Rivolto alle/ai docenti della scuola secondaria di secondo grado
Intervento
Come la chimica può essere sana e sostenibile e favorire scelte quotidiane consapevoli
Negli ultimi anni la ricerca e l’applicazione industriale di materie prime di origine vegetale è cresciuta moltissimo. Fanno parte della nostra vita di tutti i giorni prodotti come coloranti, solventi e addensanti, tessuti e materiali compositi, lubrificanti, tensioattivi, bioplastiche, prodotti per cosmesi e nutraceutica. Lo sviluppo del settore della Chimica Verde è quindi un’opportunità per il rilancio dell’economia nel nostro Paese così come nel resto del Mondo.
La “bioeconomia”, basata sull’impiego di prodotti e processi rinnovabili a partire da matrici vegetali di produzione agricola, è un settore con enormi potenzialità di sviluppo. In questo scenario si inseriscono le bioplastiche, un’eccellenza industriale tutta italiana che ha permesso di aprire nel nostro Paese nuovi impianti della filiera della chimica verde in aree industriali dismesse e/o da bonificare.
I prodotti in bioplastica biodegradabile e compostabile sono ormai diversi: non si limitano più alle sole buste per l’asporto merci, ma si va dai bicchieri alle posate, dai piatti agli imballaggi alimentari. Tutti questi manufatti sono certificati come compostabili e vanno quindi conferiti nell’umido domestico perché da essi si produce ottimo concime.
Lo sviluppo di questi materiali è stato strategico per fronteggiare un problema globale ormai noto. Studi internazionali dimostrano, infatti come sulle spiagge europee dall’80 all’85% dei rifiuti marini rinvenuti sono plastica e, di questi, gli oggetti monouso rappresentano il 50%. Se vogliamo passare dall’economia lineare a quella circolare dobbiamo acquisire modelli di consumo e comportamento differenti e le bioplastiche e, in generale la chimica verde, vanno in questa direzione.
Relatore
Andrea Minutolo, geologo, responsabile scientifico di Legambiente. Dal 2012 segue temi ambientali come l’inquinamento atmosferico, delle acque, dei suoli, la gestione dei rifiuti, l’amianto, il dissesto idrogeologico, le estrazioni petrolifere, le bonifiche dei siti inquinati. Il tutto con l’occhio critico di Legambiente basato su un radicato ambientalismo scientifico che si propone di fornire allo stesso tempo spunti e riflessioni per arrivare alla definizione di proposte concrete e sostenibili.