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Il valore dell’istruzione

Un contributo per l’attività di orientamento

di  Mario Capuzzimati

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Il valore dell’istruzione

Benjamin Franklin apre l’articolo “Proposals Relating to the Education of Youth in Pensylvania”, già citato nell’articolo del mese scorso, con queste parole: The good Education of Youth has been esteemed by wise Men in all Ages, as the surest Foundation of the Happiness both of private Families and of Common-wealths”.

La ricchezza collettiva si fonda sulla buona istruzione dei giovani. Franklin ne era talmente consapevole da aggiungere:

Molti dei primi coloni di queste province erano uomini che avevano ricevuto una buona istruzione in Europa, e alla loro saggezza e buona gestione dobbiamo molto della nostra attuale prosperità. … La razza attuale [cioè, la generazione di coloni] non è generalmente ritenuta di pari capacità: … “.

Franklin sta notando che le nuove generazioni di americani sono meno istruite delle precedenti e meno capaci nelle diverse arti. Franklin è preoccupato, cerca di riformare le scuole per migliorare l’istruzione e per prevenire il più possibile le conseguenze dannose che accompagnerebbero un’ignoranza generale… “.

Il mismatch tra istruzione e mondo del lavoro

Negli ultimi due secoli, il successo di una Rivoluzione Industriale trainata da molte singole iniziative ha convinto il mondo occidentale dell’utilità di assecondare le aspirazioni individuali, nella convinzione che la ricerca dell’interesse individuale realizzi di riflesso anche quello collettivo. Tendiamo quindi a stimolare i giovani a riflettere su se stessi per scoprire le proprie inclinazioni in modo da coltivarle e realizzarsi individualmente.

Questo paradigma è una delle cause dello scostamento, continuamente rilevato, tra le scelte formative dei giovani e i lavori richiesti dalla collettività. Ci sono giovani ben istruiti in settori di cui la collettività non necessita; e quest’ultima ha bisogno di profili che tra i giovani non si trovano. La crisi è doppia: giovani e famiglie avvertono la quasi inutilità sia degli studi sia delle risorse e del tempo spesi; le imprese non trovano le figure qualificate di cui necessitano, senza le quali non possono ammodernare gli impianti e migliorare la loro competitività. Il risultato ultimo è l’impoverimento generale, già in corso.

Una bussola per l’orientamento

Il tema è delicato; riguarda la posizione dell’individuo all’interno della comunità e come quest’ultima valuta il merito dei giovani. Franklin chiude l’articolo sottolineando che:

L’idea di ciò che è vero merito dovrebbe essere spesso presentata ai giovani, spiegata e impressa nelle loro menti, come consistente in un’inclinazione unita alla capacità di servire l’umanità, il proprio Paese, gli amici e la famiglia; capacità che (con la benedizione di Dio) è da acquisire o da aumentare notevolmente tramite il vero apprendimento; e dovrebbe davvero essere il grande obiettivo e fine di tutto l’apprendimento”.

L’individuo, dunque, si realizza nella comunità e quest’ultima ha le sue esigenze. Cosa ne pensano i nostri studenti?