“Diego per me è stato riscatto, felicità e desiderio. l’incarnazione del talento che ce la fa… in qualche misura ha sempre considerato se stesso al servizio della comunità. Grazie alla magia dei suoi piedi l’infelice poteva tornare felice. Era nato in miseria e stava con il popolo“.
Così Roberto Saviano rende omaggio alla figura di Diego Armando Maradona, il geniale calciatore che ci ha lasciato da poco all’età di sessant’anni, dopo una vita controversa e intensamente vissuta. La testimonianza dello scrittore partenopeo, che al di là dell’ammirazione per lo sportivo e per quanto egli ha rappresentato per Napoli, non nasconde i momenti oscuri della biografia del campione argentino – dal rapporto con le donne e i figli alla vicinanza a personaggi legati alla camorra – induce a qualche riflessione sul nostro immaginario collettivo in relazione allo sport, partendo anche da qualche suggestione classica.
La valentia atletica si pone sotto il segno dell’ambivalenza comportamentale sin dalle sue origini mitiche, che i Greci fanno risalire a Eracle: le dodici fatiche lo presentavano come l’incarnazione delle qualità fisiche e morali dell’atleta, inoltre a lui si attribuivano l’invenzione della lotta e del pancrazio e, soprattutto, l’istituzione dei giochi olimpici. Ma quel fondo di forza e impeto che sta alla base delle imprese belliche e agonistiche del semidio si esprime altresì in gesti brutali all’insegna dell’eccesso: le storie di Eracle ce lo presentano anche come un ubriacone, un mangione incallito e persino uno stupratore.
La letteratura agonale greca ha sempre cercato di neutralizzare questo secondo aspetto dell’eroe, privilegiandone l’immagine modello di ἀνδραγαθία agonale. Così fa, per esempio, Pindaro, il più fedele interprete dell’idealizzazione dell’atletismo offerta dalla cultura greca, che ha delineato nei suoi versi il ritratto di uno sportivo in cui alle qualità fisiche della bellezza e della prestanza si uniscono quelle doti morali che ne fanno un perfetto ἐσθλός, il coraggio, la generosità, la prudenza, l’impegno e soprattutto l’umile rispetto degli dei e della loro volontà:
“se un uomo di successo con gare gloriose / o con il potere della ricchezza comprime nel suo animo la continua arroganza / è degno di essere messo a parte delle lodi dei concittadini. / O Zeus, le grandi capacità ai mortali provengono / da te: perdura più grande la felicità di coloro che hanno rispetto, mentre agli animi storti / non si accompagna fiorendo ugualmente in ogni tempo. / Come compenso delle imprese meritorie bisogna celebrare con canti chi è bravo (ἐσθλός) (Pitica III, vv. 1-8).
Per il poeta, dunque, l’atleta è elogiato in quanto incarna non solo valori di ambito sportivo, ma anche – e soprattutto – di ambito etico. In fondo Pindaro non è altro che il punto d’arrivo di quella linea moralizzatrice della cultura greca che non rinnega i valori eroici della forza e dell’audacia, ma ne avverte per così dire l’imbarazzante arcaicità, l’inadeguatezza a costruire un moderno sistema etico. Di qui il tentativo di adattarli a un orizzonte morale diverso, facendo dell’eroe vitalistico e teso all’autoaffermazione consegnato dalla tradizione un uomo “buono”. È una retorica ben nota anche a noi, quella dello sportivo campione di virtù anche nella vita.
Ma quando appare un fuoriclasse assoluto, che nutre la sua genialità sportiva di un’esausta e ineducata fame di vita, improvvisamente si dissolve l’assioma per cui l’atleta vittorioso necessariamente eccelle anche dal punto di vista morale e si scardina la gabbia moralistica (di origine greca) che identifica l’atleta con il galantuomo. Subentra piuttosto quell’ammirazione per il genio che ci fa dimenticare ogni altra cosa e sotto i panni di Maradona torniamo a riconoscere l’eroe omerico, cui tutto è concesso per la realizzazione dei suoi talenti. “Un atleta ha un solo modo per realizzare pienamente la propria libertà: lottare liberamente per vincere”. (P. P. Pasolini)
Per approfondire
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Chiedi loro di documentarsi su Eracle e di prepararare un’intervista dove uno di loro interpreterà Eracle e un’altro lo intervisterà. Nell’intervista devono essere messe in luce anche le caratteristiche umane dell’eroe.