Alla fine di ottobre di quest’anno ricorre il primo centenario dalla nascita di un maestro – italiano e internazionale – ingiustamente sottratto alla manualistica scolastica: Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003).
Protagonista della neoavanguardia internazionale, ha attraversato il secondo Novecento con l’ironia e la dissacrazione, oltre che con lo sperimentalismo linguistico e le contaminazioni letterarie, delle sue opere.
Enrico Baj, Parata a sei, 1964 olio e collage su stoffa, 190x480cm, Archivio Enrico Baj, Vergiate |
Eclettico, stravagante, imprevedibile, dissacrante, ironico… sono molti gli aggettivi che si potrebbero usare per definire, senza riuscirvi, la figura e l’arte di Enrico Baj, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla nascita.
Milanese per nascita e per studi, strettamente inserito nel contesto culturale e artistico della città meneghina, Baj ha subito fortemente il fascino internazionale del Surrealismo e dei linguaggi eversivi di Dada, si è bagnato nelle acque dell’Informale e ha stretto contatti con le esperienze del gruppo Co.Br.A. Stretti contatti con Breton e Duchamp favorirono lo svilupparsi della sua naturale vena ironica e dissacrante, oltre a un incessante sperimentalismo nella scelta di materiali a volte imprevedibili e sorprendenti, come i mattoncini LEGO® o i moduli del Meccano, a volte desueti e apparentemente fuori moda, come le passamanerie e le carte da parati.
Enrico Baj, Berenice, 1960 olio e collage su tela, 92x73cm Archivio Enrico Baj, Vergiate |
La ricerca linguistica, giocosa e apparentemente surreale, dà voce a contenuti che sono invece strettamente connessi al qui e all’ora del dibattito culturale e politico del secondo Novecento italiano, attraversato dai fremiti della ricostruzione e del boom economico, dai sogni (e dai timori) della corsa verso lo spazio – altra faccia della medaglia della guerra fredda che divideva in due il mondo conosciuto -, dal conflitto politico interno al paese e alle sue manifestazioni eversive e violente.
Il personaggio chiave del percorso artistico di Baj, l’ultracorpo, che attraverso molteplici metamorfosi compare in tutta la produzione, da alieno gommoso e informe a sagoma militaresca digrignante, fino a creatura boschiana e apocalittica, incarna, nelle sue diverse manifestazioni, quanto opprime l’uomo non solo e non tanto nella sua dimensione spirituale o piscologica, quanto nella sua vita sociale e culturale, in sintesi politica.
Enrico Baj, Generale, 1961 collage su tavola, 146x114cm foto di Gianni Ummarino Fondazione Marconi, Milano |
E Baj è un artista politico, nell’accezione più ampia e completa del termine, pienamente vivo nel milieu culturale della sua Milano, con le amicizie di intellettuali e artisti, ma soprattutto letterati e poeti da cui si lascia ispirare e con i quali condivide tangenti di pensiero, mosso “tra anarchia e ‘Patafisica’, antagonismo e surrealtà, gioco e impegno”.
Enrico Baj, La Neva, 2002 collage su tavola, 130x100cm Archivio Enrico Baj, Vergiate |
L’omaggio di Milano
- Milano ha progettato, in questo centenario, delle belle iniziative tese a ricordare lo spessore artistico e l’indomita, ironica immaginazione di Enrico Baj: pensiamo alla ghiotta rassegna di suoi libri d’autore, conclusa a luglio, alla Braidense di Milano, “Baj. Libri in libertà”, coronata da un importante lascito da parte della vedova dell’artista, Roberta Cerini Baj, che ha donato quattro delle opere esposte al patrimonio della Biblioteca Nazionale Braidense.
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- “BAJ. Baj chez Baj” è il titolo dell’ampia retrospettiva, che si inaugurerà l’8 ottobre, promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale con Electa e curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj che presenterà quasi cinquanta opere, realizzate dall’artista dai primi anni Cinquanta fino all’alba del Duemila. Nella Sala delle Cariatidi di palazzo Reale, l’iconica, gigantesca opera I Funerali dell’anarchico Pinelli per la prima volta sarà integrata in un percorso antologico e in un dialogo puntuale con altri lavori del maestro.
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Dedicato ai docenti e alle docenti delle scuole italiane un video in cui le curatrici e Ad Artem presentano in anteprima la mostra nell’allestimento suggestivo di palazzo reale e le opportunità di approfondimento per le classi di tutti gli ordini di scuola.
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- Lo stesso 8 ottobre il Museo della Ceramica di Savona e il MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, ospiteranno sempre sotto il titolo di “BAJ. Baj chez Baj”, a cura di Luca Bochicchio e dei curatori dei musei, un’esposizione incentrata sull’opera ceramica di Baj nel suo sviluppo storico e cronologico.
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- In attesa di questa duplice, ampia retrospettiva, è possibile visitare presso il Museo di Storia Naturale di corso Venezia a Milano l’esposizione dal titolo “Enrico Baj. Zoologia fantastica e altre nature” che raccoglie 22 tavole divise fra il Manuale di zoologia fantastica, il Paradiso perduto, la cartella I Fiori (con la sua botanica visionaria), oltre alle acqueforti del celebre De Rerum Natura del 1958, omaggio (reinventato) al poema latino di Lucrezio.
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Per approfondire
Per una biografia dettagliata dell’artista guarda il documento allegato qui.