaggio visivo, mette in relazione i dati forniti e propone una ipotesi di soluzione scegliendo liberamente tra più possibilità effettive. Per evitare tempi morti di attesa, le tre schede vengono fatte girare contemporaneamente; ogni scheda pone un quesito diverso, ciascun alunno scrive la sua proposta di soluzione, passa il foglio al compagno/a a destra, prende la seconda scheda dal compagno di sinistra e continua cosi fino a che non ha dato tutte e tre le risposte.

Le schede quindi ruotano contemporaneamente intorno al tavolo. Per evitare che ciò che ha scritto un alunno influenzi chi riceve successivamente il foglio, si può chiedere che l’ipotesi di soluzione venga scritta nel primo spazio in fondo, che poi verrà ripiegato lungo la linea tratteggiata per coprire la risposta stessa. Chi riceve successivamente la scheda può quindi leggere la domanda, ma non la precedente risposta. Al termine all’interno del piccolo gruppo, si condividono le ipotesi proposte, argomentandole e confrontandosi su di esse per poi redigere insieme una scheda di sintesi finale (scheda D) con le soluzioni ritenute più coerenti ed efficaci dal gruppo, per risolvere le tre situazioni problematiche proposte.

Valutazione formativa

Durante questa unità di lavoro, l’insegnante attiverà un processo di valutazione costante, monitorando tutte le fasi realizzative e basandosi su diversi elementi: le osservazioni di ciò che ciascuno elabora nella fase individuale, ma anche come affronta i diversi compiti sia da un punto di vista emotivo sia comportamentale. La valutazione prenderà in considerazione non solo le competenze logico-matematiche specifiche ma anche l’autonomia di lavoro, la capacità di affrontare una situazione nuova mobilitando risorse personali e di collaborare con i propri compagni e le proprie compagne. Verrà anche valorizzata e sostenuta la capacità di argomentare le proprie scelte e di operare una riflessione metacognitiva sul proprio operato, attraverso conversazioni e il completamento di schede di autovalutazione.

Differenziare per includere

Valorizzare ciascuno

Gli alunni e le alunne che compongono le nostre classi sono tutti diversi, con interessi, passioni, esigenze, peculiarità, stili di apprendimento del tutto differenti. Eppure nella didattica tradizionale si continuano ad imporre le stesse modalità procedurali, gli stessi tempi e si richiedono gli stessi prodotti a ciascuno, senza un’effettiva differenziazione, eccetto per coloro con bisogni educativi speciali. La differenziazione didattica non può e non deve avere solo lo scopo di semplificare l’apprendimento ma dovrebbe valorizzare ciò che ciascun alunno è in grado di fare. 

Cosa differenziare

La differenziazione didattica si basa sulla necessità di attivare e perseguire una didattica per competenze con l’obiettivo di far emergere il talento di ciascuno, attraverso percorsi che siano in grado di stimolare e avvicinare lo studente ad un apprendimento vivo e attivo. Nella pratica didattica in classe la differenziazione è possibile in tre ambiti: contenuti, processi, prodotti.

Conoscere gli alunni in profondità

Per poter progettare percorsi differenziati è necessario però conoscere in modo approfondito i propri studenti. L’insegnante, infatti, deve aver chiaro non solo lo stile cognitivo e il metodo di apprendimento di ciascuno, ma deve anche conoscere interessi, curiosità, talenti, punti di forza, fragilità, potenzialità e bagaglio personale. Proprio grazie a queste informazioni il docente sarà in grado di valutare la prontezza all’apprendimento, lavorando sulla zona di sviluppo prossimale e, agganciando i percorsi didattici alla vita degli alunni.

Il ruolo del docente

Il docente non è più un dispensatore di conoscenze, ma diventa un regista che gestisce e accompagna i processi, affiancando ciascuno e incoraggiando la riuscita di tutti. L’insegnante inoltre sarà il primo esempio di competenza in azione perché nella quotidianità didattica dovrà far vedere ai propri alunni come procedere proprio come un artigiano che attraverso l’apprendistato cognitivo mostra, accompagna, affianca e sostiene ciascuno nell’apprendimento cooperativo e vero.

Esempi di attività differenziate

    1. Stazioni di lavoro. La classe viene suddivisa in tavoli di lavoro dove gli alunni possano lavorare insieme e confrontarsi mettendosi in gioco però su attività diversificate. Ciascuna stazione infatti propone attività distinte che richiedono abilità diverse e strategie cognitive mirate in base a ciascuna proposta. L’obiettivo è anche quello di “imparare facendo”, dunque la progettazione delle attività deve tener presente della parte pratica e applicativa del sapere. 
    2. Tabelle di scelta. Vengono proposte agli alunni delle tabelle che contengono molte e varie attività inerenti ad uno stesso argomento oppure molto diverse tra loro. Gli alunni potranno mettersi al lavoro sull’attività che preferiscono e, rendendo l’attività piacevole e vicina ai propri interessi, alle proprie modalità di apprendimento o ai propri bisogni formativi. 
    3. Centri di apprendimento. La modalità didattica dei centri di apprendimento viene utilizzata per il rinforzo e sostegno specifico degli apprendimenti. La classe viene suddivisa in gruppi cooperativi dove gli alunni attraverso l’utilizzo di specifiche attività come ad esempio progetti, giochi, manufatti, si mettono alla prova per consolidare le proprie abilità in un contesto cooperativo e di aiuto reciproco tra pari.
    4. Centri di interesse. Quando si lavora per centri di interesse gli alunni hanno la possibilità di scegliere in autonomia ciò su cui lavorare in base ai propri interessi e alle proprie passioni. La classe viene infatti suddivisa in zone attrezzate all’interno delle quali sia possibile allenarsi o esercitarsi utilizzando materiali e risorse di studio per approfondire specifici argomenti. In questo caso la motivazione personale e la scelta favoriscono l’attivazione di un clima positivo.

Lavorare applicando la differenziazione didattica è sicuramente complesso e richiede una competenza attiva dell’insegnante, che continuamente si mette in discussione e prova nuove strade per rendere la giornata scolastica efficace e piacevole. Allo stesso tempo è davvero impegnativo costruire legami con tutti i nostri studenti mostrando sensibilità per le loro differenze e realizzare percorsi didattici cuciti su misura per la specificità che ciascuno di loro ha. Ma c’è una certezza, quella che gli studenti lavorino meglio in un contesto in cui si sentano presi in considerazione, apprezzati e sostenuti. E se non sappiamo da dove cominciare, la prima cosa da fare è studiare, e la seconda è cominciare e provare sul campo. 

Per approfondire

  • D’Alonzo, L. (2016). La differenziazione didattica per l’inclusione. Metodi, strategie, attività – Trento: Erickson. 
  • Demo, H. (cur.) (2015). Didattica delle differenze. Proposte metodologiche per una didattica inclusiva – Trento: Erickson.
  • D’Alonzo, L. (2019). Ognuno è speciale. Strategie per la didattica differenziata. Milano – Torino: Pearson
  • Tomlinson, C. A., & Imbeau, M. B. (2012). Condurre e gestire una classe eterogenea – Roma: LAS
  • Tomlinson, C. A. (2006). Adempiere la promessa di una classe differenziata: strategie e strumenti per un insegnamento attento alla diversità – Roma: LAS

Per iniziare: un piccolo spunto operativo

Liberi di scegliere

Spesso i paradossi possono essere molto utili per vedere che cosa non funziona e apportare le giuste correzioni. È un paradosso, per esempio, la differenza tra il modo tutto italiano di intendere “il controllo” dei bambini e delle bambine nel contesto scolastico e quanto avviene nel Nord Europa. Non è un mistero, infatti, che nei Paesi che spesso usiamo come riferimenti positivi, si consentono spazi di autonomia molto più ampi. Gli alunni e le alunne possono andare a scuola o tornare a casa da soli, possono non avere gli occhi degli adulti addosso durante l’intervallo e sono sollecitati a cavarsela il più possibile da soli.

Si tratta di un paradosso perché diamo per scontato che non ci siano condizioni oggettive tali da giustificare trattamenti così diversi. Anzi, in tempi di prove Invalsi siamo addirittura orientati alla costruzione di un sistema di valutazione comune con costanti confronti internazionali. E si tratta, per di più, di un paradosso consistente perchè lo stesso concetto di successo scolastico esce molto ridimensionato, senza un adeguato sviluppo dell’autonomia personale.

In attesa di un dibattito su questi temi e, magari, di modifiche legislative adeguate, dobbiamo tenere comunque in considerazione alcuni aspetti fondamentali:

  • quando gli alunni e le alunne percepiscono di poter gestire in prima persona le situazioni che le riguardano (locus of control interno), i loro apprendimenti crescono significativamente;
  • uno dei motori più efficaci del successo scolastico è “aver chiaro” il proprio funzionamento durante l’apprendimento (strategie, modalità preferenziali, organizzazione delle informazione);
  • autonomia e sviluppo della conoscenza di sé sono strettamente connesse: senza occasioni di lavoro in autonomia, non si creano le condizioni necessarie alla ricerca personale. 

Date queste premesse, la domanda più ovvia è: come posso organizzare la mia classe per favorire la crescita dell’autonomia pur nei limiti ricordati sopra? Una delle esperienze più significative è rappresentata da quella che si può definire “didattica aperta” e che può essere praticata anche solo in alcuni momenti della settimana o della giornata.  Per esempio,  si possono prevedere alcuni momenti settimanali nei quali:

  • i bambini e le bambine sono divisi in gruppi di lavoro;
  • ciascun gruppo è caratterizzato da una diversa proposta operativa, da un diverso argomento o anche da una diversa disciplina;
  • ciascun componente della classe sceglie quale tipo di lavoro svolgere, ovvero a quale gruppo aderire, e poi relaziona alla classe;
  • la scelta avviene sulla base di preferenze o di necessità personali e viene discussa pubblicamente nella classe;
  • la rotazione dei diversi componenti nei gruppi va a completare un quadro di insieme: al termine della turnazione, tutti i bambini e tutte le bambine avranno completato ciascuna delle diverse proposte.

Nella nostra esperienza, le ore di didattica aperta sono le più entusiasmanti, per la classe. Sono quelle ore in cui ciascuno può decidere cosa fare, o come farlo, o con chi. Questo ovviamente richiede un cambio di passo importante per l’insegnante. La parte più consistente del suo lavoro avviene prima di entrare in aula, nella preparazione e organizzazione dei materiali, delle consegne, delle risorse per i vari gruppi. Una volta avviata la lezione, invece, la sfida principale per il docente è quella di “fare un passo indietro”: di non condizionare le scelte degli alunni, di lasciarli liberi di provare, di cambiare, di sbagliare, di imparare. Con gli altri e con le altre. 

A fine lezione, poi, l’insegnante dovrà occuparsi di tirare le fila e capire come è andato il lavoro di ciascun alunno e di ciascuna alunna, ascoltare le motivazioni delle loro scelte, restituire un feedback costruttivoUna fase, questa finale, importantissima: è dai loro racconti, infatti, che emergeranno tante informazioni utili per conoscere più a fondo tutte le differenze presenti in classe. Informazioni sulle dinamiche relazionali, certo, ma anche sui diversi stili di apprendimento, sulle loro preferenze, sulla loro consapevolezza di sé.