La Dermatite Digitale (DD) è una patologia multifattoriale prevalentemente di origine batterica causata da batteri del genere Treponema della famiglia delle Spirohetacee. Questi microrganismi sono di tipo anaerobio e trovano il loro habitat nella lettiera umida tipica delle stalle a stabulazione libera con cuccette. Il batterio si incista nello spazio interdigitale dei due unghioni creando delle lesioni che progrediscono rapidamente se non curate tempestivamente generando problemi di locomozione (zoppie).
La DD si manifesta con differenti livelli di gravità e viene classificata secondo un sistema di valutazione visiva chiamata M-stage Scoring System. I livelli di gravità secondo questa scala sono 4 ovvero M1, piccola lesione di 2 cm, M2 con una lesione acuta di maggiori dimensioni. Questi primi due livelli sono curabili con una buona percentuale di guarigione. Gli stadi M3 ed M4 invece interessano un’area più ampia interessata dalla lesione della cute interdigitale e sono classificati come difficilmente guaribili.
La DD, secondo uno studio in un gruppo di allevamenti inglesi, risulta essere la principale causa di zoppie nelle vacche da latte (Barker et. al., 2010). In questo studio la prevalenza media delle zoppie causate dalla DD è stata del 36,8% con un range compreso tra 0% (aziende con assenza di DD) e il 79,2%. La DD nelle vacche da latte risulta una delle principali cause di riforma dove, mediamente, la percentuale di capi eliminati per problemi all’apparato locomotore, risulta tra il 17 ed il 26% (Tassinari et. al, 2016).
La DD è causa di una riduzione significativa della produzione media di latte fino a 0,75 kg/giorno per vacca (Badan M., 2013). Diversi studi hanno identificato che la DD colpisce in modo più significativo le manze in concomitanza con il primo parto. In uno studio condotto in Canada, la prevalenza di DD nelle manze al primo parto è risultata mediamente compresa tra il 7,8 ed il 12,0% (Jacobs et al., 2017). Altri studi effettuati a livello internazionale hanno evidenziato un range di prevalenza della DD compreso tra il 15 ed il 30%.
La cura della DD negli stadi iniziali (M1 ed M2) avviene prevalentemente con la pulizia della parte lesa e con l’applicazione di soluzioni disinfettanti a base di prodotti disinfettanti e battericidi quali lo iodio, il solfato di rame, il perossido di idrogeno, l’acido peracetico e la formalina (gluteraldeide diluita) o, in alternativa con principi attivi antibiotici ad uso topico. La cura degli stadi più gravi della DD viene effettuata con la pulizia della parte lesa ed una terapia antibiotica sistemica.
Vista l’elevata incidenza di questa patologia podale risulta fondamentale adottare delle buone pratiche gestionali di prevenzione. Una pratica molto diffusa è il bagno podale che consiste nel far passare le bovine in una vasca contenente una soluzione disinfettante immergendo il piede per almeno 10-15 cm. Questa soluzione però comporta un grande spreco di prodotto in quanto le vasche per i bagni podali hanno una capienza media pari a 2-300 litri e vanno completamente rinnovate ogni 2-3 giorni riversando il contenuto in concimaia.
Attualmente sta crescendo l’attenzione nella pratica di adottare soluzioni di precisione al fine di effettuare trattamenti altamente efficaci con un minor uso di prodotti (Roijakers D. et al., 2019). Questi sistemi prevedono l’applicazione del prodotto disinfettante individualmente mediante uno spruzzatore a bassa pressione sia manuale o automatizzato (applicabile anche alla stazione di mungitura robotizzata come ad esempio il LELY Meteor).
In conclusione, la prevenzione della DD con la disinfezione mirata degli unghioni o mediante bagni podali dei capi presenti in stalla, risulta fondamentale per eradicare la patologia all’interno delle aziende (Roijakers D. et al., 2019).