Una fake news sull’Egitto nata da… un greco
Nell’immaginario collettivo le piramidi dell’antico Egitto vengono accostate agli schiavi. E chi altro, se non una moltitudine di prigionieri sottomessi avrebbe potuto erigere edifici così imponenti?
A dire il vero, tuttavia, la notizia dell’impiego di schiavi per costruire le piramidi non proviene da fonti dirette. Ed è quanto meno discutibile. Essa infatti è giunta fino a noi grazie allo storico greco Erodoto, che però – fatto tutt’altro che trascurabile – visse nel V secolo a.C., cioè circa duemila anni dopo!
Al termine della sua visita nella piana di Giza, Erodoto elaborò questa interpretazione (destinata a una grande fortuna), e la raccontò nelle sue Storie. Del resto, per un greco come lui, era del tutto verosimile che le opere pubbliche venissero realizzate grazie alla manodopera di schiavi.
Una diversa versione dei fatti
Da alcuni decenni la storiografia ha messo in dubbio la parola di Erodoto, sostenendo che i costruttori delle piramidi furono operai specializzati, liberi e ben pagati.
Per farlo, ci si è basati su nuovi e attendibili elementi, come quelli ricavati dagli scavi compiuti nel 2010 nella piana di Giza. Nei pressi delle piramidi di Cheope e Chefren, sono state infatti riportate alla luce alcune tombe, risalenti a 4500 anni fa e appartenenti ai costruttori delle piramidi stesse. Gli archeologi hanno subito fatto notare che se questi costruttori fossero stati schiavi, le loro tombe non sarebbero state di certo collocate accanto a quelle dei faraoni.
Non solo: analizzando altre fonti dirette, si è scoperto che durante i lavori le famiglie più ricche e potenti dell’Alto Egitto inviavano ogni giorno decine di vitelli e di montoni per sfamare i costruttori delle piramidi. Un trattamento un po’ troppo favorevole per degli schiavi!
Il bisogno di manodopera specializzata
La storiografia più recente mette in dubbio anche le cifre ipotizzate da Erodoto, che parlava di centomila schiavi impiegati a Giza. Secondo i dati reperiti, a realizzare le piramidi della piana furono al massimo diecimila persone. Ma come sarebbe stato possibile costruire questi enormi monumenti con un numero sì consistente, ma non smisurato di persone?
Un po’ come accade oggi, per realizzare opere grandi e sofisticate non basta poter disporre di manodopera generica: occorre personale qualificato, con competenze e mansioni specifiche. Pensiamo anche al modo in cui le piramidi furono realizzate: gli enormi blocchi di pietra che le componevano venivano sollevati attraverso ingegnosi sistemi di rampe, abbinati a leve, funi e spessori di legno inclinati. Operazioni, queste, che comportavano conoscenze ingegneristiche in fase di progettazione, un’accurata direzione dei lavori, ma anche una manodopera decisamente specializzata.