Secondaria di 2° grado Secondaria di secondo grado Economia Aziendale
La gestione finanziaria | Verifica di fine modulo

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In un recente articolo abbiamo presentato alcune caratteristiche di base di una blockchain. In questo proseguiamo idealmente il discorso e ci concentriamo su come si possa garantire la sicurezza delle blockchain, riferendoci in particolare a quella di Bitcoin ma premettendo che le opzioni possibili sono diverse.
La sicurezza delle operazioni elencate nei blocchi di una blockchain è tendenzialmente basata su un sistema crittografico asimmetrico: ciascun utente inserisce le proprie transazioni nei blocchi della catena, ordinandole e poi firmandole attraverso la propria chiave privata (che resta segreta, in possesso del firmatario), mentre l’autenticità delle operazioni può essere verificata utilizzando la chiave pubblica del firmatario di una certa operazione (che è nota a tutti gli utenti della blockchain). Questo meccanismo consente pertanto di garantire l’autenticità dell’autore di ciascuna transazione.
Il meccanismo di identificazione e connessione dei blocchi garantisce invece la loro integrità: ciascuno di essi ha una propria “impronta digitale” (che si chiama hash ed è utilizzata come identificatore) e “punta” al blocco che lo precede nella catena, memorizzandone proprio l’impronta digitale stessa.
Nell’immagine, una rappresentazione dei blocchi della blockchain e del sistema di puntamento.
L’hash associato a ogni blocco si può determinare grazie a un’apposita funzione crittografica di hash, ovvero una funzione che preso in input il contenuto di un blocco genera rapidamente un output di lunghezza fissa, che cambia completamente se viene effettuata anche una sola minima variazione al contenuto del blocco. Inoltre, la funzione deve essere anche difficile da invertire, nel senso che deve risultare computazionalmente intrattabile il problema di risalire a un input che abbia generato un certo output.
Con questo stratagemma, è facile verificare se il puntamento dei blocchi è corretto e se i blocchi subiscono variazioni nei contenuti o nell’ordine, rendendo sostanzialmente impossibile modificare blocchi già inseriti nella blockchain (se non altro, senza il consenso della maggior parte degli utenti).
Ci resta ancora da capire come funziona il meccanismo di consenso per l’aggiunta di blocchi validi e di considerare l’impatto ambientale che ha avuto la nascita di Bitcoin. Di questo, però, tratteremo nel prossimo articolo.
Un articolo più approfondito sulle blockchain:
Un sito dove trovare spiegazioni su come funzioni BitCoin, con vari livelli di difficoltà: da uno elementare ad uno molto tecnico:
Il mese di novembre 2022 verrà ricordato per il raggiungimento di 8 miliardi di abitanti a livello mondiale (ONU, 2022).
L’aumento della popolazione deve necessariamente confrontarsi con l’approvvigionamento alimentare e con le conseguenze dei cambiamenti climatici.
L’accordo di Parigi del 2015 fissa i limiti da rispettare, accordati a livello globale da 195 Paesi, per contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C, indicando di tagliare i modelli insostenibili di produzione e consumo che interessano anche il comparto zootecnico.
La sostenibilità degli allevamenti zootecnici è argomento di estrema attualità in quanto i consumatori poco informati percepiscono che gli alimenti di origine animale siano impattanti per l’ambiente e dannosi per la salute (Leroy et al., 2022).
Gli alimenti di origine animale presentano qualità e valori nutrizionali indubbiamente elevati (Ruminantia, 2022). Da un punto di vista dell’ambiente, invece, non c’è dubbio che le produzioni zootecniche siano fonte di un impatto ambientale importante ma, allo stesso modo, sostenibile.
Le principali fonti di impatto ambientale degli allevamenti, in particolar modo dei ruminanti sono:
Il sistema zootecnico nazionale è il responsabile del 65% del totale delle emissioni del settore agricoltura (con 19.872 mila tonnellate di CO2) ma, allo stesso tempo, rappresenta solo il 5,2% delle emissioni totali italiane che derivano dai diversi settori produttivi (ISPRA, 2020).
Nel corso degli ultimi 50 anni, grazie al miglioramento genetico e alle tecnologie applicate in zootecnia gli allevamenti intensivi degli animali hanno evidenziato una forte riduzione dell’emissione di inquinanti nell’ambiente (40% di gas climalteranti in meno prodotti dal 1970 a oggi).
Altro fattore a favore delle produzioni zootecniche è che il carbonio emesso dai gas di fermentazione è biogeno, ovvero deriva dalla fissazione nei vegetali a opera dei processi di fotosintesi. Questo carbonio viene ingerito dagli animali e riemesso in atmosfera per poi essere nuovamente fissato dai vegetali in un ciclo biologico continuo (Ronchi et al., 2021). Il carbonio emesso dall’utilizzo dei combustibili fossili, invece, deriva dalla sua fissazione nel sottosuolo avvenuta in centinaia di milioni di anni.
Questo ciclo biologico, a differenza di quello animale/vegetale, diventa troppo lungo perché il carbonio rilasciato in atmosfera ritorni nel sottosuolo; questi gas rilasciati, quindi, rimangono in atmosfera contribuendo in modo significativo all’effetto serra. Ciononostante, le filiere zootecniche del settore agricolo, rimangono le principali responsabili delle emissioni dei gas climalteranti del settore agricolo.
Ma come intervenire per ottenere allevamenti e stalle ancora più sostenibili?
Cozzi e Dorigo nel 2022 hanno elencato una serie di strategie per raggiungere questo obiettivo.
La prima risposta deriva dalla capacità dei ruminanti di nutrirsi con alimenti non utilizzabili dall’uomo (foraggi e prodotti ricchi in fibra), trasformandoli in alimenti per l’uomo con altissimo valore biologico. Si tratta quindi di un riutilizzo in alimentazione animale dei sottoprodotti della lavorazione degli alimenti per l’uomo al fine di ridurre gli sprechi.
La gestione delle superfici agricole volta all’autoproduzione di alimenti per gli animali migliorerebbe l’efficienza aziendale (miglioramento della fertilità del suolo, gestione dei reflui e contenimento dell’utilizzo di acqua).
Il miglioramento genetico degli animali, l’utilizzo di alimenti altamente digeribili e la formulazione di diete che soddisfino i fabbisogni degli animali, evitando gli eccessi di nutrienti che altrimenti verrebbero eliminati con le deiezioni, possono contribuire in modo importante alla diminuzione dell’impatto ambientale degli allevamenti.
Video consigliato
Noël approche à grands pas et les vacances aussi.
Malgré la sobriété énergétique imposée par les pénuries de gaz dues à la guerre en Ukraine, les vitrines des commerces se préparent à offrir à chacun de nous des idées et des expériences pour célébrer, de façon stimulante et positive, la fête la plus importante de l’année. À côté des attachés à la tradition « sapin-santons», depuis quelque temps on trouve aussi les « malades » du syndrome de Wanderlust, qui font du lèche-vitrines devant les agences de voyage !
Savez-vous de quoi il s’agit ? Voyons ensemble !
Il faut souligner qu’il s’agit d’un mot d’origine allemande et que ce n’est pas un néologisme. Utilisé par les Romantiques allemands, grâce à la fusion de wandern (faire de la randonnée) et lust (envie), il passe tel quel dans la langue anglaise au début du XXe siècle et désigne l’ « envie de voyager », le « désir de découvrir le monde ». Aujourd’hui le mot Wanderlust est très à la mode sur les réseaux sociaux : Facebook et YouTube offrent plusieurs témoignages de « malades » qui racontent leur angoisse devant la routine quotidienne, leur désir effréné d’organiser des voyages et de découvrir les pays du monde.
Coincées entre le lourd poids d’un passé pas trop heureux et l’inquiétude du futur, les personnes qui éprouvent cette passion insatiable pour les voyages, longs ou courts, dans le pays ou à l’étranger, en font ainsi une exigence fondamentale dans leur vie et leur personnalité. Cependant, comme le disait déjà Marcel Proust, il ne faudrait pas oublier que « le véritable voyage de découverte ne consiste pas à chercher de nouveaux paysages, mais à avoir de nouveaux yeux ». Voilà un intéressant sujet de discussion à aborder avec nos élèves.
Mais revenons à nous : vous êtes « sapin-santons » ou « passeport-valise » ?
Sur le Wanderlust :
Sur les traditions de Noël :
Sur la sobriété énergétique :
Da settembre 2022, via le mascherine, niente più distanziamento sociale, niente più DAD. Ma siamo sicuri che sia davvero tutto come prima? Che questi due anni non abbiano lasciato traccia sui nostri alunni e sul loro modo di stare al mondo? Se andiamo a esaminare i risultati di diverse indagini, il quadro che riceviamo è davvero preoccupante.
“ I Servizi hanno purtroppo dovuto assistere negli ultimi anni a un inarrestabile e preoccupante aumento dei disturbi psichiatrici nell’infanzia e nell’adolescenza, (…) L’attuale emergenza pandemica e il trauma sociale conseguente si sommano alla grave crisi già esistente (…)” (Appello dei medici Neuropsichiatri Infantili delle Regioni Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria sull’emergenza adolescenza – Lettera aperta – 8/6/21)
Si sono aggravati, infatti, alcuni fattori di rischio per la salute fisica e mentale degli adolescenti. Tra questi merita particolare attenzione l’uso eccessivo dei social media che ha portato, tra le altre cose, a un uso precoce e massivo di contenuti pornografici e all’instaurarsi, più frequentemente tra le adolescenti, di un rapporto non sereno con il proprio corpo.
Date queste premesse, cosa possiamo fare a scuola?
Sicuramente mettere in campo azioni che favoriscano la motivazione, la curiosità e gli aspetti relazionali: tutto quanto possa aiutare i ragazzi a “stupirsi” e ad abbandonare uno stile di vita centrato “sull’io” a favore di uno stile centrato “sul noi”. Una metodologia adatta a rispondere a queste esigenze può rilevarsi quella basata sulle attività di laboratorio. Un approccio che noi esaminiamo dal punto di vista matematico, ma che riguarda tutte discipline.
Ma che cosa si intende per laboratorio?
Una qualsiasi situazione didattica che consente all’alunno di essere protagonista del proprio apprendimento. Un “luogo” di costruzione del sapere, dove si registrano dense relazioni affettive e che:
Il laboratorio, quindi, inteso come metodo che rispetta l’idea di fondo di creare contesti di apprendimento motivanti e collaborativi. Una proposta metodologica che per essere incisiva non deve essere sporadica o improvvisata. Le attività di laboratorio, infatti, vanno progettate tenendo conto di alcuni elementi caratterizzanti:
Le attività, inoltre, devono prevedere domande stimolo, piuttosto che fornire facili risposte preconfezionate. Non dobbiamo dimenticare che è nostro compito sostenere l’apprendimento e consentire a tutti di partecipare, favorendo così l’autostima di ciascuno. Per riuscirci dobbiamo spostare il centro dell’azione da noi all’alunno.
Il laboratorio, dunque, può diventare uno strumento utile e potente nelle nostre mani per raggiungere l’obiettivo dello “star bene a scuola” e contrastare i fattori di rischio che in questo nostro tempo rendono tanto fragili gli adolescenti.
Diciembre se abrió con las vigesimoquintas Jornadas de Puertas Abiertas del Congreso de los Diputados para celebrar el Día de la Constitución (2 y 3 de diciembre). Estas jornadas tuvieron lugar en medio a los últimos coletazos de los bochornosos sucesos ocurridos en el hemiciclo el pasado 23 de noviembre, en la que asistimos a los insultos machistas de una diputada del partido de Vox, Carla Toscano, contra la ministra de Igualdad.
Las muestras de solidaridad y de repulsa ante las palabras de Toscano se repitieron en las intervenciones de otros diputados, que sostenían que los políticos deben asumir responsabilidades políticas, pero nadie tiene el derecho de ofenderlos ni de entrar en su vida personal. En cambio, en las redes sociales, durante los días siguientes al suceso hubo quien justificó la agresión verbal, recordando que en pasado otros personajes políticos, como Ana Botella o Cristina Cifuentes, también habían sufrido ataques y, por lo tanto, según ellos no hay que rasgarse las vestiduras porque las vestiduras porque afirman que “donde las das las toman”.
Y ¿vosotros qué opináis? ¿Se puede justificar los insultos o desacreditar a alguien porque antes lo hubieran hecho a un compañero de partido o simplemente porque es de otra ideología? ¿Cómo creéis que se puede detener la violencia verbal? ¿La clase política no debería dar ejemplo de buena educación? Preguntad a vuestros alumnos qué piensan.
Diciembre se cierra con las fiestas navideñas y para celebrarlas con todos vosotros aquí os dejo algunas ideas de lecturas para nosotros profes.
Feliz Navidad y próspero año nuevo, ¡ojalá caracterizado por la tolerancia, el respeto y la inclusión!
Senz’altro la classicità ha mostrato apertura di fronte agli orientamenti sessuali, ma questa volta parliamo proprio di un caso “da manuale” di molteplicità: Gender fluid? La “vera” storia di Ermafrodito. Non ci si soffermerà sugli aspetti scientifici e biologici dell’ermafroditismo, che però, volendo, potranno essere affidati alla collaborazione dell’insegnante di Scienze naturali, nell’ottica di una didattica integrata. Il focus del percorso, invece, verterà su una vicenda di metamorfosi presentata nell’omonimo poema epico di Ovidio.
Come nel caso delle Lacrime di Cesare, tuttavia, costruiremo una piccola “matrioska” che consentirà, in alternativa, di estrapolare l’approfondimento di alcuni aspetti del brano: il parallelo/antitesi con altre vicende dell’opera, quali quella di Callisto; la ricerca lessicale nell’ambito dell’effeminatezza; il confronto con altre fonti che ci parlano di Ermafrodito e della sua vicenda, ma soprattutto l’accostamento della lettura del poeta alle opere d’arte che da una parte lo hanno ispirato, dall’altra ne sono state influenzate.
Per quest’ultimo aspetto sarà sicuramente preziosa la cooperazione con l’insegnante di storia dell’arte, le mie proposte qui si limiteranno a quanto riporta la letteratura in merito dell’arte antica e all’associazione delle immagini con il testo ovidiano.
Non mancherà “un’incursione” nell’ambito delle civiltà romana e dell’educazione civica: la società latina non ha mai apprezzato la passività all’interno di un rapporto sia omo- sia eterosessuale, non solo a livello fisico ma anche psicologico. Mettendo a confronto la vicenda di Ermafrodito con l’elegia latina ed approfondendo l’argomento con letture di autori moderni, ci si potrà fare un’opinione sullo stigma sociale che colpiva coloro che non potevano ostentare una completa virilità; si proporranno anche cenni sulla posizione giuridica dell’ermafrodito nell’evolversi di Roma.
Si allega infine una presentazione che può costituire una sorta di “spin off” del percorso principale, che si focalizza sul confronto fra i protagonisti della vicenda di Salmacide ed Ermafrodito e di quella di Eco e Narciso.
Roberto Guzman, an English professor at University of Puerto Rico, explains in his Ted Talk a problem that is well-known to English teachers. He says
“I love my job, But I was frustrated with myself, and I was frustrated with my students. And it wasn’t anything my students were doing wrong. On paper, they were learning English. I would give them tests, And they’d know everything about pronouns, adjectives, syntax, grammar. You name it, they knew it. And they could prove it by passing the tests in writing. However, when I tried to have a conversation with my students, When I tried to have just a casual conversation, I would get this deer-in-the-headlights look. And then they would go into what I call “Porky Pig Syndrome.” It just wasn’t working. And I was frustrated because I said, “I can’t do this.”. These young men and women, when they graduate, They’re going to go into a work environment. In which they are expected to think at higher levels of cognition. They’re expected to analyze, to synthesize, to evaluate, And they have to do it in a language that is not their first language, In English. And I wanted them to be there. And what happened was that I started experimenting with this and that, And after a while, I developed a system which I think worked. I call it “Teaching English without teaching English.“.
In our English classes there is frequently a huge gap between writing and speaking and between grammar knowledge and production. The model suggested by Guzman has some well estabilished practice and some innovative ideas. It’s based on the following points.
Roberto Guzman talks about a ‘system’ that consists of three steps:
These are basically some of the 21st century skills and they are achieved through a focus on content/meaning, where the form is just a by-product.
For lower levels guessing games are perfect to start developing critical thinking and express ideas in a foreign language. Some examples can be “guess my job”, “guess who” , “guess the word”.For higher levels the teacher can organise conversation opportunities starting from a hot topic, a podcast, a newspaper article (see our articles “Teaching with podcasts” and “Teaching with newspapers – Case study: US elections and transition“).
A great activity to teach English without teaching English and develop 21st century skills is the one that we call “transformation”. It can be used fo all language levels. A recent study1 has shwon how poetry and art can be very similar . “A poem creates visual images in the reader’s mind, just as a painting creates images in the viewer’s eyes. A great painting has much more below the surface than the first impression. When a viewer is faced with a painting, the audience is presumably required to interpret the elements provided by decoding and then constructing meaning by encoding”2 […] It has been argued that the idea of turning poetry into painting should be interdisciplinary, as well as mentally challenging and creative” 3
And again:“Mare explored whether or not visual images and works of art can be “read,” and raised important questions as to whether the description and interpretation of a work of visual art can be referred to as the “reading” of that work.”4
This activity of turning poems into art is not only good to teach English and practice 21st century skills but also for interdisciplinary projects. As you’ll se from the picture.5
This activity of transformation involves many skills.
First of all your students will read, understand and analyze the poem. After that they’ll be asked to interpret and translate the poem into a painting. At this stage you can choos whether to leave them the freedom to choose a random painting, to paint thei own or to use one of the paintings they have studied for art history. The final stage of this activity is to ask your students to describe and explain the painting they’ve chosen or produced.
Escape rooms are perfect to implement these 21st century skills. Choose a topic, create your escape room and let your students enjoy the lesson! Here you’ll find some useful websites to create Escape rooms for your English class.
For further ideas check our previous articles!
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1. Ya-Juan Gao: A Study of Communication in Turning “Poetry” into “Painting”, 2017
2. Fiske, J.: Introduction to Communication Studies. Routledge, London (1990)
3. Michel, K.F.: Turning poetry into paintings: an experiment in visualization. Art Educ. 52(3), 6–12 (1999). The Practice of Art Education
4. Mare, E.A.: Can one “read” a visual work of art? S. Afr. J. Art Hist. 25(2), 58–68 (2010)
5. Lin, R.: Transforming Taiwan aboriginal cultural features into modern product design: a case study of a cross-cultural product design model. Int. J. Des. 1(2), 45–53 (2007)
Per creare storie, giochi e animazioni in Scratch è necessario capire come muovere personaggi e oggetti nello stage. Con alunni/e della scuola primaria, questo punto diventa uno scoglio da superare senza ricorrere a quella che sarebbe la spiegazione più immediata possibile, cioè illustrando come la posizione di un personaggio nello stage sia individuata dalle coordinate di un punto nel piano cartesiano. Chi si è trovato in questa situazione, ricorderà di aver trovato degli escamotage (ad esempio, la battaglia navale) per descrivere il concetto di piano cartesiano senza nominarlo.
Nella scuola secondaria di primo grado, invece, ci troviamo di fronte al problema inverso, ossia introdurre il piano cartesiano usando un approccio più coinvolgente degli esercizi “carta e penna” (come i percorsi cifrati e il disegno di figure nel piano cartesiano). A questo scopo, possiamo sfruttare a nostro vantaggio il fatto che, nello stesso periodo, alunni ed alunne imparano i rudimenti della programmazione. Il “problema” rappresentato dalla presenza del piano cartesiano in Scratch può quindi diventare una risorsa interessante: alunni ed alunne possono apprendere concetti di geometria mentre imparano a programmare.
L’ambiente di programmazione Scratch è progettato per stimolare esplorazione e creatività. Questa caratteristica diventa un utile strumento da sfruttare, veicolando l’esplorazione verso la scoperta del concetto di piano cartesiano e delle sue leggi, mentre si impara a programmare. Le lezioni teoriche potranno prendere spunto dalle osservazioni annotate da alunni ed alunne: Cosa succedeva aumentando il valore di x? E se invece si sceglieva un valore negativo di y? Dal punto di vista della programmazione, un’attività di questo tipo si posiziona al livello introduttivo, richiedendo di scrivere semplici sequenze di comandi, sperimentando eventuali cambiamenti e modificando eventuali difetti. Dunque, imparare la geometria utilizzando Scratch non richiederà di accelerare l’apprendimento dei concetti di programmazione.
Quando si tratta di far seguire gli esercizi alla lezione teorica, i percorsi cifrati “in versione Scratch” rappresentano un ottimo punto di partenza (esempio in figura). Poi, il solo limite è la fantasia, ricordando sempre di favorire l’esplorazione. In ogni caso, però, è bene prevedere degli esercizi “di riserva”, che possono aiutare a gestire alunni/e più veloci nell’apprendimento dei concetti di programmazione o della geometria. Si tratta di essere pronti a proporre esercizi che, da un lato, richiedano gli stessi concetti di geometria, ma maggiore dimestichezza con la programmazione. L’esempio nella figura potrebbe dunque essere esteso proponendo di cambiare il colore della penna, oppure di disegnare la stella un certo numero di volte cambiando il colore ogni volta (questo comporterebbe un approfondimento del concetto di ripetizione in una sequenza di comandi). Dall’altro lato, è bene aver pronti degli esercizi che richiedano ad alunni/e più veloci nell’apprendimento della geometria di esplorare in Scratch nuove leggi del piano cartesiano, mantenendo la parte di programmazione al livello base.
Percorsi cifrati “carta e penna”
Tangram, vol. 1B, di L. Ferri, A. Matteo, E. Pellegrini – Rizzoli Education, 2020
Percorsi cifrati “versione Scratch”: completa la stella
Sono oramai diversi anni che si parla di criptovalute: il Bitcoin, la cui invenzione ha dato una grande spinta a tutto il settore, risale al 2009. Al cuore del loro funzionamento c’è spesso una blockchain, un’architettura che può essere utilizzata in diversi contesti. In questo primo articolo ne presentiamo alcune caratteristiche.
L’esigenza a cui risponde una blockchain è quella di disporre di un registro digitale (nel caso delle criptovalute è l’elenco delle transazioni di denaro) che sia contemporaneamente distribuito e immutabile: per un singolo utente non deve essere possibile modificare o eliminare le voci del registro, ma in qualsiasi momento deve essere possibile leggerle e eventualmente aggiungerne alcune in coda. In questa maniera tutte le operazioni effettuate sul registro digitale sono tracciabili, anche se viene sempre garantito l’anonimato degli utenti.
Per avere una condivisione agevole del registro digitale conviene allora suddividerlo in una serie di parti, dette blocchi, che vengono ordinate in un’unica catena: la blockchain, appunto.
Ciascun utente possiede una copia di tutti i blocchi della catena, che sono condivisi in un’apposita rete P2P (una rete i cui nodi hanno tutti pari ruolo). Un vantaggio immediato nel non avere un’entità centrale è la maggiore trasparenza. Inoltre, l’elevata ridondanza di una blockchain consente di evitare la perdita di informazioni e dà a chiunque accesso pressoché istantaneo a una copia dell’intero registro digitale.
Una rappresentazione grafica di alcune tipologie di struttura di una rete. Da sinistra: una rete centralizzata, una rete decentralizzata e una rete distribuita.
Dalla struttura decentrata discendono anche vantaggi più tecnici: non si risente infatti dei malfunzionamenti di un particolare nodo, vanificando quindi eventuali attacchi malevoli di tipo DDoS (distributed denial-of-service), che mirano a sovraccaricare i nodi di una rete mettendoli fuori servizio.
Le criptovalute sono solo uno dei campi in cui si è utilizzata una blockchain, ma non è certamente l’unico. Un settore in rapida evoluzione è, solo per dirne uno, quello degli NFT (non-fungible token), utilizzati per certificare autenticità e proprietà e quindi impiegati, per esempio, principalmente per la tutela della proprietà intellettuale e del copyright.
Nel prossimo articolo capiremo meglio come garantire la sicurezza e come il funzionamento di una blockchain abbia spesso un costo elevato, sia computazionale che ambientale.