Rivolto alle/ai docenti della scuola secondaria di secondo grado
Intervento
Il calendario civile italiano in questi ultimi anni ha registrato un significativo incremento delle giornate dedicate alla commemorazione, con particolare attenzione alla memoria di coloro che furono vittime. Parleremo di quali siano le specificità storiche degli eventi che vengono ricordati il 27 gennaio, Giorno della Memoria, tenendo presenti due premesse generali:
- Il paradosso che il legislatore ha generato è quello di mettere in successione tre ricorrenze: il 26 gennaio, la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini, il 27 gennaio, il Giorno della Memoria e infine il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo. Tre ricorrenze che non comunicano tra di loro, venendo semmai vissute da molti secondo logiche di competizione se non di contrapposizione. La memoria non è un’essenza statica, permanente ma materia e prodotto dell’evoluzione socioculturale.
- La forte politicizzazione di queste ricorrenze che, quindi, invece che essere uno strumento di condivisione, sia pure critica, si trasformano in una sorta di segmentazione della cognizione del passato, dove l’intercambiabilità dei dolori e delle sofferenze subite produce l’incomprensione del contesto storico così come della specificità di ogni evento ricordato.
Per questo occorre ripensare la funzione stessa del Giorno della Memoria e, soprattutto, ricollocarlo all’interno di un percorso didattico che riesca a restituire agli studenti l’idea della complessità del Novecento.
Relatore
Claudio Vercelli, storico contemporaneista, è docente a contratto all’Università Cattolica di Milano. Svolge attività di ricerca e didattica presso l’Istituto di studi storici Salvemini e il Centro studi Piero Gobetti di Torino. È autore di numerose pubblicazioni.