Negli allevamenti bovini, il periodo autunnale corrisponde a un aumento del numero di parti, in quanto le condizioni ambientali favoriscono un decorso delle fasi del parto. Questo aumento del numero di vitelli nati in azienda, coincide con un periodo di cambio di stagione, dove l’escursione termica tra il giorno e la notte e la variabilità delle condizioni meteorologiche, risultano più marcate (maggiore piovosità).
Questo periodo vede una maggiore morbilità e mortalità dei vitelli dovuta alle patologie gastrointestinali comunemente chiamate diarree neonatali. La maggiore incidenza di tali patologie si evidenzia nei primi 21-28 giorni di vita quando il sistema immunitario endogeno del vitello è meno sviluppato (Rebolini, 2021).
Le diarree neonatali sono prevalentemente causate da microrganismi quali batteri, protozoi e virus o da cause ambientali/alimentari; queste cause vengono comunemente denominate big six (Constable, 2010). In ordine di incidenza i 6 principali agenti sono:
- coliformi enterotossici (ETEC);
- Rotavirus;
- Coronavirus;
- Cryptosporidium spp.;
- Salmonella spp.;
- cause nutrizionali.
La protezione anticorpale da questi agenti eziologici è garantita dall’immunità passiva, acquisita grazie al colostro assunto nelle prime ore di vita del vitello. Il trasferimento dell’immunità passiva deve avvenire entro le prime 4 ore di vita del vitello per avere effetti positivi e duraturi (Zucali et al. 2013).
Le immunoglobuline materne, infatti, garantiscono una protezione solo nei primi giorni di vita, in quanto presentano un’emivita molto breve. Il periodo che intercorre tra l’esaurimento dell’effetto immunizzante del colostro e lo sviluppo di un sistema immunitario attivo, vede il vitello maggiormente sensibile ai patogeni presenti nell’ambiente. Dopo i primi 10-15 giorni di vita il vitello svilupperà un sistema immunitario attivo in grado di sviluppare una difesa reale verso tali patogeni.
Nel caso in cui si evidenziassero principi di diarrea (presenza di feci molli o liquide), risulta importante intervenire tempestivamente con dei reidratanti e degli antidiarroici al fine di evitare l’aggravarsi della situazione (Wenge-Dangschat et al., 2020). Tali prodotti vengono somministrati per via orale sostituendo il latte con l’acqua oppure diminuendo la quantità di latte e integrando con acqua. Nel caso di aggravamento della patologia diarroica bisogna intervenire con terapie farmacologiche.
Le cause alimentari e ambientali sono dovute a problemi legati alla quantità e qualità del latte somministrato nonché alla scarsa igiene degli ambienti di allevamento. Nel 2020 in un’indagine condotta da Zucali su un centinaio di aziende prevalentemente dislocate nel Nord Italia, si è visto che i tassi di mortalità entro svezzamento, si attestano a circa il 6,8%. La migliore strategia per evitare l’insorgenza di tali patologie, è la prevenzione; un ambiente sano e pulito, un corretto management accanto ad un’alimentazione corretta, riduce notevolmente l’incidenza delle diarree neonatali (Olivari et al., 2020).