Quando parliamo di mappe, pensiamo a una rappresentazione grafica più o meno accurata di un territorio, che consenta di leggerlo e di orientarsi. Le mappe, tuttavia, possono anche rappresentare il nostro pensiero. Esse, infatti, si possono costruire per raffigurare il modo in cui ciascuno di noi organizza e rielabora le idee e per prenderne consapevolezza.
Le mappe che vengono maggiormente utilizzate in ambito scolastico sono quelle mentali e quelle concettuali.
Le mappe concettuali, teorizzate da Joseph Novak negli anni Settanta del secolo scorso, rappresentano uno strumento utile alla realizzazione dell’apprendimento significativo, teorizzato da David Ausubel: un apprendimento capace di mettere in relazione le nuove conoscenze con quelle già possedute dal soggetto che apprende.
Ciò che caratterizza una mappa concettuale, infatti, è la possibilità di visualizzare i concetti chiave relativi a un certo argomento e i legami logici che li connettono.
Gli elementi che le costituiscono sono essenzialmente tre:
- i nodi concettuali: sagome che descrivono i principali concetti presenti nel dominio di conoscenza della mappa, all’interno delle quali viene riportata una descrizione testuale più o meno sintetica;
- le relazioni associative: archi di collegamento, in alcuni casi orientati, che rappresentano graficamente i legami fra i nodi della mappa;
- le etichette: descrizioni che possono essere introdotte per precisare il significato delle relazioni.
(Alberto Scocco, Costruire mappe per rappresentare e organizzare il proprio pensiero)
La loro struttura è di tipo gerarchico-relazionale: le relazioni associative si diramano dai concetti più generali verso quelli più particolari, le etichette permettono di seguire o ricostruire un percorso o un ragionamento.
Una mappa concettuale riflette lo stile cognitivo del soggetto che la costruisce e permette di prendere coscienza dei processi messi in atto nella fase di organizzazione delle conoscenze. Il soggetto in questo modo impara ad imparare. “… L’imparare è un processo personale e caratteristico dell’individuo…” (J.Novak-D.B. Gowin, Imparando a imparare )
Le mappe concettuali possono essere utilizzate sia dal docente sia dallo studente e rappresentano veri e propri strumenti compensativi per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento.
Se costruite dallo studente, permettono di:
- organizzare le informazioni secondo una propria strategia mentale;
- mostrare i legami tra i diversi concetti individuati all’interno di un testo;
- favorire, attraverso la costruzione di nuovi legami, l’integrazione di nuove conoscenze con quelle già possedute;
- recuperare le informazioni per l’esposizione orale o per la costruzione di un testo scritto;
- stimolare la discussione all’interno di un gruppo per giungere alla “negoziazione di significati”(funzione sociale).
Se costruite dal docente, permettono di:
- presentare in forma sintetica i concetti chiave di un argomento o di una lezione;
- evidenziare i legami gerarchici e logici tra i diversi concetti;
- riassumere e mettere a fuoco i concetti più importanti a conclusione di una o più lezioni.
Le mappe possono essere utilizzate anche nei libri di testo per visualizzare i concetti “chiave” di un argomento.
È con quest’ultimo intento che nel testo Tangram, alla fine di ogni unità, è stata inserita una mappa concettuale a cui è affiancata una pagina di ripasso con quesiti a cui è possibile dare una risposta interagendo con la mappa.
Per approfondire
- Costruire mappe concettuali Strategie e metodi per utilizzarle nella didattica , Joseph D. Novak, Erickson, 2012
- Costruire mappe per rappresentare e organizzare il proprio pensiero, Alberto Scocco, Franco Angeli, 2019
Scopri l’opera
- Tangram, il nostro corso di matematica per la scuola secondaria di primo grado, di L. Ferri, A. Matteo, E. Pellegrini – Fabbri Editore – Rizzoli Education, 2020