Columbus Day: una festa controversa

Con l’avvicinarsi del Columbus Day (12 ottobre) si riaccende il dibattito sul suo significato e sul rapporto tra storia e celebrazione. Nel cuore di Manhattan, dove nel Columbus Circle svetta il monumento al grande esploratore, il tema è al centro della scena, così come in diverse comunità di italo-americani che popolano la East Coast

La festa è celebrata in vari modi a seconda dei luoghi e del rilievo che storicamente vi ha assunto: parate con bande musicali, carri allegorici, balli e partecipanti vestiti in abiti storici o eventi culturali che celebrano la cultura italiana e le radici italiane in America. La parata più famosa è quella che si tiene a New York City sulla Fifth Avenue e che attira circa un milione di visitatori ogni anno. Coinvolge in primo luogo gli italoamericani legati alle proprie radici, ma contemporaneamente suscita anche le proteste di chi legge la celebrazione in maniera diversa. Non a caso attualmente il 12 ottobre newyorkese è celebrato sia come Italian American Heritage Day (giornata del patrimonio culturale italoamericano) che come Indigenous Peoples’ Day (giornata della popolazione indigena).

Diversi punti di vista

Infatti, negli ultimi anni il Columbus Day è stato oggetto di dibattiti e controversie, soprattutto in relazione agli impatti negativi che i viaggi di Colombo e degli esploratori che lo seguirono ebbero sugli indigeni americani. L’esploratore italiano che attraversò l’Atlantico nel 1492 sotto bandiera spagnola può essere “letto” da diversi punti di vista. Sottolineare solo la sua importanza per la scoperta del Nuovo Mondo significa in un certo senso considerare la storia dal punto di vista dell’Europa e abbracciare convinzione che il destino dell’uomo sia segnato dall’avanzare del progresso. Da questo punto di vista il 1492 segnerebbe il passaggio al dal medioevo – ristretto alla geografia europea e mediterranea – all’età moderna, caratterizzata dall’espansione dei confini, dalla rottura di vecchi schemi mentali e dall’avanzare di conoscenze geografiche, cartografiche, matematiche e astronomiche. 

Ma sappiamo bene che questo allargamento degli spazi non si verificò per puro interesse scientifico: precisi appetiti di conquista, arricchimento e promozione del cristianesimo come vera religione civilizzatrice gonfiarono le vele delle caravelle colombiane come degli altri esploratori che ne seguirono l’esempio. Le scoperte geografiche del XV e e XVI secolo furono infatti le prime tappe della costruzione del predominio europeo sul pianeta, la cui eredità si sente fino ai nostri giorni: base del colonialismo, dello sfruttamento della manodopera, della tratta degli schiavi, del genocidio di intere etnie e della scomparsa di regni e civiltà.  Quindi per tutti coloro che hanno subito le conseguenze della colonizzazione e sono consapevoli delle conseguenze terribili del colonialismo sulle comunità indigene la scoperta delle Americhe è una ricorrenza dalle tinte fortemente negative. 

Molteplici significati di una scoperta

In tempi relativamente più recenti la scoperta delle Americhe ha però assunto anche altri significati: per gli immigrati italiani che hanno raggiunto numerosi le coste nord americane specialmente dalla prima metà dell’Ottocento è diventata la festa delle loro radici e dei loro sforzi di inserimento del contesto americano. Da 1820 al 2019 sono emigrati negli Stati Uniti circa 6 milioni di italiani, di cui più di 5 milioni prima della seconda guerra mondiale. La grande emigrazione si svolse grosso modo un quindicennio dopo il 1861 e durò quattro decenni, con una speciale concentrazione negli anni che nel XX secolo precedettero la prima guerra mondiale.  Nel febbraio 1889 negli Stati Uniti venne lanciata una lista di sottoscrizione per erigere a New York un monumento a Cristoforo Colombo in occasione del 400esimo anniversario della scoperta dell’America. Ideato dallo scultore messinese Gaetano Russo e trasportato da Napoli il monumento non celebra “solo” la scoperta dell’America, ma anche il legame degli immigrati italiani con la madre patria e l’affrancamento della comunità italo-americana nel difficile periodo dell’immigrazione. 

Il ruolo della Puplic History

La Public History, una disciplina che mira a rendere la conoscenza storica accessibile al pubblico e ad attivare progetti di condivisione della storia è una risposta per uscire dalle controversie pro e contro, in quanto può svolgere un ruolo cruciale nel rimodellare la nostra comprensione del Columbus Day. Agire in termini di Public History significa infatti adottare una visione critica e consapevole della celebrazione, riflettendo e facendo riflettere sui suoi diversi aspetti, mettere in luce le voci e le esperienze dei popoli indigeni, illustrando l’impatto dei viaggi di Colombo dal punto di vista dei nativi americani, reinterpretando statue e monumenti, incorporando narrazioni precedentemente marginalizzate. Attraverso la contestualizzazione dei monumenti fatta insieme ai rispettivi pubblici si può far comprendere che la storia non ha mai né può avere un’unica lettura e che la nostra visione del passato è in continua evoluzione. La Public History in sostanza consente di mantenere la festa del Columbus Day come giorno di riflessione e non come celebrazione di una narrazione unilaterale e semplificata. 

Il principio contabile sui ricavi (OIC 34)

Working with thinking routines

Making Learning and Thinking Visible (MLTV) is an approach to education that emphasizes the importance of making thinking visible in the learning process. Developed by researchers at Harvard’s Project Zero, including David Perkins, Ron Ritchhart, and Shari Tishman, the theory is based on six main pillars, which are:

  1. Understanding: This pillar emphasizes the importance of developing a deep and meaningful understanding of the concepts and ideas being studied. It involves developing a conceptual framework that allows students to make connections between different ideas and apply their understanding in new situations.
  2. Engaging: This pillar emphasizes the importance of engaging students in the learning process. It involves creating a learning environment that is interactive, collaborative, and challenging, and that encourages students to take ownership of their learning.
  3. Reflecting: This pillar emphasizes the importance of reflecting on the learning process. It involves encouraging students to think about their thinking, to identify their strengths and weaknesses, and to develop strategies for improving their learning.
  4. Questioning: This pillar emphasizes the importance of asking good questions. It involves encouraging students to ask questions that are open-ended, thought-provoking, and that challenge assumptions.
  5. Listening: This pillar emphasizes the importance of active listening. It involves teaching students to listen carefully to others, to consider different perspectives, and to engage in respectful dialogue.
  6. Sharing: This pillar emphasizes the importance of sharing ideas and perspectives. It involves creating opportunities for students to share their thinking with others, to receive feedback, and to collaborate on projects and assignments.

“True understanding” in the context of the Visible Thinking and Learning theory refers to a deep and meaningful understanding of the concepts and ideas being studied. It involves more than just memorizing facts and figures; it involves developing a conceptual framework that allows students to make connections between different ideas, to apply their understanding in new situations, and to think critically and creatively about the world around them.

In order to help students (and teachers) develop this capability, Thinking Routines are used in the everyday teaching and learning practice. These are cognitive strategies designed to promote metacognition and critical thinking which encourage learners to engage in active thinking by prompting them to ask questions, make connections, and reflect on their thought processes. They are based on the idea that thinking is a skill that can be taught and developed, and that metacognition is essential to effective learning. Through a methodical use of Thinking Routines, learners are able to develop their ability to think deeply and critically about complex ideas.

Are you wondering how you can use thinking routines in class? Here are some examples:

1. LITERATURE

Taken from our new literature coursebook that will be published next year]: 

You can use thinking routines such as “See, Think, Wonder” to introduce the historical and social context of a specific period.

The thinking routine “See, Think, Wonder” allows students to carefully  consider not only what they’re observing, but also what those observations mean. 

The new literature coursebook gives space to various thinking routines to help students understand, focus, summarize and connect topics and authors.

2. LANGUAGE

The thinking routine “Word, Phrase, Sentence” helps students make meaning from a text. 

https://pz.harvard.edu/sites/default/files/Word-Phrase-Sentence.pdf

For further examples watch this webinar.

Come si fa un podcast?

Il primo passo è immergersi nell’ascolto: ogni giorno escono nuove serie dalle tipologie più disparate, basta solo aprire la piattaforme e curiosare un po’. Questa esperienza sarà molto utile anche ai tuoi studenti: se conosci qualche serie imperdibile che potrebbe conquistarli non indugiare a segnalarla in classe, altrimenti non avere timore di lasciare che si facciano strada da soli. Scoprendo cosa gli piace ascoltare acquisiranno consapevolezza nel mezzo, e gli sarà più chiaro su cosa dovranno lavorare quando sarà il momento. 

Se non sai da dove cominciare, nella sezione Podcast del nostro sito puoi ascoltare tutte le serie che abbiamo prodotto: ce n’è per ogni materia e per tutti gli ordini di scuola: puoi ascoltare la selezione dedicata alla secondaria di primo grado, comprende serie relative a Italiano, Geografia, Matematica, Scienze, Francese e Spagnolo. 

I tempi di lavorazione

L’attività di realizzazione di un podcast in classe richiede molte ore, per questo è di fondamentale importanza programmare dettagliatamente ogni fase del progetto.

Per la realizzazione degli elaborati del contest che abbiamo lanciato durante lo scorso anno scolastico, le classi che hanno partecipato hanno impiegato mediamente 30/40 ore per la progettazione e la preparazione dei materiali (trailer e prima puntata registrati; presentazione del progetto di 6 puntate complessive). 

Gioco di squadra

Naturalmente questo tipo di progetto predilige il gioco di squadra: la collaborazione tra docenti di materie differenti potrebbe arricchire il podcast sia nei contenuti che nella forma. Saranno infatti necessarie diverse competenze, la scrittura, l’abilità di condurre lo speak, e infine un montaggio audio equilibrato che valorizzi il tutto.

Collaborare con altri docenti potrebbe aiutarti a distribuire le ore richieste dal processo di lavorazione, inoltre un taglio multidisciplinare potrebbe tornarti estremamente utile per differenziare le puntate della serie e dare più respiro alla narrazione, rendendola completa e stimolante.

Coinvolgere la classe attivamente

Le ragazze e i ragazzi che coinvolgerai nella realizzazione del podcast potranno applicare per la prima volta competenze tecnologiche che sicuramente torneranno loro utili in numerosi contesti, è un’occasione perfetta per valorizzare l’attività e condividere l’entusiasmo delle nuove scoperte.

Non preoccuparti di definire subito i ruoli di ciascuno, la diversificazione dei contributi può avvenire in itinere. Al fine di realizzare un buon prodotto podcast non occorre che tutti partecipino allo speak: la voce passa anche attraverso le idee e la scrittura. Attenzione infatti a non rendere la narrazione troppo affollata o confusionaria.

La qualità dell’audio

La qualità dell’audio è sicuramente un importante biglietto da visita del podcast. Sarà quindi essenziale impostare una registrazione che non abbia eccessivi rumori ambientali, in cui il flusso dello speak sia chiaro, scandito e allo stesso tempo risulti fluido e colloquiale.

Il sound design deve essere curato: l’equilibrio tra i volumi, il sottofondo giusto al momento giusto, i suoni del quotidiano che rendono tridimensionale l’ascolto. La qualità richiede attenzione e competenza, in questo documento abbiamo raccolto una carrellata di consigli per ottenere il miglior risultato audio possibile con gli strumenti a tua disposizione.

Comunicare il podcast

La comunicazione del podcast è un altro fattore importante: non serve solamente una buona immagine che lo rappresenti sui canali dedicati ma anche la capacità di descrivere il progetto in modo efficace e rappresentarlo in maniera accattivante. L’aiuto di una/un docente che abbia competenze di grafica e comunicazione può essere prezioso in questo senso.

Per approfondire

Scopri il podcast vincitore della prima edizione del contest “Tocca a noi – Il podcast a scuola”.

Arte del nostro tempo, arte per sempre

La programmazione di mostre per l’estate 2023 è veramente imponente. Particolarmente ghiotte e interessanti quelle dedicate a fenomeni artistici e figure dirompenti e straordinarie del “secolo breve” e della nostra più recente contemporaneità: senza voler citare le numerose iniziative dedicate a Pablo Picasso nel centenario della sua morte, per le quali rimandiamo all’articolo Pablo Picasso: un anno di eventi, mostre e celebrazioni, tuffiamoci in queste proposte ricche di spunti per chi è appassionato di arte e non solo.

I padri dell’arte contemporanea 

RENOIR. L’ALBA DI UN NUOVO CLASSICISMO
Rovigo, palazzo Roverella 25 febbraio 2023 – 25 giugno 2023
Renoir è un impressionista! Giusto, forse no… sbagliato! La stagione impressionista del grande maestro dura una manciata di anni, ma la sua maturità e la sua lunga e fruttuosa vecchiaia si concentrano sull’indagine della forma e del linguaggio che si traducono in quella che, con un ossimoro, potremmo definire una “moderna classicità”. Renoir si presenta quindi come il grande precursore del “rappel a l’ordre” frequentato da artisti come Marino Marini, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis e molti altri, con i quali le opere del grande maestro francese sono messe in dialogo.
www.palazzoroverella.com

UTAMARO, HOKUSAI, HIROSHIGE. GEISHE, SAMURAI E LA CIVILTà DEL PIACERE
Torino, Società Promotrice delle Belle Arti, 23 febbraio – 25 giugno 2023
A chi ha studiato storia dell’arte al liceo parlare di incisioni giapponesi significa La grande onda di Hokusai e poco più. Questa bellissima mostra torinese ci spalanca le porte di un universo prezioso e straordinario attraverso le incisioni dei maestri dell’arte giapponese tra XVII e XIX secolo. Lungo le sale si snodano temi affascinanti e potentemente rappresentativi non solo dell’arte incisoria, ma della civiltà stessa del Giappone, dei suoi riti e dei suoi miti, potentemente rafforzati dalla presenza di oggetti nipponici come maschere, armature e raffinatissimi accessori per un viaggio incredibile nel “mondo fluttuante” di geishe e samurai. Per guardare con occhi nuovi anche all’arte occidentale novecentesca che al Giappone deve tanto.
https://hokusaitorino.it/

DALÌ, MAGRITTE, MAN RAY E IL SURREALISMO. CAPOLAVORI DAL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM
Milano, MUDEC 22 marzo – 30 luglio
I mostri sacri della nota collezione di arte surrealista del Museo Boijmans Van Beuningen vengono messi a confronto con alcuni pezzi forti della Collezione Permanente del Mudec, dedicata alle civiltà extraeuropee. Un modo per far scoprire il Museo delle Culture di Milano attraverso 180 opere tra dipinti, sculture, disegni, documenti e manufatti di questa rivoluzionaria corrente artistica, ma anche un modo intelligente e non retorico per mostrare come l’incontro di civiltà e di culture è sempre fonte di straordinario arricchimento per i singoli come per le collettività.
www.mudec.it/ita

MAN RAY. OPERE 1912-1975
Genova, Palazzo Ducale 4 marzo – 20 luglio
È una vera e propria retrospettiva, quella che Genova dedica a raccontare il lavoro e la vita di un genio del Novecento, Man Ray, o meglio le molte vite di quello che è stato pittore, scultore, fotografo, performer, regista, grafico. Oltre che grande appassionato di scacchi. La mostra ripercorre cronologicamente la biografia dell’artista, dai suoi esordi degli anni Venti negli Stati Uniti fino all’affermazione parigina.
www.palazzoducale.genova.it/mostra/man-ray

Dialogare con il nostro presente

ENZO CUCCHI. IL POETA E IL MAGO
Roma, MAXXI 12 maggio 2023 – 24 settembre 2023
Enzo Cucchi è uno tra gli artisti più prolifici e innovativi della scena contemporanea, un pensatore libero e controcorrente. La sua ricerca affonda le radici nella parola scritta e fiorisce in una miriade di segni, simboli e linguaggi espressivi diversi. Come un alchimista ammalia e plasma la materia, come un narratore evoca storie, miti e luoghi lontani nel tempo. Le oltre duecento opere in mostra scandiscono un percorso ondivago e ricco di sorprese, un racconto per pagine sparse che rifiuta ogni linearità cronologica e restituisce una creatività in perenne movimento. Disseminati ovunque, come tracce nella galleria, lavori monumentali, disegni, piccoli bronzi, ceramiche, grafiche e libri d’artista intercettano continuamente lo sguardo del visitatore.
www.maxxi.art/events/categories/mostre

ICONE
Venezia, Palazzo Grassi 2 aprile – 26 novembre 2023
La Collezione Pinault ci ha abituato all’organizzazione di mostre che toccano il vivo del sentire della nostra contemporaneità e così è anche in questo caso. La mostra scivola abilmente tra i due significati del termine “icona”: “immagine”, come la definisce la sua etimologia greca, e quindi un certo tipo di pittura religiosa che caratterizza in particolare il cristianesimo orientale; più contemporaneo, invece, il significato di modello, figura emblematica. L’immagine si rivela così capace di incarnare una presenza, tra apparizione e scomparsa, ombra e luce, di rappresentare uno spazio, di suscitare emozioni.
https://www.pinaultcollection.com/palazzograssi/en/icones

OLTRE LA SOGLIA. LEANDRO ERLICH
Milano, Palazzo Reale 22 aprile – 4 ottobre 2023
Quasi un milione di visitatori a Tokyo, 500mila a Buenos Aires. Lui è l’argentino Leandro Erlich e quest’anno le sue opere spettacolari arrivano in Italia per la sua prima grande mostra in EuropaI lavori di Erlich rappresentano una novità nel mondo dell’arte perché coniugano creatività, visione, emozione e divertimento, elementi che ne hanno decretato il successo internazionale. Come per le immaginifiche opere architettoniche sospese; o le famosissime Batiment (il Palazzo), in cui le persone simulano l’arrampicata su un grande edificio; o ancora Swimming Pool (la Piscina), dove le persone hanno la sensazione di muoversi sottacqua.
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/leandro-erlich

Fotografia, mon amour…

RUTH ORKIN. UNA NUOVA SCOPERTA
Torino, Musei Reali, Sala Chiablese 17 marzo – 16 luglio 2023
Una ragazza americana in Italia
– una delle sue fotografie più famose – potrebbe ben essere il titolo della prima antologica mai organizzata in Italia dedicata a Ruth Orkin, fotoreporter, fotografa e regista statunitense, tra le più rilevanti del Novecento. La mostra ha l’obiettivo di raccontare l’attività di una tra le più rilevanti fotografe del Novecento, attraverso un percorso che permetterà al pubblico di scoprire la sua opera elegante, raffinata, profonda e coinvolgente. A dispetto dei pregiudizi di una società̀ che non le consentiva di realizzarsi come regista, Ruth Orkin si avvicinò alla fotografia con una prospettiva del tutto nuova, sperimentando un linguaggio fotografico innovativo in grado di andare oltre l’immagine fissa per raccontare le storie che si celano dietro ai gesti più̀ semplici e quotidiani, dove cinema e fotografia confluiscono, fondendosi l’uno nell’altra.
Visita il sito –  https://www.mostraruthorkin.it/

WERNER BISCHOF. UNSEEN COLOUR
Lugano, MASI, 12 febbraio – 2 luglio 2023
Circa 100 stampe digitali a colori da negativi originali del 1939 e degli anni Cinquanta: un’occasione per esplorare per la prima volta tutte le immagini a colori del fotografo svizzero. Bischof (Zurigo, 1916 – Trujillo, Perù, 1954) è tra i maestri del reportage e della fotografia del XX secolo. Il percorso espositivo è un viaggio nei mondi che l’artista ha visitato nel corso della sua carriera. Dalle foto a colori scattate con una Rolleiflex, con i suoi caratteristici negativi quadrati, e con una Leica, fino a un gruppo di opere scattate con una Devin Tri-Color Camera, che offre una qualità cromatica e una definizione straordinariamente elevate. Sarà questa la prima occasione per ammirare le immagini scattate con questa fotocamera.
Visita il sito – https://www.masilugano.ch/it/1340/werner-bischof-unseen-colour

CHRONORAMA. TESORI FOTOGRAFICI DEL 20° SECOLO
Venezia, Palazzo Grassi, 12 marzo 2023 – 7 gennaio 2024
La Pinault Collection, dopo la recente acquisizione di una parte deli archivi di Condé Nast, ha deciso di realizzare una mostra che percorre il “secolo breve” dagli anni Dieci fino agli albori degli anni Ottanta, proponendo le opere di oltre 150 artisti internazionali tra fotografi e illustratori. Tra i più grandi talenti del loro tempo, questi creativi hanno definito l’estetica fotografica e artistica dell’epoca attraverso la pubblicazione del proprio lavoro sulle riviste Condé Nast. L’occasione che si offre, ghiotta, a noi è quella di intrecciare la bellezza e le scelte linguistiche di questi grandi maestri dell’immagine con l’evoluzione del gusto, della moda, dello stile, dei canoni estetici della nostra società.
Visita il sito – https://www.pinaultcollection.com/palazzograssi/it/chronorama-tesori-fotografici-del-20deg-secolo

E poi… architettura

RAFFAELLO. NATO ARCHITETTO
Vicenza, Palladium Museum, 7 aprile – 9 luglio 2023
Non è un errore della redazione, Raffaello è stato un grandissimo architetto. E questa mostra, promossa dal CISA – Centro Internazionale di Studi dell’Architettura – nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale “Raffaello 1520-2020”, vuole proprio mettere in evidenza che l’urbinate nasce architetto e che anche nelle sue opere figurative vive, da subito, una nuova e innovativa idea di spazio, alimentata dallo studio e dall’imitazione dell’architettura della Roma antica. A impreziosire la mostra e renderla imperdibile la ricca serie di disegni autografi esposti.
Visita il sito – https://www.palladiomuseum.org/it/mostre/raffaello_nato_architetto

HOME SWEET HOME
Milano, Triennale 12 maggio – 10 settembre 2023
L’esposizione intende riflettere sull’idea di casa e di abitare, da sempre argomenti privilegiati della ricerca di Triennale. Dalla trasformazione dei ruoli di genere all’evoluzione del rapporto con la natura all’interno dello spazio domestico, fino alla crescente influenza della tecnologia sul modo di abitare, aumentata dopo due anni di pandemia Covid-19: questi sono alcuni dei temi centrali dell’esposizione, che intende mettere in luce alcuni grandi cambiamenti che negli ultimi cento anni hanno caratterizzato la sfera della casa.
Visita il sito – https://triennale.org/eventi/triennale-home-sweet-home

La Nuit européenne des musées

Cette année, le 13 mai 2023, près de 3400 musées, dont 1300 en France, ont participé à cet événement festif et culturel. Lancée en 2005 par le Ministère de la Culture, sous le patronage de l’Unesco et du Conseil de l’Europe, cette manifestation attire, chaque année, un nombre croissant de visiteurs.

Dès la tombée de la nuit et jusqu’à minuit, plus de trois milliers de musées à travers l’Europe ouvrent leurs portes et proposent un accès gratuit à des visites commentées, parcours ludiques, ateliers ou encore spectacles vivants. Faire découvrir les musées autrement aux petits et grands, voilà le défi à relever. Alors, c’est parti, on se lance ! Entre démonstration de la pâtisserie autour du chou chantilly dans les anciennes cuisines du Palais de la Cité à la Conciergerie et atelier d’écriture, lectures musicales dans les jardins de sculptures du Musée Rodin, notre cœur balance.

Les émotions ne manquent pas non plus dans la région lilloise pour les plus jeunes, lesquels peuvent rencontrer les héros de leurs jeux vidéo préférés au Palais des Beaux-Arts ou bien s’aventurer dans l’obscurité, munis d’une lampe torche, à la découverte de dinosaures, mammifères et momies mystérieuses au Musée des Sciences Naturelles.  Et si vous en rêviez lorsque vous étiez petits (ou peut-être il n’y a pas encore si longtemps), le Musée national des Douanes de Bordeaux vous propose de « jouer » au responsable des collections en inventoriant les objets les plus insolites du parcours !

Mais l’expérience ne s’arrête pas là… En effet, Ministère de la Culture et Ministère de l’Éducation nationale de la Jeunesse et des Sports se mobilisent autour de l’opération lancée en 2013 « La classe, l’œuvre ». Lors de la Nuit des musées, dans le but de renforcer la collaboration entre les établissements scolaires et culturels d’un même territoire et de développer chez les jeunes un lien familier avec les musées, l’initiative invite les élèves des classes primaires, du collège et du lycée, à s’approprier le patrimoine commun en interprétant librement une œuvre conservée dans les collections des musées participants.

Grâce à la restitution de leur analyse spontanée faite à leurs camarades et à leurs familles, les élèves deviennent des « passeurs de cultures» et contribuent ainsi à répondre à un double enjeu : d’une part, développer un public en devenir en impliquant dans le projet groupes scolaires et familles ; d’autre part, renforcer les synergies existantes entre les différents agents éducateurs du territoire visant à créer un dispositif de médiation actualisé, innovant, s’adaptant aux spécificités de ce nouveau public. 

Alors pourquoi ne pas participer nous aussi, depuis nos salles de classe, à ce fabuleux challenge ? Nous avons de la chance, la technologie est de notre côté et nous offre une foule d’outils captivants. Lançons-nous nous aussi à la découverte du Louvre, du Musée d’Orsay, du Château de Versailles, du Musée Van Gogh ou encore du Musée océanographique de Monaco et proposons à nos élèves d’interpréter les œuvres qui les auront interpellés. Les activités peuvent être diverses et variées, et puis, soyons confiants car nous mettrons en pratique les propos de Paul Valéry :  nous laisserons que « notre voix, notre intelligence et tous les ressorts de notre sensibilité se composent pour donner vie et présence puissante à l’acte de création de l’auteur ».

Per approfondire

Il Body Condition Score (BCS) nelle bovine da latte

Il Body Condition Score (BCS) è un metodo di rilevazione morfologica soggettiva utilizzato per valutare l’entità delle riserve energetiche corporee immagazzinate nel tessuto adiposo sottocutaneo e muscolare (Edmonson et al., 1989).

Questo metodo si basa sulla valutazione visiva di alcune regioni (posteriore e fianco) del corpo animale, al quale vengono assegnati dei punteggi che vanno da 1 (animali estremamente magri) a 5 (animali molto grassi) con intervalli di 土0,25. Il valore finale di BCS è il risultato della media relativa alla valutazione di 8 differenti regioni anatomiche.

Il BCS, anche se implementato circa 50 anni fa (Lowman et. al.,1976) e messo a punto da Edmonson alla fine degli anni ‘80, rimane tuttora un indicatore molto prezioso ed economico per valutare le riserve corporee di energia. Questo indice risulta molto utile nel momento in cui le bovine da latte ad alta produzione presentano un deficit energetico dovuto all’aumento dei fabbisogni di lattazione che non sono supportati da un’ingestione di sostanza secca adeguata.

La rilevazione del BCS è inoltre inserita nei controlli morfologici soggettivi che vengono rilevati dagli esperti di razza dell’Associazione Nazionale Allevatori della razza Frisona Italiana (ANAFIBJ), al fine di implementare un indice di selezione specifico chiamato Indice BCS. Questo indice presenta una buona ereditabilità, per cui si possono selezionare animali che, a parità di produzione di latte, dimostrano una maggiore efficienza nell’utilizzo delle riserve corporee, con riflessi positivi anche sulla sostenibilità ambientale. L’utilizzo di queste strategie migliora la possibilità da parte dei produttori di diminuire lo stress negli animali, razionalizzare gli alimenti, evitare gli sprechi ed infine di aumentare la produttività degli animali.

Un’attenta e puntuale rilevazione del BCS permette di prevenire l’insorgenza di patologie che potrebbero causare perdite produttive, diminuzione dell’efficienza riproduttiva e riforma precoce degli animali. Il valore ideale di BCS è pari a un intervallo che varia tra i 3 ed i 3,5 punti; gli animali che presentano questo punteggio, vengono detti in condizione. Animali con valori entro questo intervallo hanno a disposizione una sufficiente riserva di energia e, allo stesso tempo, non evidenziano un’eccessiva immobilizzazione di riserve corporee.

Di norma, il BCS andrebbe rilevato periodicamente ogni 15-30 giorni. Nella comune pratica aziendale però, risulta difficile valutare il BCS con questa frequenza, pertanto, i momenti cruciali dove la rilevazione è di fondamentale importanza sono: il parto, il picco di lattazione, la messa in asciutta ed il periodo di asciutta. In questi periodi il punteggio di BCS dovrebbe essere il seguente:

  • parto (giorno 0): 3 – 3,5;
  • picco di lattazione (60 giorni): 2 – 2,5 (Variazione BCS max inferiore/uguale a 1 punto);
  • messa in asciutta (305 giorni): 3 – 3,5;
  • periodo di asciutta (periodo di 60 giorni): mantenimento a 3 – 3,5.

La rilevazione del punteggio di BCS presenta delle criticità, come la necessità di impegnare il lavoro di 1 o più operatori con una frequenza quindicinale o mensile, la soggettività nella rilevazione (con un margine non trascurabile nell’errore) e il numero di capi che possono essere valutati in una giornata.

Un recente studio ha evidenziato come un sistema automatizzato possa rilevare con precisione il BCS nei soggetti in una mandria (Albornoz et al., 2022). Questo sistema prevede l’utilizzo di telecamere 3D per le rilevazioni corporee tridimensionali che viene installato in aree ad alto flusso di animali. La ricerca ha confermato l’idoneità di questo sistema al fine di monitorare il BCS negli animali in modo più preciso e veloce, soprattutto in concomitanza con periodi più delicati (picco di lattazione durante il quale si presenta una ridotta ingestione), favorendo così l’intervento dell’allevatore per la risoluzione tempestiva delle problematiche che altresì potrebbero presentarsi.

Una città per tutti

Dal 2015 la sindaca di Barcellona Ada Colau ha avviato un processo di inserimento della prospettiva di genere nelle politiche della città, con l’obiettivo di garantire la soddisfazione delle necessità fondamentali della vita quotidiana. Uno dei processi partecipativi più interessanti scaturiti da questo indirizzo sono le marce esplorative della vita quotidiana, vere e proprie perlustrazioni dei quartieri, che sono diventate uno strumento formale di mappatura, diagnosi e progetto.

Gruppi di donne pianificano gli itinerari e li percorrono al fine di identificare gli elementi che possono essere migliorati per aumentare il grado di fruibilità, di accoglienza, di sicurezza dello spazio pubblico. La preparazione preliminare, il coinvolgimento, l’esperienza diretta e il confronto fanno delle marce uno strumento potente di lettura del territorio, che non va letto solo sotto il profilo tecnico, ma come pratica capace di offrire alle donne la possibilità di diventare protagoniste dello spazio pubblico, contribuendo ai processi decisionali e riappropriandosi pienamente del ruolo di cittadine.

Perché chi sono i cittadini per i quali le città sono state progettate e costruite? Con un certo grado di semplificazione, nella maggior parte dei casi possiamo dire che sono maschi adulti, sani, non stranieri. L’introduzione della prospettiva di genere nelle politiche urbane può allora contribuire a rendere evidente quanto siano limitate le esigenze su cui si fondano molte delle soluzioni che danno forma all’ambiente costruito e di quanti possano essere i punti di vista alternativi, capaci di svelare le disuguaglianze che alcuni spazi favoriscono, ma anche di offrire nuove strategie per città più sostenibili.

Esplorare lo spazio urbano da punti di vista parziali, specifici di un gruppo di persone con esigenze simili, come le donne, e plurali, capaci cioè di cogliere l’irriducibile complessità delle identità, permette di leggere criticamente il modo in cui ci si muove, si abita, si usa e si percepisce la città, e strutturare proposte alternative. L’approccio di cui le marce esplorative sono figlie, che prevede l’integrazione della prospettiva di genere nelle politiche attraverso strumenti di contrasto delle disuguaglianze, viene chiamato gender mainstreaming e la Commissione Europea lo promuove dalla metà degli anni Novanta. In campo urbanistico Vienna è un punto di riferimento per le iniziative di gender mainstreaming e uno dei tanti strumenti di cui la città si è dotata sono le linee guida per la progettazione dei parchi.

Le indagini conoscitive hanno fatto emergere un aspetto importante sull’uso degli spazi verdi da parte di bambini e adolescenti. Tra i dieci e i tredici anni le ragazze iniziano a passare meno tempo nei parchi dei loro coetanei maschi. Perché? Uno dei motivi è che i ragazzi tendono a costituire gruppi più numerosi rispetto alle ragazze e quindi ad imporre la loro presenza più facilmente. Le linee guida mirano a garantire spazi che possano far sentire a proprio agio le ragazze e contribuire a modificare nel tempo i comportamenti discriminatori. Tra le soluzioni vengono proposti campi da gioco suddivisi in più aree, spazi tranquilli dove sedersi, percorsi rettilinei e facilmente riconoscibili, incremento dell’illuminazione, bagni pubblici gratuiti, luoghi per il gioco dei più piccoli delimitati e affiancati da strutture per la socialità di chi accompagna i bambini, spesso donne alle quali è oggi demandato gran parte del lavoro di cura.

Le politiche adottate a Barcellona e a Vienna nascono dall’osservazione critica, dalla perlustrazione anche fisica dello spazio, a porre le basi per l’ascolto delle esigenze altrui. La mappatura di esperienze eterogenee e l’individuazione delle criticità permettono di mettere in discussione modelli consolidati e immaginare soluzioni che, provando a rispondere ai bisogni specifici, si rivelano più accoglienti per tutti.

Analoghi approcci e metodi di lavoro possono essere fruttuosamente riproposti agli studenti, definendo strumenti comuni, uscendo dalle aule per riportare una conoscenza diretta delle esperienze, discutendo e approfondendo i temi emersi dalle loro analisi per poter delineare insieme una sintesi progettuale.

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