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Può l’aritmetica essere … “visiva”?!

di  Daniela Bianchi

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L’aritmetica è parte integrante dell’educazione matematica e consente di mettere in luce una serie di obiettivi fondamentali per la formazione nei bambini e nelle bambini del “pensiero matematico” e, in particolare per:

. la capacità di intuizione, di immaginazione, di progettazione, di formulazione di ipotesi, di deduzione, di controllo, di verifica;

– lo sviluppo di concetti, metodi ed atteggiamenti di tipo matematico per sviluppare la capacità di ordinare, di quantificare e misurare fatti e fenomeni della realtà;

– lo sviluppo della capacità di lettura della realtà in termini matematici.

Partiamo da una storiella da leggere per trarre informazioni

Andrea è un bambino di quasi 6 anni che sta per frequentare la prima elementare. Elisa, sua madre è una professoressa di matematica. Un pomeriggio Andrea stava contando le sue palline colorate e, lo contava così: … 7, 6, 5,…

“Ma che fai Andrea, sbagli tutto”, osservò sua madre. “Si conta a partire da 1, poi viene 2, poi 3 e così via”.

“No”, rispose il bambino, “sei tu che sbagli mamma, a volte il primo numero è 1, a volte è 7”!

Detto questo Andrea continuò a giocare con i suoi gettoni. La mamma lo guardò sconcertata, poi lo prese per mano e iniziò a prepararlo per la passeggiata pomeridiana.

Nell’ascensore,  che scendeva dal settimo piano, Andrea indicò alla mamma i numeri che, nel succedersi dei piani si illuminavano uno dopo l’altro. 

“Vedi mamma, ho ragione io, a volte si  comincia da 7, a volte da 1. Tu hai ragione solo quando si sale”.

Pensiamo al tipo di conoscenze di Andrea, un bambino tipo, un alunno tipo, conoscenze che sono legate alla sua realtà, al suo vissuto. E partendo da queste ripensiamo alle attività matematiche e sintonizziamoci su quelle indicazioni che ci suggeriscono di …”partire dalle precedenti esperienze degli alunni fatte in contesto di gioco e di vita familiare e sociale.

Ricordiamoci di questo aneddoto, di questa storiella, ricordiamoci di Andrea. C’era qualcosa di logico nel suo contare, partiva da una conoscenza vissuta, quella dell’ascensore che scende e che per lui era emotivamente “forte” e anche più importante dell’ascensore che sale. Per lui sta a significare … uscire, andare al parco, fare passeggiate, giocare ai giardini con gli amici,…

Andrea è un alunno tipo che ci troviamo davanti in prima elementare. È un alunno che porta con sé le sue molteplici conoscenze ed esperienze.

È importante tenerne conto, partire da queste che rappresentano la realtà del suo mondo, del suo vissuto quotidiano, delle esperienze significative a livello affettivo/emotivo.

È da queste che bisogna partire per avviare il processo formativo.

Possiamo paragonare la scuola come una macchina unaria (ad una entrata), tanto per restare in ambito matematico. In entrata c’è un bambino che è una realtà che sa cose, che ha conoscenze ed esperienze. La scuola, nel corso degli anni, con le sue discipline, funge da operatore formativo tanto che, alla fine di ogni classe e/o alla fine del quinquennio troviamo, in uscita, sempre un bambino, più grande, che è sempre una realtà, che sa cose in modo più sistematico, che ha conoscenze più organizzate e che gli permettono di passare dall’esperienza alla rappresentazione e alla formalizzazione.

La matematica, l’aritmentica, … sono qualcosa di più di una semplice e arida manipolazione di numeri, …

… è gioco,

… è azione, 

… è esperienza, 

… è ragionamento,

… è attività concreta, 

… è manipolazione,

… è logica, 

… è astrazione.

STRUMENTI  LUDICI PER APPRENDERE LA MATEMATICA FIN DALLA PRIMA

 

Le carte del Papy

Il minicomputer del Papy

 

Buon lavoro a tutti i bambini e a tutte le bambine con Magica Matilde.