Nell’ultimo anno si è fatto un grande parlare di valutazione; con il passaggio dai voti in decimi ai giudizi descrittivi si è spostata l’attenzione dalla semplice valutazione di quantità di informazioni acquisite, in favore del processo mediante il quale si apprende.
Con questo cambiamento diventa sempre più importante coinvolgere gli alunni e le alunne nel processo di valutazione tramite specifici momenti dedicati all’autovalutazione.
Molto importante è cambiare la percezione che si ha dell’errore, che fino ad oggi ha rivestito un ruolo negativo e penalizzante. Dobbiamo invece proporre un nuovo modello di pensiero nel quale l’errore è la dimostrazione che abbiamo ancora strada da percorrere: del lavoro da fare.
Thomas Edison prima di inventare la lampadina fece molti esperimenti che fallirono. In merito a questi errori di percorso disse: “Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato”.
Ecco, nel superamento dell’idea dell’errore come qualcosa di negativo, il metodo scientifico sperimentale ha molto da insegnarci e può essere utilizzato come termine di paragone.
Nel video “Il metodo scientifico” sul canale di HUB SCUOLA al minuto 2:28 viene proposto uno schema riassuntivo di questo metodo dove, nel caso l’ipotesi non venga confermata si prevede di ricominciare l’esperimento con un altro approccio, mentre nel caso l’ipotesi venga confermata si prevede di continuare ad approfondire l’argomento ciclo dopo ciclo, andando in profondità delle cose.
Questo approccio lo possiamo proporre anche alle bambine e ai bambini. Ad un certo punto del percorso possiamo chiedere loro di fermarsi, osservare cosa stanno facendo, come stanno studiando, se questo metodo è efficace. Possiamo chiedere loro di fare un’ipotesi su quello che sarà il risultato della verifica o dell’interrogazione. Al termine della prova potremo chiedere loro di osservare il risultato e di decidere se il percorso fino a quel momento è stato efficace oppure se hanno bisogno di fare dei cambiamenti nel proprio metodo di studio.
Per aiutare le bambine e i bambini a comprendere meglio il valore positivo dell’errore abbiamo deciso di proporre la lettura del libro “La cosa più grandiosa” di Ashley Spires. In questa storia una bambina cerca di costruire una cosa che ha in mente (fino alla fine non ci viene svelato di cosa si tratta) e si scontra con problemi di valutazione, di montaggio, di proprietà dei materiali e di mancanza di conoscenze adeguate.
Affronta emozioni come la frustrazione e la rabbia. In questo suo percorso però dimostra coraggio, determinazione, creatività e il desiderio di trovare soluzioni; non si ferma perché ha sbagliato, anzi riparte dagli errori per trovare la soluzione.
Alla lettura di questo libro abbiamo affiancato la realizzazione di una ruota per autovalutare il proprio percorso di apprendimento. La ruota presenta quattro faccine, tutte con diversi gradi di positività, che di fatto sostituiscono i quattro giudizi descrittivi: in via di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato.
L’obiettivo è quello di utilizzare questo strumento per valutare ogni percorso che si sta facendo, dall’apprendimento della letto-scrittura, allo studio delle tabelline e di qualsiasi altro argomento, in modo da aiutare le bambine e i bambini a visualizzare fin da subito l’apprendimento come un percorso piuttosto che come un punto di arrivo.
Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:
- prima parte: lettura e interpretazione della storia;
- seconda parte: presentazione del template “Rifletto, analizzo e valuto!”;
- terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il template “Rifletto, analizzo e valuto!”.
Video
MATERIALI AGGIUNTIVI
Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.
Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.
Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.