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Il fair play a scuola

Stare bene insieme nel gioco e nello studio

di  Giuditta e Ginevra Gottardi

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Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di seguire i Giochi Olimpici e Paralimpici e di ammirare la costanza, l’impegno, la dedizione e la bravura degli atleti di tutto il mondo. In spiaggia, si potevano osservare bambini e bambine che emulavano i campioni organizzando delle gare di corsa con tanto di podio. Vedendo tanto coinvolgimento abbiamo pensato che a settembre i nostri alunni e alunne arriveranno a scuola pieni di questo entusiasmo, con negli occhi ancora le gesta di questi campioni: uomini e donne normali che hanno compiuto cose straordinarie superando i propri limiti.

I Giochi Olimpici sono un evento che vede coinvolti gli atleti di tutto il mondo e che affonda le origini nell’antica Grecia, dove oltre ad essere un evento in cui si metteva in mostra l’abilità fisica, erano previsti anche dei momenti di celebrazione culturale e religiosa. Anche oggi le Olimpiadi continuano a incarnare questi valori, promuovendo non solo la competizione, ma anche l’unione tra i popoli e l’ideale del fair play.

Il fair play, o gioco leale, è un principio fondamentale nello sport, che va oltre il semplice rispetto delle regole: implica integrità, rispetto per gli avversari, e la volontà di competere in modo onesto. Durante le Olimpiadi, gli atleti sono chiamati a dimostrare non solo la loro abilità fisica, ma anche il loro carattere morale, accettando la vittoria con umiltà e la sconfitta con dignità. Questo atteggiamento riflette l’essenza dello spirito olimpico, dove la partecipazione e lo sforzo vengono valorizzati tanto quanto il risultato finale.

Il fair play deve essere osservato non solo dai giocatori in campo, ma anche dai tifosi e prevede una serie di principi fondamentali:

  • rispettare le regole del gioco;
  • rispettare i compagni di squadra, gli avversari, gli arbitri e gli spettatori;
  • aiutare gli altri a resistere nelle difficoltà;
  • rifiutare qualsiasi tipo di scorrettezza (doping, razzismo, violenza e corruzione);
  • giocare per divertirsi;
  • giocare con lealtà;
  • accettare la sconfitta con dignità.

Nella Dichiarazione del Comitato Internazionale “Fair Play” si legge: “Non possiamo comprendere il fair play se non lo colleghiamo a valori morali come lo spirito di giustizia, equità e dignità umana”. Si tratta quindi di principi che, se insegnati a scuola, possono aiutare i bambini e le bambine a migliorare la propria capacità di stare insieme e di prendersi cura del gruppo.

Ma non solo! Possiamo traslare questi principi anche nello studio: a scuola, il fair play può manifestarsi attraverso il rispetto per insegnanti e compagni, la collaborazione durante i progetti di gruppo, e l’onestà negli esami. Gli studenti che praticano il fair play sviluppano un forte senso di responsabilità e giustizia, imparando a riconoscere il valore del lavoro di squadra e dell’impegno personale.

Nello studio, il fair play si traduce nell’integrità accademica. Copiare, plagiare o cercare scorciatoie per ottenere risultati migliori sono comportamenti che minano il valore dell’istruzione. Al contrario, gli studenti che si impegnano a raggiungere i propri obiettivi con onestà, anche quando ciò richiede sacrificio e fatica, costruiscono una base solida per il loro futuro.

In conclusione, il fair play, sebbene originato nel contesto sportivo, ha una rilevanza che si estende ben oltre il campo di gioco. Applicato a scuola e nello studio, esso promuove valori di rispetto, onestà e collaborazione, che sono essenziali per il successo non solo accademico, ma anche nella vita. Come le Olimpiadi ci insegnano, ciò che conta veramente è lo sforzo, l’integrità e il rispetto per gli altri, principi che dovrebbero guidare ogni aspetto della nostra esistenza. Lo stesso Pierre De Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne, pronunciò una frase che divenne motto non ufficiale dei giochi e che racchiude i principi del fair play: “L’importante non è vincere ma partecipare”.

Per introdurre quindi una riflessione sul fair play a scuola abbiamo pensato di partire da una storia nota: “La lepre e la tartaruga” di Esopo, nella versione tratta dal nostro manuale “Didattica per competenze con i lapbook” edito da Centro Studi Erickson. 

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura espressiva della storia;
  • seconda parte: presentazione del lavoro;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il template “Fair play”.

VIDEO

MATERIALI

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LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.