Dal V secolo a. C. ad oggi
Lo scontro fra Sparta e Atene dopo le guerre persiane
Il V secolo a.C. ha come protagoniste, in Grecia, le due principali città-stato della penisola, Atene e Sparta. Le due πόλεις avevano fatto fronte comune contro il nemico straniero all’epoca delle guerre persiane, ma una volta sconfitto il Gran Re avevano ricominciato a contendersi la supremazia della penisola ellenica, fino a scontrarsi nell’annosa guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che segnò la fine della potenza ateniese.
Divise dall’ambizione di controllare un medesimo territorio, Sparta e Atene si differenziavano
anche per l’organizzazione politica e sociale. Sparta era un’oligarchia militare, la cui classe dirigente era rappresentata dalla classe aristocratica; Atene era stata invece in origine una repubblica aristocratica, divenuta poi una democrazia.
Organizzazioni molto diverse
Intorno alle due potenze gravitavano le altre città-stato greche: Sparta aveva il predominio del Peloponneso, dove intorno alla metà del VI sec. a.C. aveva costituito la Lega Peloponnesiaca. Atene fu invece a capo di una confederazione marittima, denominata Lega delio-attica, costituitasi durante la fase conclusiva delle guerre persiane (478- 477 a.C.), di cui facevano parte isole come Chio, Samo, Lesbo, città dell’Asia minore, delle Cicladi e dell’Eubea. Mentre Sparta non chiedeva il versamento di alcun tributo alle città alleate, Atene pretendeva che fosse versata annualmente una somma di denaro, o che fossero forniti navi e mezzi di vario genere a sostegno delle operazioni militari intraprese dalla Lega. I tributi erano conservati nel tempio di Apollo a Delo, dove si teneva l’assemblea federale.
La fine della storia?
Nel 1992 nel suo saggio intitolato La fine della storia il politologo Francis Fukujama, di fronte al crollo del sistema politico-economico sovietico, ipotizzò che il modello di vita occidentale si sarebbe presto diffuso in tutto il mondo, sancendo progressivamente il pieno sviluppo sociale ed economico di tutti gli Stati, sulla base del riconoscimento democratico di tutte le libertà fondamentali.
Dal 1992 ad oggi gli attori del così detto “bipolarismo USA-URSS” sono profondamenti cambiati, e sicuramente siamo immersi in un mondo multipolare, in cui il confine fra democrazia e oligarchia è molto più sfumato e variegato di quanto non lo fosse nel V secolo (del resto le dimensioni del mondo raccontato sono infinitamente diverse).
Come vedete da questo grafico, che riporta un sondaggio SWG dell’aprile 2020, per gli italiani la Cina è un “amico” adesso più affidabile degli USA. Questo sarebbe stato impensabile per Fukuyama nel 1992. E’ per questo che per parlare di Storia con la S maiuscola occorre attendere molti anni di riflessione storiografica.
Non facciamo anacronismi
Attenzione però: oggi più che mai vale comunque il principio storico di non creare “anacronismi”, di non paragonare attraverso il tempo esperienze politiche e sociali diverse, saltandone i presupposti e l’evoluzione. Per questo lo scontro fra i modelli egemoni di Sparta ed Atene deve restare nel suo alveo storico. Ma può comunque servirci per discutere e imparare a relativizzare le epiche affermazioni di cui spesso siamo circondati, nei saggi, nella stampa, in tutti i media.
Per discutere insieme sui nuovi equilibri internazionali, vi consigliamo Valerio Castronovo, Chi vince e chi perde, Laterza 2020. Per tornare a leggere con passione il nostro passato, suggeriamo il recentissimo Eva Cantarella, Sparta e Atene, autoritarismo e democrazia, Einaudi stile libero 2021.
Per approfondire: – Consigli di lettura:
- Valerio Castronovo, Chi vince, chi perde, Laterza 2020
Leggi l’articolo - Eva Cantarella, Sparta e Atene, Einaudi 2021
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