Gli istituti professionali sono istituti superiori che, nel sistema nazionale di istruzione, si distinguono dai licei e dagli istituti tecnici in quanto caratterizzati dal riferimento a specifiche filiere produttive ed economiche di rilevanza nazionale.
Si tratta di scuole territoriali dell’innovazione che valorizzano le attitudini e le capacità personali, favorendo da un lato l’inserimento nel mondo del lavoro e dall’altro l’orientamento per la prosecuzione negli studi universitari e nell’alta formazione post-diploma.
Dalla riforma introdotta dal Dlgs 61/2017, ormai al terzo anno di attuazione, escono rafforzate la didattica laboratoriale e l’adattamento dei percorsi alle richieste del territorio. Gli istituti professionali assicurano, al contempo, una solida base di istruzione generale e competenze tecnico-professionali in linea con le esigenze delle attività produttive ed economiche cui si riferisce ciascun indirizzo.
Il Pnrr vuole dare una rinfrescata a queste scuole, anche per frenare l’elevato abbandono scolastico e il calo di iscritti che si registra da anni. L’obiettivo è allineare i curricula alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese.
Struttura dei percorsi
I percorsi di istruzione professionale sono strutturati in un biennio unitario, che consente l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, e un successivo triennio nel quale prevalgono le ore delle materie di indirizzo, con la conseguenza che risulta favorita una più incisiva dimensione laboratoriale, per un’efficace formazione dello studente nelle possibili declinazioni dell’indirizzo prescelto. Il nuovo ordinamento prevede 11 indirizzi di studio, con possibilità di declinare e personalizzare i percorsi formativi in relazione alle vocazioni della scuola e secondo la specificità del sistema produttivo del territorio.
Si spazia dall’agricoltura all’industria e artigianato per il made in Italy, dai servizi commerciali all’enogastronomia e ospitalità alberghiera.
Nel nuovo ordinamento introdotto dalla riforma, il triennio degli istituti professionali non è più strutturato in articolazioni e opzioni come, invece, accadeva finora. Ciascuna istituzione scolastica declina gli indirizzi di studio in percorsi formativi coerenti con la vocazione del territorio, secondo le priorità individuate dalle Regioni nella propria programmazione.
Pertanto, al termine del primo biennio, con l’ausilio di un’opportuna attività di orientamento, gli studenti scelgono una delle declinazioni concretamente offerte, che potranno essere diverse da una scuola all’altra, anche laddove l’indirizzo sia lo stesso. Il profilo in uscita è descritto dal decreto interministeriale n. 92/2018, unitamente ai risultati di apprendimento in termini di competenze, abilità e conoscenze, con riferimento alle attività economiche referenziate ai codici ATECO.
Si sottolinea come sia fondamentale la consapevolezza delle caratteristiche dei nuovi indirizzi e la conoscenza delle innovazioni didattiche, metodologiche e organizzative che caratterizzano i nuovi istituti professionali.
Al termine dei cinque anni del corso di studi, lo studente consegue il diploma di istruzione secondaria di secondo grado che dà accesso all’istruzione universitaria e dell’alta formazione, oltre che al mondo del lavoro e delle professioni.
Raccordo con l’offerta regionale
In aggiunta, gli istituti professionali possono, con modalità individuate dalle singole Regioni, rilasciare diplomi di qualifica al terzo anno e diplomi professionali al quarto anno, in regime di sussidiarietà complementare o integrativa. Questo significa che ciascuna scuola potrà, nella propria autonomia, adattare la proposta formativa per favorire un rapido inserimento nel mondo del lavoro fin dal terzo anno di corso, continuando comunque a garantire la possibilità di proseguire gli studi. In tale sistema di passaggi tra Istruzione professionale (IP, percorso quinquennale) e Istruzione e Formazione Professionale (IEFP, percorsi triennale e quadriennale) è assicurata la reversibilità delle scelte, in modo da contrastare l’insuccesso scolastico e la dispersione.
Rafforzamento scuola-lavoro
La riforma del 2017 dei professionali consente, inoltre, di rafforzare i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO; ex alternanza scuola-lavoro), che risultano attivabili già dalla seconda classe, con una forte valenza orientativa e professionale nell’ottica di un efficace inserimento lavorativo. Il sistema consente agli studenti di imparare lavorando, grazie al costante raccordo con le strutture del territorio, e favorisce l’espressione dei loro talenti anche attraverso l’apprendistato formativo di primo livello. In attesa dei miglioramenti annunciati nel Pnrr.
L’istruzione professionale
Indirizzi di studio |
Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane |
Pesca commerciale e produzioni ittiche |
Industria e artigianato per il Made in Italy |
Manutenzione e assistenza tecnica |
Gestione delle acque e risanamento ambientale |
Servizi commerciali |
Enogastronomia e ospitalità alberghiera |
Servizi culturali e dello spettacolo |
Servizi per la sanità e l’assistenza sociale |
Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: Odontotecnico |
Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: Ottico |