Rivolto alle/ai docenti della scuola secondaria di secondo grado
Intervento
La cornice, definita nel “Dizionario di architettura” di Pevsner, Flaming e Honour come elemento orizzontale che articola il ritmo di un’architettura, è ben più di un dettaglio tecnico. Fin dalle sue origini etimologiche, che legano il termine greco “korōnís” alla sommità e alla linea curva, e al latino “cornix”, la cornice emerge come confine fisico e concettuale che incide e sporge, assumendo ruoli multipli nelle arti visive e nella percezione umana. Nel corso della storia dell’arte, la cornice è passata da telaio decorativo a elemento simbolico, capace di definire, enfatizzare o persino dissolvere i confini di un’opera. Dall’inquadratura razionale rinascimentale alla soglia psicologica degli impressionisti, fino alle innovazioni visionarie di Monet e Mondrian, la cornice è diventata un veicolo di significato. Opere come quelle di Dalì e Klimt mostrano la cornice come scenografia e parte integrante dell’esperienza visiva. Più recentemente, l’iconica performance di Banksy,
che ha trasformato la cornice in un meccanismo di autodistruzione della sua “Bambina con il palloncino”, ha dimostrato il potenziale narrativo ed estetico di questo elemento. Come già per l’arte, anche in letteratura la “cornice” possiede una affascinante interazione tra più livelli di significato. La cornice è infatti sia il confine fisico che circonda ed eleva l’opera d’arte (anche nella sua descrizione letteraria), che il costrutto letterario che incapsula storie all’interno di altre storie. Questa dualità ha offerto agli autori uno strumento potente per forgiare, riflettere su e finanche criticare le narrazioni che essi hanno presentato. Se pensiamo alla cornice come elemento (de)limitante, allora il lettore si porrà la domanda “Cosa giace oltre all’immagine?”, “Cosa è stato omesso?” E quindi “La narrazione è fedeltà o finzione?”. Se pensiamo alla cornice come motivo letterario, allora non potremo non ricordare come questo strumento narrativo sia stato utilizzato con effetti magistrali da autori italiani e stranieri, anche per aiutare il lettore a riflettere sulla società rappresentata. E anche qui nascono nuove domande: “La cornice è un modo per
contenere il caos, o sottolinea la fragilità dell’ordine?” Questo live streaming propone un viaggio tra arte, letteratura e contemporaneità, esplorando i molteplici significati della cornice: non solo come semplice supporto, ma come dispositivo (anche letterario) in grado di definire, interrogare e persino trascendere l’opera stessa.
Relatori
Cristina Prandi consegue la Laurea in Lingue e Letterature Straniere a presso l’università di Torino, e un Master in Didattica e Programmazione. Dal 1993 insegna lingua e letteratura inglese presso un liceo classico, scientifico e linguistico dove ricopre anche la mansione di responsabile della sezione ESABAC e di funzione strumentale per la didattica. Teacher trainer in Metodologia e Didattica della Lingua Inglese per USR Piemonte, con la passione per le nuove tecnologie e la didattica innovativa, da anni tiene corsi agli insegnanti dei vari ordini di scuole.
L’Arch. Davide Vero è PhD in “Architettura. Storia e Progetto” presso il Politecnico di Torino ed è docente di storia dell’arte presso il MIUR, attualmente Liceo “G.B. Bodoni” di Saluzzo (CN).
È stato visiting scholar presso École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), inoltre ha condotto attività di didattica e di assistenza a corsi di composizione architettonica, storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino.
Durante la sua carriera ha partecipato a progetti di ricerca internazionali con università come l’EPFL, la Tsinghua University di Pechino e l’Universidad de Buenos Aires (UBA). Inoltre, Davide Vero è autore di pubblicazioni scientifiche nell’ambito dell’architettura e degli studi urbani, del paesaggio e del patrimonio culturale.