Esistono tante realtà scolastiche valide e innovative che non prevedono l’utilizzo del classico libro di testo: le scuole montessoriane e quelle del movimento Senza Zaino, per citarne solo alcune. Inoltre sappiamo bene che la matematica per essere compresa, appresa e amata ha bisogno di essere esperita, manipolata, praticata. Eppure il libro di testo resta un caposaldo nella scuola italiana e tanti insegnanti innovativi e appassionati dedicano ore e ore alla ricerca del libro di testo “perfetto”.
Ma quindi…libro di testo: sì o no?
La mia risposta è no se l’intenzione è quella di utilizzarlo in modo tradizionale o “passivo”: se il libro di testo diventa l’unico strumento didattico nelle mani del docente e se viene chiesto a bambini e bambine di aprirlo, leggerlo, risolvere gli esercizi, correggere gli errori individuati dall’insegnante e infine chiuderlo al termine della lezione. Questa è un’ottima prassi per non ricordare nulla di quanto fatto in classe e soprattutto, ahimè, per veicolare un approccio strumentale della matematica, intesa come disciplina che raccoglie regole, formule, algoritmi e definizioni da studiare a memoria, difficile (quasi impossibile!) da comprendere e assolutamente inopinabile.
Ma la mia risposta è sì (assolutamente sì!) se se ne fa un uso critico e consapevole, se si intende utilizzarlo come uno tra i tanti strumenti a disposizione per conoscere la matematica, utile per riordinare i concetti dopo averli compresi, per dargli una struttura chiara e facilitarne la memorizzazione e il ripasso, per esercitarsi e mettersi alla prova, ma soltanto DOPO aver acquisito le competenze necessarie per poterlo fare, attraverso un approccio relazionale alla matematica, fatto di attività laboratoriali e di scoperte, che vede il discente – protagonista attivo – appropriarsi via via delle conoscenze, dalle più elementari alle più complesse.
Approccio strumentale vs relazionale
Certo, l’approccio relazionale alla matematica è più efficace, consente a ragazze e ragazzi di addentrarsi davvero in quella che è la disciplina, utilizzando una didattica dominio cognitivo specifica, basata sulla manipolazione, sull’approccio visuo-spaziale e sulla comprensione dei concetti.
Eppure moltissimi insegnanti continuano a prediligere l’approccio strumentale; questo perché dà una sicurezza maggiore, permette di percorrere una strada già battuta, non lascia spazio all’incertezza, al pensiero divergente, a strategie differenti, in parole povere “fa meno paura”.
Ed è assolutamente comprensibile: insegnare matematica non è per niente facile.
Un libro di testo pensato per essere messo da parte
Ma se vi dicessi che esiste un libro di testo che permette di avventurarsi all’interno di un approccio relazionale alla disciplina, che guida insegnanti e alunni alla scoperta della matematica attraverso attività esperienziali, laboratoriali e ludiche, affiancando a queste ultime anche una salda base teorica a cui poter attingere ogniqualvolta se ne senta la necessità?
In questo caso sarebbe un po’ più facile salpare l’ancora e lasciarsi trasportare da una didattica davvero efficace e innovativa pur avendo sempre un porto sicuro al quale ormeggiare in caso di mare mosso, vero?
Bene, il nuovo libro di testo di Rizzoli Education vuole offrire esattamente questo:
– un doppio canale attraverso cui vengono presentati gli argomenti, quello pratico per mettere le mani in pasta con i “Mateludici” e la base teorica a cui fare sempre riferimento;
– un nuovo approccio alla risoluzione dei problemi guidata passo passo;
– tanti esercizi per allenarsi, ma anche molte prove non note per permettere a bambine e bambini di mettere in campo in modo creativo le loro competenze;
– uno spazio dedicato all’autovalutazione per aiutare i nostri alunni a riflettere su quanto appreso.
E ora volete sapere il titolo…
…di questo libro di testo pensato per essere aperto, letto e subito richiuso e messo da parte per lasciar spazio all’apprendimento autentico?
Cercate tra le novità editoriali “I mondi di GEA” (quello con la copertina viola)!