Gli insilati sono foraggi con elevato contenuto di acqua che, grazie a fermentazioni controllate, possono essere conservati per lungo tempo. Questa caratteristica garantisce all’allevatore un’indipendenza dal mercato mangimistico per l’approvvigionamento periodico delle materie prime per la preparazione della razione alimentare.
I foraggi insilati uniscono il valore nutritivo dei cereali, ricco di amidi e zuccheri fermentescibili, con l’elevata presenza di fibra degradabile. I ruminanti, grazie alla presenza di una ricca fauna microbica nei prestomaci, sono in grado di utilizzare le fibre indigeribili dei vegetali e trasformarle in principi nutritivi ad alto valore biologico.
Il crescente interesse verso la coltivazione dei cereali autunno-vernini, graminacee foraggere, cereali foraggeri e leguminose da foraggio per l’insilamento, può comportare vantaggi sia da un punto di vista agronomico che di miglioramento dell’efficienza digestiva.
La possibilità di coltivare questi foraggi a livello aziendale può implementare l’efficienza produttiva nella gestione agronomica dei terreni aziendali. Questo perché l’utilizzo dei suoli coltivati con le suddette coltivazioni, avviene durante il periodo invernale-primaverile ovvero, in un momento solitamente di riposo dei terreni rispetto alle colture estive (mais e soia).
Le colture foraggere da insilato primaverile sono prevalentemente rappresentate da orzo, frumento, graminacee da foraggio (Lolium spp.) e miscugli foraggeri (graminacee, graminacee più leguminose). Le graminacee e le leguminose da foraggio vengono raccolte previo pre-appassimento in campo, al fine di poter ottenere un ottimo compromesso tra quantità di sostanza secca prodotta e qualità del foraggio. I cereali autunno vernini, invece, possono essere raccolti in diverse epoche attraverso l’appassimento o con raccolta diretta nel momento di maturazione idonea delle cariossidi. La differenza tra queste due colture prevede di ottenere rese produttive diverse. Le graminacee da foraggio prevedono rese al raccolto comprese tra 4 e 6 tonnellate per ettaro (t/ha) mentre per i cereali vernini il range è molto più ampio ed è compreso tra le 5 e le 13 t/ha in funzione della scelta dell’epoca di raccolta (Borreani et al., 2021).
L’utilizzo di colture invernali-primaverili, inoltre, permette di diminuire i consumi di acqua e di prodotti fitosanitari e di ridurre notevolmente il carbon footprint con notevoli vantaggi per l’impatto ambientale. Per assicurare la buona conservazione di questi prodotti bisogna assicurare un buon decorso fermentativo ponendo particolare attenzione al contenuto di sostanza secca alla raccolta (> 30%) e alla scelta dei tempi di appassimento in campo (24-48 h). Nei casi in cui la sostanza secca totale non superasse il 30%, è consigliato utilizzare gli inoculi batterici al fine di controllare in modo più efficiente le fermentazioni al fine di ridurre al massimo le fermentazioni butirriche ed ottenere un prodotto finale di elevata qualità.
L’uso di insilati da coltivazioni foraggere autunno vernine permettono di ottenere vantaggi sotto molteplici aspetti, quali l’efficienza digestiva, il miglioramento del benessere animale, l’efficienza agronomica, la riduzione dell’impatto ambientale e il miglioramento della redditività aziendale.