Le stagioni della scuola. L’autunno

Se si pensa all’inizio della scuola, l’associazione con l’autunno è immediata, sebbene le lezioni comincino in estate; probabilmente questo accade perché una volta la scuola iniziava il primo di ottobre.

Quale che sia la motivazione, di solito la prima stagione che viene presentata a scuola è l’autunno. Si osservano gli alberi cambiare veste, si raccolgono le foglie gialle e rosse, si mangiano le castagne. Fin dalla Scuola dell’Infanzia, ogni anno si dedica almeno una lezione al tema dell’autunno. Si fanno esperienze all’aperto, si leggono letture ambientate in questo periodo dell’anno, si fanno lavoretti per decorare l’aula a tema e si recitano le poesie. Occorre quindi cercare sempre nuove attività e idee da proporre.

Ma prima di inoltrarci nell’attività che abbiamo pensato, vogliamo condividere una riflessione: nella nostra società l’inizio della scuola, un momento frenetico, dove si deve riprendere il ritmo e accelerare per stare al passo con tutte le cose da fare, coincide con il momento dell’anno in cui la natura, invece, sceglie di rallentare, di entrare in letargo. Da un lato le giornate diventano più corte, ma i nostri impegni come insegnanti e alunni crescono a dismisura, tutto ciò crea una discrepanza su ciò che sentiamo (torpore e sonnolenza) e ciò che ci viene richiesto (velocità e performance).

Sarebbe opportuno partire proprio da questa riflessione per strutturare le attività in classe in modo che i due ritmi, quello naturale e quello scolastico fossero più in sintonia. Questo sicuramente aiuterebbe gli alunni e le alunne a vivere con meno stress l’avvio dell’anno scolastico.

Per riflettere sul tema dell’autunno abbiamo pensato di partire da una favola nota “La cicala e la formica” di Esopo, nella versione tratta dal nostro manuale “Didattica per competenze con i lapbook” edito da Centro Studi Erickson. Partendo dalla storia, abbiamo voluto porre l’accento sul ciclo delle stagioni e in particolare sull’autunno e ciò che lo caratterizza.

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura espressiva della storia;
  • seconda parte: presentazione del lavoro;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il template “Autunno”

VIDEO

MATERIALI

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LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.

Fact Checking | Anche tu, Bruto, figlio mio… O no?

Un’uscita di scena tragica e memorabile

Nella storia di Roma, quella di Giulio Cesare fu una parabola tanto folgorante quanto indelebile. I successi militari e le conquiste, l’ascesa politica, la costruzione del potere assoluto: tutto nella vita pubblica di Cesare fu repentino, e al tempo stesso capace di lasciare il segno.

Persino la sua morte, alle Idi di marzo del 44 a.C., fu un’uscita di scena inattesa e memorabile. A segnarla fu un tradimento atroce, accompagnato da parole pronunciate in un crescendo di emozioni da tragedia greca. Almeno per come ci è stata raccontata…

 

Una ricostruzione drammatica

Il racconto più noto delle ultime, concitate ore della vita di Giulio Cesare proviene dallo scrittore latino Svetonio. Egli ce ne parla nella sua opera Vite dei Cesari, scritta tra il 119 e il 122 d.C. Dunque un secolo e mezzo dopo l’effettivo svolgersi degli avvenimenti: non proprio quella che si definisce una testimonianza diretta!

La ricostruzione di Svetonio è un capolavoro di tecnica narrativa, teso a celebrare “il divino Giulio” e drammatizzare al massimo grado gli eventi. 

Nel testo, prima di raccontarci l’assassinio, Svetonio rievoca i presagi negativi avuti dallo stesso Cesare: la profezia dell’aruspice Spurinna, che lo invita a prestare attenzione a un pericolo “che si prospetta non oltre le Idi di marzo” e il sogno della notte precedente il delitto, quando Cesare vede se stesso “volteggiare al di sopra delle nubi” e “stringere la mano a Giove”.

 

Parole lapidarie o silenzio?

Poi si giunge sulla scena del crimine: i congiurati attorniarono Cesare, lui si ritrae e urla: «Ma questa è violenza!», fino al primo colpo di pugnale, a cui ne seguono altri ventidue.

A questo punto Cesare, vedendo tra i suoi assassini anche Bruto, esclama la celebre frase: «Tu quoque, fili mi» (“Anche tu, figlio mio”). Anzi no! Perché Cesare non parla in latino – e ce lo precisa Svetonio stesso – ma in greco, perché questa è la lingua usata dal mondo politico romano dell’epoca: «Kaì su teknòn» (“Anche tu, figlio”).

Poco più avanti, il testo di Svetonio si contraddice e pare negare le parole prima riportate, dicendo che Cesare, dopo il primo colpo, non parla più, ma riesce solamente ad emettere un gemito. 

È questo un dettaglio che l’autore si lascia quasi sfuggire, facendo trapelare un momento di debolezza che poco si addice al grande condottiero.

La celebre frase «Tu quoque, Brute, fili mi» è dunque per lo meno dubbia: di certo è stata tradotta in latino solo in seguito, e pure con l’aggiunta del nome di Bruto.

 

Un timore universale

Come spesso capita, alcune ricostruzioni diventano tanto affascinanti da essere credute vere fin nei minimi dettagli. La frase è ormai parte della tradizione, e chiunque faccia riferimento alla morte di Cesare non può evitare di rievocare quelle dubbie, ma pur sempre fatali parole. La fortuna di queste ultime, però, ha forse un’altra e più profonda ragione, legata alla loro capacità di condensare in sé un timore universale: quello di essere traditi dalle persone più care.

Chute du Mur de Berlin

Le 9 novembre 1989, la chute du Mur de Berlin, séparant l’Est et l’Ouest de la ville depuis 1961, marquait la fin de la Guerre Froide et une nouvelle ère pour l’Allemagne et l’Europe Mémorial du mur de Berlin. À travers ces quelques lignes, nous chercherons à nous interroger sur l’importance de mots comme Liberté, Unité, chers à la France comme le rappelle sa devise Liberté, Égalité, Fraternité. 

Il y a quelques jours, le maire-gouverneur de Berlin, Kai Wegner, a dévoilé ses plans pour célébrer le 35anniversaire de la chute du Mur de Berlin.  Un parcours de quatre kilomètres en plein air sera établi sur le tracé de l’ancien Mur et proposera aux visiteurs une installation artistique pour réfléchir sur des thèmes liés à la Liberté et à la Démocratie. 35 ans de la chute du Mur à Berlin

Le mot Liberté signifiait pour les Berlinois pouvoir franchir cette frontière érigée depuis presque 30 ans. L’Unité retrouvée, la réunification de l’Est et de l’Ouest de la ville, sont aujourd’hui au cœur des commémorations qui ont pour but de rendre hommage aux citoyens et aux mouvements populaires qui ont permis la chute du Mur. Nous avons tous encore en tête la photo de Conrad Schumann, soldat est-allemand qui est passé au-delà des barbelés pour rejoindre l’Ouest. “Le Saut vers la liberté” de Patrice Romedenne.

En 1989, pour célébrer cet événement, la Tour Eiffel avait été illuminée aux couleurs de l’Allemagne. Cette période historique a marqué le début d’une profonde amitié franco-allemande et d’une nouvelle solidarité européenne. Cette année-là, de nombreux jeunes français se sont rendus à Berlin pour fêter ce jour historique et certains ont même aidé à détruire le Mur avec des pioches. Qu’ont-ils pu ressentir en voyant les morceaux de Mur s’effondrer ? Que signifie aujourd’hui être un citoyen libre ? Que représente pour nous l’Unité au sein d’ un pays, d’une ville ? A l’époque, de nombreux slogans militants ont été lancés, comme « Wir sind das Volk ! » (« Nous sommes le peuple !) « Le Mur doit tomber », « Ville libre », « Ouvrez la frontière », « Non au Mur ». Comment résonnent en nous ces formules frappantes de nos jours ? 

L’anniversaire de la Chute du Mur de Berlin constitue bien plus qu’un événement historique. C’est une occasion de réfléchir sur la Liberté, sur les revendications contre les divisions mais aussi sur l’ existence de murs physiques ou symboliques encore érigés de nos jours. En passant d’un contexte mondial à un contexte plus national, nous pourrions aussi réfléchir sur l’interprétation des valeurs de la devise française de nos jours, Liberté – Égalité – Fraternité  déclinées en tant que Liberté de culte, d’expression –  Égalité des chances  – Inclusion sociale. Cette commémoration relance l’interrogation sur les valeurs de notre époque, sur la Liberté en tant que fondement d’une société ouverte et diversifiée, ainsi que l’ont définie les organisateurs de la manifestation qui cette année aura pour slogan : Portons haut la liberté ! 

35 ans après la chute du Mur

9 novembre 1989, après une période de séparation d’environ trente ans et grâce à la persévérance d’ actions citoyennes non-violentes, le monde assiste à la chute du Mur de Berlin. La chute du mur de Berlin. Repères historiques. Fin d’une ère, symbole de liberté retrouvée et de réconciliation, cet événement marque un tournant dans l’histoire européenne. Un nouvel élan de solidarité internationale, un sentiment commun de lutte pour la liberté des peuples et pour la démocratie envahit l’Europe. L’art, et la littérature française, nous permettent de comprendre la portée d’une telle transformation sur les plans politique, social, et humain. 

On les appelait les « Manifestations du lundi ». Ce mouvement né à Leipzig et qui s’est ensuite étendu à d’autres villes, regroupait des milliers d’Allemands de l’Est venus réclamer la fin de la répression et le droit de voyager librement. Des slogans comme « Wir sind das Volk ! » (Nous sommes le Peuple) retentissaient dans les rues et s’affichaient sur les pancartes des manifestants. 

Ces revendications furent assidûment suivies en France par les intellectuels, journalistes et hommes politiques : cette soif de liberté faisait écho aux luttes pour les droits de l’homme et la démocratie si fortement vécues au cours de l’histoire. Il suffit de penser à Rousseau avec Du contrat social, au tableau de Delacroix La Liberté guidant le peuple d’Eugène Delacroix – Histoire analysée en images et œuvres d’art ou à la Résistance pendant la seconde guerre mondiale à travers l’hymne à la Vie et à la Liberté de Paul Éluard Liberté par – œuvre d’art analysée en images ou encore Mai ’68. Cette même soif de liberté qui est gravée dans nos esprits grâce à la photo de Conrad Schumann, soldat est-allemand, passé au-delà des barbelés pour rejoindre l’Ouest. “Le Saut vers la liberté” de Patrice Romedenne.

La photographie n’est pas la seule à contribuer à cet héritage culturel actuel offert par la chute du Mur. Des témoignages comme celui d’Éric Biégala, alors parmi les premiers reporters qui se sont précipités à Berlin quand ils ont appris que le mur était enfin en train de tomber, Berlin, derrière le mur, la liberté ou encore l’exposition organisée au Palais Royal pour les 20 ans de la Chute du Mur 1989-2009. Mur de Berlin. Artistes pour la liberté, Palais-Royal représentent tout autant de clés qui nous permettent de comprendre la portée de cet événement. Des traces historiques pour nous inciter à nous interroger sur des valeurs toujours d’actualité : liberté, paix et unité, importance du droit de manifester, lutte pour les libertés fondamentales dans les sociétés d’aujourd’hui. Même en se promenant à Paris, des vestiges du Mur sont là pour rappeler aux passant que les murs physiques ou idéologiques peuvent être abattus. À la recherche du Mur de Berlin à ParisAvez-vous remarqué ces vrais fragments du mur de Berlin dans les rues de Paris ? Ils se trouvent dans 3… . La  coopération France – Allemagne s’est renforcée et sur le plan Éducation, rappelons la longévité de OFAJ, ce partenariat visant à promouvoir des échanges scolaires entre jeunes L’Office franco-allemand pour la Jeunesse (OFAJ). Il convient aussi de souligner que La chute du Mur a aussi déclenché un bouleversement humain, culturel et identitaire et des écrivains comme Philippe Labro Berlin : Michel Labro et Denis Olivennes se souviennent, ou bien encore Gonin et Guez L’histoire du mur de Berlin : de la guerre à la chute,  et Laforcade en ont, à travers leur travail de recherche, fourni une clé de lecture. 

Une victoire physique donc, une réunification géographique mais aussi une ouverture humaine vers un espace politique redessiné, avec des défis et des espoirs. Le 35 -ième anniversaire de la chute du Mur de Berlin nous invite à une réflexion sur la signification d’unité, de liberté mais aussi de coopération et de responsabilité collective. Pour Sartre, la liberté individuelle s’accompagne immanquablement d’une responsabilité collective et nous nous devons d’affronter les questions existentielles de notre propre identité, personnelle et collective. Que reste-t-il de Sartre ? La responsabilité morale et collective – Marc Alpozzo (Ouvroir de réflexions potentielles). Pour reprendre les mots de Denis de Rougemont, l’avenir est notre affaire, c’est tout de suite que les hommes doivent prendre en main leur existence. L’avenir est notre affaire, par Yves Florenne. Les hommes, oui. Nous avons parlé de Mur mais leur chute est rendue possible grâce à la compréhension, à la coopération et à l’unité entre les hommes. “Être homme, c’est précisément être responsable. C’est sentir, en posant sa pierre, que l’on contribue à bâtir le monde.”(Terre des hommes – Saint-Exupéry Terre des Hommes (1939). L’histoire nous a montré que face aux barrières, aux frontières et aux murs, aussi bien physiques que symboliques, les relations humaines peuvent être interprétées comme une invitation à construire des ponts, des ponts de compréhension pour aller au-delà des frontières physiques et mentales. 

Registrazioni in P.D. delle operazioni tipiche delle società di persone

Quali applicazioni può avere l’Intelligenza Artificiale nell’ambito forense?

Per rispondere a questa domanda, cerchiamo prima di tutto di fare chiarezza su cosa intendiamo per ambito forense. Questo termine si riferisce a tutte quelle applicazioni dell’intelligenza artificiale utilizzate a fini investigativi, con lo scopo di supportare indagini e procedimenti legali. In altre parole, l’AI può essere impiegata per analizzare prove, raccogliere dati o fornire supporto tecnico in contesti giudiziari e investigativi. Fra i numerosi ambiti applicativi di queste tecniche, un esempio che esploreremo insieme in questo articolo riguarda la forensica delle immagini.

L’IA nella forsensica delle immagini

La forensica delle immagini è una disciplina che si occupa dell’analisi e della verifica dell’autenticità di immagini digitali. Viene spesso usata per investigare casi criminali o risolvere dispute legali. Infatti, oggi, esistono strumenti sempre più avanzati in grado di rimuovere e sostituire con estrema precisione parti di un’immagine, a fini manipolativi o diffamatori.

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale (IA), la forensica delle immagini ha vissuto una profonda evoluzione: l’IA ha permesso di rilevare manipolazioni, migliorare la qualità delle immagini e identificare zone dell’immagine rimosse oppure aggiunte così da poterne verificare la veridicitá. Infatti, le immagini digitali possono essere facilmente modificate con software come Photoshop, ma gli algoritmi di IA possono analizzare i metadati e la struttura dell’immagine per individuare incongruenze che indichino la presenza di una possibile manipolazione.

Cosa sono i deepfake? 

L’IA può essere utilizzata anche per lo studio dei video, ad esempio per l’analisi dei cosiddetti deepfake. Il deepfake rappresenta una vera e propria sfida nella forensica delle immagini, in quanto le nuove tecnologie consentono di creare immagini e video altamente realistici di eventi o persone che non esistono nella realtà, in alcuni casi, anche qui, con fini diffamatori.  Si possono quindi utilizzare reti neurali che permettano di identificare con successo i media generati da quelli non generati. Un esempio di software di questa tipologia è FaceForensic++.

Riconoscimento biometrico e facciale

Altri esempi applicativi, sono i software che effettuano riconoscimenti biometrici e facciali. Gli algoritmi di machine learning possono infatti analizzare immagini di volti e confrontarle con vasti database di fotografie per identificare persone coinvolte in crimini o altre attività illegali. Questa tecnologia è utilizzata da agenzie governative e forze di polizia in tutto il mondo, per identificare sospetti o localizzare persone scomparse. Un esempio famoso di questa tecnologia è Clearview AI, usata largamente da parte delle forze di polizia e che consente di identificare una persona partendo da una foto, comparandola con miliardi di immagini disponibili online, come quelle presenti sui social media.

Rubrica a cura di Generazione Stem

Dalla passione per la vita allo studio delle Scienze Biologiche

Quando pensiamo alla biologia, ci vengono in mente laboratori e manuali, ma c’è molto di più dietro a questa disciplina. Cosa significa realmente studiare Scienze Biologiche? E quali strade professionali si possono intraprendere dopo la laurea? Scopriamo insieme le molteplici sfaccettature di questo affascinante campo!

La passione per la vita e la biologia

Quando parliamo di biologia, parliamo di vita. La parola stessa deriva dal greco “bios” (vita) e “logos” (studio), quindi si riferisce allo studio della vita in tutte le sue forme. Ma non si tratta solo di analizzare cellule al microscopio o di memorizzare nomi scientifici: studiare biologia significa esplorare i meccanismi nascosti che regolano l’esistenza di ogni essere vivente. Non è affascinante?

Consideriamo, ad esempio, l’evoluzione. Come ha fatto Darwin a formulare una nuova spiegazione per la straordinaria diversità delle specie? Ha osservato, sperimentato e integrato idee già esistenti, fino a sviluppare una teoria che continua a essere fondamentale per la biologia moderna. Qui entra in gioco la creatività: non si tratta solo di ripetere ciò che già conosciamo, ma di esplorare e comprendere sempre più a fondo i meccanismi che governano il mondo vivente.

Corso di laurea in Scienze biologiche: cosa si studia?

A differenza di ciò che si potrebbe pensare, non ci si limita a osservare piante e animali: è un percorso che abbraccia molteplici discipline e aree di studio, che vanno dalle scienze molecolari alla botanica, dalla genetica alla zoologia.

Durante i primi anni della triennale si acquisiscono le basi in chimica, fisica e matematica, discipline fondamentali per comprendere i meccanismi biologici. Successivamente, si approfondiscono le materie più specifiche come la biologia cellulare, la biochimica, l’ecologia e la fisiologia degli organismi viventi. Al terzo anno, hai la possibilità di scegliere esami che ti permettono di specializzarti in un ambito di tuo interesse, come farmacologia, anatomia umana, genetica ed evoluzione, paleobiologia, scienza dell’alimentazione e molte altre, magari in vista della magistrale o del settore lavorativo che vuoi intraprendere.

Il percorso di studi prevede anche esperienze pratiche in laboratorio, essenziali per mettere in pratica ciò che hai appreso. E poi ci sono le esperienze sul campo, dove puoi osservare direttamente gli organismi nel loro ambiente naturale, una parte affascinante e fondamentale se desideri lavorare in ambito ambientale o nella conservazione della natura.

Laurea in Scienze biologiche: quali possibilità dopo?

Terminata la triennale, si aprono diverse strade. Puoi scegliere di continuare con una laurea magistrale in settori come la biologia molecolare, l’ecologia, le biotecnologie, l’astrobiologia, la biologia marina, la biologia sanitaria e molti altri. Io, ad esempio, ho deciso di proseguire con una magistrale in Biotecnologie per la medicina traslazionale, un percorso che mi affascina perché unisce la ricerca di base con soluzioni pratiche per la diagnosi, la prevenzione e la cura delle malattie. 

E gli sbocchi lavorativi? Ecco alcune delle principali opzioni:

  • Controllo qualità: molte aziende, soprattutto nei settori industriali e alimentari, hanno bisogno di figure esperte per garantire che i loro prodotti rispettino gli standard di sicurezza e qualità, o per monitorare l’impatto ambientale delle loro attività. 
  • Industria farmaceutica, biochimica e alimentare: queste industrie hanno una forte domanda di biologi e biologhe specializzate nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, farmaci o alimenti.
  • Informatore o informatrice scientifico/a: questa figura professionale ha il compito di comunicare ai medici e agli operatori sanitari le informazioni riguardanti nuovi farmaci, dispositivi medici o trattamenti innovativi.
  • Esperto/a per laboratori scientifici nelle scuole: un altro sbocco interessante è quello di collaborare con le scuole primarie e secondarie come esperto/a per la conduzione di laboratori scientifici. Questo ti permetterebbe di trasmettere la passione per la scienza ai più giovani, facendoli avvicinare al mondo della biologia attraverso esperimenti e attività pratiche.
  • Divulgazione scientifica/comunicatore o comunicatrice scientifico/a: se la tua passione è comunicare la scienza e renderla accessibile a tutti, puoi anche lavorare come libero professionista nel campo della divulgazione scientifica. Potresti collaborare con musei, editori scientifici, oppure sfruttare i social media e altri mezzi di comunicazione per condividere le tue conoscenze e avvicinare il pubblico alla biologia.

Quest’ultima è la strada che ho scelto io: attraverso i social media e la scrittura di articoli di scienza, mi dedico a rendere la biologia comprensibile e affascinante per la mia community. Anche se non avevo pianificato questo percorso fin dall’inizio, è stata un’evoluzione naturale del mio amore per la biologia. La divulgazione è un modo straordinario per mantenere viva la tua passione, ma anche per avere un impatto positivo su chi ti segue. Non si tratta solo di “condividere informazioni” ma di coinvolgere le persone, stimolarle a farsi domande e a vedere la scienza come qualcosa che sta tutt’attorno a noi.

Inoltre, per i laureati di I livello è prevista l’iscrizione all’Albo B dell’Ordine Nazionale dei Biologi (Biologo junior), previo superamento di un Esame di Stato. Il Biologo junior svolge funzioni tecnico-professionali, anche nel campo della ricerca, utilizzando procedure tecnico-analitiche per condurre saggi e analisi in vari ambiti, come:

  • analisi biochimiche, microbiologiche, virologiche, farmacologiche, immunologiche, citologiche e istopatologiche nel campo della diagnostica clinica;
  • analisi di controllo ambientale, di igiene delle acque, dell’aria, del suolo e degli alimenti, e di qualità su materiali di origine biologica;
  • compiti tecnico-operativi e di supporto nelle attività produttive e tecnologiche all’interno delle imprese.

Questi sono solo alcuni dei tanti percorsi che puoi seguire, e la biologia è una disciplina in continua evoluzione; quindi, le opportunità crescono di anno in anno.

È possibile studiare biologia senza un background specifico?

La risposta è assolutamente sì, e te lo dico per esperienza personale. Io stessa ho frequentato un istituto tecnico commerciale con corrispondenza in lingue estere. Un percorso che, col tempo, ho capito non essere quello giusto per me. Non avevo solide basi scientifiche come quelle che si acquisiscono in un liceo scientifico, e all’inizio credevo che questo sarebbe stato un ostacolo insormontabile. Inizialmente, avevo persino intrapreso un altro corso di laurea, Mediazione Linguistica e Culturale, che ho lasciato all’inizio del terzo anno per iscrivermi a Scienze Biologiche, inseguendo quella che era la mia vera passione.

Ma, come spesso accade, la vita ci mette di fronte a ostacoli inaspettati. Tra problemi di salute e altri progetti di vita, ho messo da parte ciò che davvero mi faceva battere il cuore. Per anni ho seguito altre strade, ma il desiderio di tornare alla biologia non mi ha mai abbandonato. Molti anni dopo, ho ritrovato il coraggio di riprendere quel sogno e rimettermi in gioco, tornando a studiare ciò che amavo davvero. All’inizio non è stato facile: rimettersi sui libri dopo tanto tempo e recuperare le lacune è stata una vera sfida, ma ce l’ho fatta. Mi sono laureata in Scienze Biologiche! Non è stato un percorso lineare né veloce, ma è stato il mio percorso. Se posso darti un consiglio, è questo: non c’è un “tempo perfetto” o un “percorso ideale” per seguire i propri sogni. Ciascuno ha il proprio ritmo e il proprio cammino, e non importa quanto tempo ci vorrà.

La cosa più importante è la passione, la determinazione e la voglia di mettersi in gioco. Nel mio caso, anche se il percorso è stato più lungo del previsto, l’esperienza mi ha resa più consapevole e motivata. E alla fine, ciò che conta davvero non è quanto velocemente raggiungi il traguardo, ma la soddisfazione di aver seguito la tua strada, indipendentemente dalle deviazioni lungo il percorso. In conclusione, studiare scienze biologiche non è solo un percorso accademico, ma un viaggio che può trasformare la tua vita. Ogni esperienza, ogni scelta ti porta a scoprire qualcosa di nuovo su te stesso e sulle tue passioni. Personalmente, ho imparato che non importa se parti da un background diverso: ciò che conta è avere la curiosità e il coraggio di seguire i propri sogni.

Se hai dubbi o domande, sappi che sono qui per condividere la mia esperienza e aiutarti. Ogni passo che fai in questo affascinante mondo della biologia è un’opportunità per crescere e scoprire nuove strade. Ricorda, la scienza è un’avventura che continua a sorprenderti. Non vedo l’ora di vedere dove ti porterà il tuo viaggio! Buona fortuna e, soprattutto, segui sempre la tua passione!

Rubrica a cura di Generazione Stem

Poesie al ritaglio

Fare poesia a scuola non è leggere o far scrivere componimenti in occasioni dedicate, ma dovrebbe essere un vero viaggio alla scoperta della realtà con altri occhi. Fare poesia significa immergersi in un cammino alla scoperta di emozioni, suoni e immagini che consentano a bambini e bambine di esprimersi in profondità, o consapevole leggerezza, in modi inaspettati e nuovi.  Immergersi nella potenza della poesia significa far lavorare la propria creatività e l’immaginazione, favorendo una connessione profonda con la lingua, le parole e la propria interiorità. 

Quando bambini e bambine leggono e scrivono poesie, imparano a giocare con le parole e a esplorare concetti complessi con semplicità e immediatezza. Ogni verso rappresenta un’opportunità per sperimentare, facendo accostamenti inaspettati e nuovi: si mette in parole ciò che si pensa, ciò che si sente, ciò che si ha vissuto o ciò che si vorrebbe sperimentare. La poesia consente di utilizzare parole, anche quelle meno frequenti, per creare immagini mentali vivide, che sappiano nutrire il senso di meraviglia.

Un’attività molto apprezzata e coinvolgente, che può essere realizzata in classe, è quella della creazione poetica con ritagli di parole. Un esempio pratico è il lavoro mostrato nell’immagine, dove i bambini e le bambine, dopo un’analisi e lettura attenta collettiva delle poesie, hanno ritagliato parole da vari testi e hanno ricomposto le poesie su immagini evocative. Questo processo incoraggia i bambini a vedere il linguaggio in modo diverso: ogni parola, ogni frase può essere una piccola tessera di un mosaico da costruire. Il risultato non è solo la creazione di un’opera personalizzata, ma anche l’espressione di un pensiero personale e unico.

Come realizzare l’attività

  1. Lettura di poesie: l’attività ha inizio con la lettura a voce alta di alcune poesie ricche di immagini evocative, riguardanti il tema scelto, di cui viene data fotocopia a ciascuno. Durante la lettura, per consentire alla classe di cominciare l’immersione, si chiede di sottolineare o cerchiare parole, versi, frasi che li hanno colpiti. Può essere utile scegliere testi che parlino della natura, delle stagioni ma anche di nessun tema specifico.
  2. Ritaglio delle parole: in un secondo momento, ai bambini viene data una fotocopia contenente le poesie su cui si ha lavorato, stampate un po’ più in grande. A questo punto i bambini e le bambine saranno liberi di ritagliare le parole che trovano più interessanti o che richiamano un’immagine forte nella loro mente. L’obiettivo è che familiarizzino con il linguaggio e si divertano a selezionare le parole in base al suono, al senso o al significato.
  3. Composizione creativa: su immagini evocative, che rappresentano il tema o sono semplicemente belle, come quella del mare o del cielo stellato ma anche di piccole cose quotidiane come il pane, una penna, i bambini possono incollare le parole ritagliate per creare le loro nuove poesie. Le immagini possono essere semplici fotografie o disegni, che richiamano temi naturali, fantastici o quotidiani.
  4. Condivisione e discussione: infine, ogni bambino può presentare il proprio lavoro, spiegando perché ha scelto determinate parole e quali emozioni ha cercato di esprimere. Questo momento di condivisione arricchisce l’esperienza e favorisce la creazione di un ambiente in cui le emozioni possono essere espresse liberamente e dove la poesia diventa viva e condivisa.

Questo tipo di attività, oltre a stimolare la manipolazione linguistica e la creatività permette ai bambini di creare un legame personale con le parole e di scoprire la bellezza della poesia. Incoraggiare questo approccio alla scrittura poetica può aiutare i bambini a sentirsi più sicuri nell’esprimere se stessi e a sviluppare una sensibilità verso l’arte e la profondità dello sguardo che li accompagnerà per tutta la vita.

In allegato alcune poesie d’autunno utili per replicare questo lavoro.

Tear Down This Wall

155 km
14 border crossings
302 observation towers
20 bunkers
105 km anti-vehicle trenches
124 km border patrol roads

These are some of the numbers of the wall that for 28 years divided not only the city of Berlin but also the Eastern and Western world. The 9th November 2024 marks the 35th anniversary of an event that has changed the world forever: the fall of the Berlin WallThe Berlin wall divided neighborhoods, streets, roads, even cemeteries and churches. Of course it affected the lives of people living in Berlin and in Germany but its consequences reached villages and countries far from the German city.

Here you can read and watch the impressions of some of those who were affected by the construction of the wall. 

IMPRESSIONS OF THE BERLIN WALL

 

Of course the Berlin Wall has played an important role in the political speeches of the time. Probably the most famous speech about it is the one by Ronald Reagan known as “tear down this wall” speech.

ACTIVITY 1

Tear down this wall R.Reagan

Peter Robinson, the presidential speechwriter who helped writing Reagan’s speech “Tear down this wall” went to Berlin before the presidential visit and described the city behind the wall with adjectives like silent, colorless, quiet. 

 

After writing the speech for the President, he realized that nearly everyone in a position of authority wanted the “tear down this wall” words removed. After seven alternative speeches without the controversial words were drafted, Robinson said Reagan, with a twinkle in his eye, told White House Chief of Staff Ken Duberstein that the words would stay. “I am the president, aren’t I?” Reagan asked. The rest is history. On the 9th November 1989, five days after almost 500.000 people participated in a mass protest in East Berlin to ask for more freedom, the Berlin wall came down. This event reshape the modern Europe and the modern world.

ACTIVITY 2

Margaret Thatcher Remarks on the Berlin Wall (fall thereof) [“a great day for freedom”]

Divide the students into small groups.
Give each group 1question+1answer of the speech.
Focus on the attitude of the Prime Minister towards the sudden future changes in Europe.

ACTIVITY 3

§Unfortunately the lessons of history have not been learned…nowadays there still are many walls that divide our world.

Our walled world

THE WALL IN ENGLISH LITERATURE

A NIGHT DIVIDED by Jennifer A.Nielsen

With the rise of the Berlin Wall, twelve-year-old Gerta finds her family divided overnight. She, her mother, and her brother Fritz live on the eastern side, controlled by the Soviets. Her father and middle brother, who had gone west in search of work, cannot return home. Gerta knows it is dangerous to watch the wall, to think forbidden thoughts of freedom, yet she can’t help herself. She sees the East German soldiers with their guns trained on their own citizens; she, her family, her neighbors and friends are prisoners in their own city.

But one day, while on her way to school, Gerta spots her father on a viewing platform on the western side, pantomiming a peculiar dance. Then, when she receives a mysterious drawing, Gerta puts two and two together and concludes that her father wants Gerta and Fritz to tunnel beneath the wall, out of East Berlin. However, if they are caught, the consequences will be deadly. No one can be trusted. Will Gerta and her family find their way to freedom?

 

SEKTION 20 by Paul Dowswell

Alex lives in East Berlin. The cold war is raging and he and his family are forbidden to leave. But the longer he stays the more danger he is in. Alex is no longer pretending to be a model East German, and the Stasi has noticed. They are watching him. Alex is told that further education will be blocked to him. His summer job is mysteriously cancelled, and friends begin avoiding him. His parents start to realise that leaving the East may be the only option left to them, but getting across the Wall is practically impossible. And even if Alex and his family make it to the other side, will they be able to escape the reach of the Stasi? This is a tense, page-turning thriller that builds towards a terrifying showdown as powerful forces from the East and West converge.

 

THE GIRL BEHIND THE WALL by Mandy Robotham

A city divided.
When the Berlin Wall goes up, Karin is on the wrong side of the city. Overnight, she’s trapped under Soviet rule in unforgiving East Berlin and separated from her twin sister, Jutta.
Two sisters torn apart.
Karin and Jutta lead parallel lives for years, cut off by the Wall. But Karin finds one reason to keep going: Otto, the man who gives her hope, even amidst the brutal East German regime.
One impossible choice…
When Jutta finds a hidden way through the wall, the twins are reunited. But the Stasi have eyes everywhere, and soon Karin is faced with a terrible decision: to flee to the West and be with her sister, or sacrifice it all to follow her heart?

 

NIGHTFALL BERLIN  by Jack Grimwood

In 1986, news that East-West nuclear-arms negotiations are taking place lead many to believe the Cold War may finally be thawing. For British intelligence officer Major Tom Fox, however, it is business as usual. Ordered to arrange the smooth repatriation of a defector, Fox is smuggled into East Berlin. But it soon becomes clear that there is more to this than an old man wishing to return home to die – a fact cruelly confirmed when Fox’s mission is fatally compromised. Trapped in East Berlin, hunted by an army of Stasi agents and wanted for murder by those on both sides of the Wall, Fox must somehow elude capture and get out alive. But to do so he must discover who sabotaged his mission and why… Nightfall Berlin is a tense, atmospheric and breathtaking thriller that drops you deep into the icy heard of the Cold War. 

You Are What You Eat

Negli ultimi anni, a partire dall’elaborazione della teoria delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner, e ancora di più in tempi recenti, chi lavora nel campo dell’insegnamento ha preso consapevolezza dell’efficacia di un approccio multisensoriale alla costruzione dei saperi. Stimolare il cervello andando a toccare il numero maggiore possibile di sensi permette un’esperienza più variegata e articolata, facilitando non solo la memorizzazione, ma anche e soprattutto la comprensione profonda di ciò che si sta vivendo.

Imparare con tanti sensi: perché è una soluzione vincente?

Non è un segreto per nessuno: ciascuno di noi apprende e sperimenta il mondo attraverso uno o più canali sensoriali privilegiati, che non sono necessariamente gli stessi per tutti. Se chiedessimo a diverse persone che hanno preso parte allo stesso ricevimento un anno fa, quale aspetto ricordano meglio, potremmo avere risposte come: “La musica di sottofondo era fantastica!”, oppure “Ho mangiato il miglior tiramisù della mia vita”, o ancora “Il menù era scritto così piccolo che non so nemmeno cosa abbiamo mangiato”. Qualcuno potrebbe addirittura ricordare che la persona seduta accanto indossava una colonia dal profumo così intenso da essere quasi inebriante. Stesso ricevimento, stessa esperienza, percezioni molto diverse. Questo perché sperimentare – così come apprendere – è qualcosa che ciascuno di noi fa in maniera, e con sensi diversi.

L’approccio MSL (Multi Sensory Learning) è un campo di ricerca che si occupa precisamente di questo: studiare come i diversi approcci sensoriali modifichino l’esperienza di apprendimento di ciascuno ed elaborare strategie che aiutino gli insegnanti a creare situazioni il più possibile variegate, ad ampio spettro esperienziale, non univoche, per raggiungere in questo modo il più largo numero di studenti in maniera significativa. Le ricerche fatte utilizzando tecniche di neuroimaging mostrano come il cervello stimolato in maniera multisensoriale mostri l’attivazione di un numero di aree cerebrali molto maggiore rispetto allo stesso cervello, stimolato utilizzando un solo senso.

In sintesi, i vantaggi di un approccio MSL all’apprendimento, sono, tra gli altri:

  • Creare un ampio numero di connessioni: più sensi sono stimolati, più sarà facile trovare altre esperienze e conoscenze già internalizzate che vi si ricolleghino.
  • Sviluppare il sistema sensoriale: stimolare sensi che solitamente non sono coinvolti nell’apprendimento permette a chi apprende di ampliare il proprio panorama di canali di apprendimento e di affinare sensi solitamente considerati secondari.
  • Mantenere alta l’attenzione e il coinvolgimento: sperimentare opportunità di apprendimento significative attraverso un canale sensoriale privilegiato aiuta ad aumentare il senso di competenza e rende più piacevole quello che si sta facendo.
  • Imparare in maniera naturale: raramente, nella vita di tutti i giorni, si impara solo leggendo, o solo ascoltando. Le nostre esperienze quotidiane sono ricche di apprendimenti inconsapevoli ma significativi. Anche a scuola può accadere la stessa cosa!

Il GUSTO: un povero senso bistrattato a scuola

Quando pensiamo a come insegnare in maniera multisensoriale, quello che ci viene in mente, come docenti, è spesso qualcosa tipo:

  • Ascoltare una canzone – senso dell’udito
  • Leggere una storia – senso dell’udito
  • Creare un artefatto – senso del tatto
  • Osservare un quadro – senso della vista
  • Leggere un testo – senso della vista
  • Guardare un documentario – senso della vista e senso dell’udito

Il gusto e l’olfatto sono i due grandi assenti della didattica italiana. Eppure entrambi sono sensi attraverso i quali passano moltissimi apprendimenti: annusiamo un vassoio di carne per assicurarci che non sia andata a male, o il contenuto di una bottiglia per verificare che non sia pericoloso, con la punta del dito e la lingua ci assicuriamo di non mettere il sale nel caffè… Eppure a scuola assaggiamo e annusiamo troppo poco! E in questo modo ci limitiamo e limitiamo il campo di apprendimento dei nostri ragazzi. Certo, restrizioni che la burocrazia impone all’introduzione del cibo in classe diminuiscono di molto le possibilità di esplorazione, ma ugualmente è possibile trovare modalità di avvicinamento a questi sensi 

Di seguito è presentato un semplice esempio di come inserire il senso del gusto nella didattica della L2.

LET’S EAT IN ENGLISH!

Se non si può cucinare, assaggiare, gustare in classe, si possono però proporre delle semplici ricette di dolci tipici dell’infanzia provenienti da Paesi anglofoni, come spunti di riflessione culturale e come invito alle famiglie a sperimentare a casa, creando momenti di condivisione legati all’inglese. 

Prima di presentare le ricette, vediamo quali attività vi si possono collegare:

  • GEOGRAFIA: da dove provengono i dolci di cui parleremo? Sono stati scelti dolcetti tipici del Nord Irlanda, degli Stati Uniti e dell’Australia, per rappresentare differenti Paesi in cui si parla la lingua Inglese. Cerchiamo insieme questi Paesi sul planisfero, copiamone la mappa sul quaderno di Inglese. Domandiamoci: conosciamo altri cibi, non necessariamente dolci, che provengono da questi Paesi? Scriviamo tutti i loro nomi intorno alla cartina che abbiamo disegnato sul quaderno.
  • STORIA: ci siamo mai chiesti da dove hanno origine i dolci che mangiamo? Non solo i dolci di cui impareremo la ricetta, ma anche quelli tipici italiani; perchè il Tiramisù si chiama così? Che storia ha? E i Bis-cotti? Da dove deriva questo nome? I bambini saranno invitati a svolgere due brevi ricerche, una sul loro dolce preferito, e una su uno dei dolci che proporremo. 
  • LINGUA: le ricette che proporremo sono scritte tutte seguendo uno schema ben preciso, e questo perché si tratta di Testi Regolativi di un tipo specifico, che seguono regole chiare e sempre uguali. Quali sono le regole da seguire per scrivere una ricetta? Cosa non può assolutamente mancare in questo tipo di testo? Quali sono gli accorgimenti che rendono una ricetta facile o difficile da seguire? Dopo averne discusso, chiediamo ai bambini di scrivere la ricetta del loro piatto preferito.
  • LINGUA & CULTURA INGLESE: quali sono gli ingredienti di queste ricette che non sono tipici della nostra cultura? Cosa hanno in comune queste ricette? Come tradurremmo gli ingredienti in Inglese? Dopo averne discusso con i bambini, proviamo a tradurre insieme una delle ricette proposte.

Dopo aver lavorato in grande gruppo, a livello di brainstorming, proporremo le ricette ai bambini, da portare a casa e, se vorranno e potranno, condividere con i loro adulti di riferimenti. Le ricette che proporremo ai nostri bambini saranno:

  • FIFTEENS from Northern Irland

Ingredienti:

  • 15 marshmallow tagliati a quarti
  • 15 biscotti secchi grandi
  • 15 ciliegie candite tagliate a quarti
  • 200 gr di latte condensato
  • Fiocchi di cocco a piacere

Esecuzione:

  1. Schiacciare i biscotti fino a che saranno ridotti in briciole.
  2. Unire i marshmallow e le ciliegie
  3. Versare il latte condensato fino a formare un impasto omogeneo
  4. Dare la forma di un salame e ricoprire di fiocchi di cocco
  5. Lasciare in frigo per 2 ore, tagliare a fettine, servire e GUSTARE!
  • S’MORES from the Unites States od America

Ingredienti:

  • 30 biscotti secchi
  • 2 barrette di cioccolato al latte
  • 30 marshmallow

Esecuzione:

  1. Scaldare il forno a 200 gradi
  2. Mettere su una teglia 15 biscotti secchi
  3. Su ciascun biscotto secco posizionare un pezzo di cioccolato e un marshmallow
  4. Infornare a lasciare in forno 3-4 minuti, fino a che i marshmallow saranno dorati
  5. Rimuovere dal forno e coprire ciascun “mezzo sandwich” con un altro biscotto secco, servire e GUSTARE!
  • FAIRY BREAD from Australia

Ingredienti:

  • 10 fette di pancarrè
  • 60 gr di burro ammorbidito
  • Tanti, tanti zuccherini colorati

Esecuzione:

  1. Tagliare ogni fetta di pancarrè in due triangoli
  2. Imburrare ciascun triangolo di pane
  3. Cospargere completamente di zuccherini colorati, servire e GUSTARE!

E per concludere?

Dopo qualche tempo sarà interessante riprendere la discussione con i bambini: chi ha provato a casa a realizzare uno dei dolcetti che abbiamo proposto? Come è andata? Sono stati facili o difficili da fare? E, soprattutto, come sono venuti? Sono piaciuti? Come li descriveremmo?

Certo, questo tipo di attività non porta il senso del gusto in classe, ma permette di riflettere su questo senso, di scambiarsi opinioni, di condividere, di apprendere che ciò che piace o non piace può avere una forte connotazione culturale e cambiare moltissimo da Paese a Paese. Qualora i bambini potessero poi portare l’attività “fuori dall’aula”, preparando i dolcetti a casa, questo contribuirà a creare un forte legame emotivo tra ciò che avviene a scuola e l’esperienza extrascolastica, oltre a favorire l’apprezzamento della Lingua target, perché associata ad esperienze piacevoli e coinvolgenti.