Rivolto alle/ai docenti della scuola secondaria di secondo grado
Intervento
Dal 4 novembre del 2021 i giovani tra i 18 e i 24 anni potranno votare per eleggere i senatori della Repubblica. Una piccola rivoluzione istituzionale, visto che si trattava di un limite d’età in vigore sin dal 1948, anno di entrata in vigore della Costituzione italiana. Ma si tratta di una misura simbolica o di una misura sostanziale? O, peggio ancora: si tratta di testimonianza per una rinnovata attenzione sostanziale della politica nei confronti dei giovani o di una semplice foglia di fico dietro cui nascondere il solito disinteresse? Per rispondere a queste domande, ci si affida alla storia economica e politica del nostro paese. Una storia che, dati alla mano, ha bisogno ancora di molte conquiste prima di poter definitivamente dichiarare conclusa la cosiddetta “questione giovanile” nel nostro paese.
Relatore
Paolo Balduzzi è ricercatore e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I suoi interessi di ricerca sono diversi: political economy, federalismo fiscale e finanza locale, disuguaglianza intergenerazionale. Già membro di comitati tecnici (commissione Cottarelli; federalismo differenziato). Giornalista pubblicista; tesoriere e membro della redazione del sito www.lavoce.info; editorialista per “Il Messaggero”.