Cari colleghi e care colleghe,
v’è mai successo di incontrare lo sguardo di qualche vostro bambino o bambina e di vederlo svuotato, malinconico, forse addirittura rassegnato? E v’è mai capitato – di fronte a quello sguardo che risuona come un grido d’aiuto – di non saper bene cosa fare o cosa dire? Beh, a me sì. Accade, talvolta, che qualche mio alunno o mia alunna sia – come si suol dire – un po’ giù di morale. Così, un giorno, ho deciso di proporre loro un’esperienza che sapesse riportare il sorriso e che suscitasse qualche riflessione.
Sono arrivata a scuola con questo materiale:
- Bicarbonato di sodio
- Aceto
- Barattolo di vetro
- Cucchiaino
- Ciotola
- Semi per pop-corn
- Acqua a temperatura ambiente
Ho sistemato i semi dei pop-corn sulla cattedra e ho chiesto ai bambini e alle bambine di avvicinarsi per osservarli attentamente. Insieme abbiamo concluso che – purché molto simili e quasi interscambiabili – ognuno di essi aveva una forma e una sfumatura di colore diversa dagli altri: insomma, era unico! Così ho chiesto loro di scegliere un seme che li rappresentasse e di inserirlo in una ciotola.
Successivamente, abbiamo svolto insieme questi passaggi:
- anzitutto abbiamo inserito un po’ d’acqua in un barattolo di vetro;
- poi abbiamo aggiunto un cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio e mescolato finché non è diventato invisibile;
- successivamente abbiamo inserito nella soluzione i chicchi di pop-corn e controllato attentamente cosa accadeva;
- infine, abbiamo versato dell’aceto e osservato il “balletto dei pop-corn”.
Incredibilmente sembrava che questi semi fossero sul punto di precipitare sul fondo del barattolo, poi – come per magia – venivano prontamente abbracciati da un gruppo bollicine che li riportavano in superficie.
“Vedete bambini e bambine – ho detto loro guardandoli negli occhi – noi siamo i chicchi di pop-corn. Ogni tanto, nella nostra vita, sembra che stiamo per sprofondare nelle difficoltà, soprattutto quando siamo chiamati ad affrontare delle sfide complesse. Vi è mai successo? Per fortuna, però, non siamo soli: quando siamo giù di morale, abbiamo attorno a noi qualcuno che – come le bollicine con i chicchi – ci abbraccia e ci sostiene. Secondo voi, chi sono – nella nostra vita – le bollicine?”. I bambini e le bambine – senza esitare – mi hanno risposto “la mamma”, “il papà”, “la maestra”, “i nonni”… “Ecco, ragazzi, anche voi potete essere le bollicine per i vostri compagni e le vostre compagne… Non dimenticatelo! Se li vedete un po’ giù, sosteneteli!”.
Alla fine, ho presentato loro la spiegazione scientifica dell’esperimento a cui avevano appena assistito: “Le bollicine sono anidride carbonica. Poiché questo gas è meno denso del liquido dove si trova, si attacca ai pop-corn e li trascina verso l’alto. A contatto con la superficie, il gas si stacca e si disperde nell’aria”. Da ultimo, come degna conclusione di questa esperienza, abbiamo cotto i restanti chicchi di pop-corn e ce li siamo mangiati, tra chiacchiere e sorrisi.
L’autrice
Gloria Ragni
Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici, promotrice del “fare per apprendere” e sostenitrice dell’utilizzo integrato del digitale nella didattica. Ha un blog didattico www.maestraglo.it e condivide su Instagram le sue avventure da maestra (la trovate come @maestraglo).