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Dieci libri per le vacanze

di  Ivan Sciapeconi, Eva Pigliapoco

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L’estate è una stagione magica per mille motivi: perché possiamo riposare, certamente, perchè possiamo immaginare l’anno che verrà. Ma anche perchè possiamo finalmente dedicarci con maggior tempo e maggior profondità alle nostre letture. E allora, come tutti gli anni, eccoci con i nostri consigli di lettura! Ce ne sono per tutte le età: dai 6 ai 101 anni e oltre.

Agrifoglio, di Matthew Cordell, Edizioni Clichy

La piccola scoiattolina Agrifoglio ha paura di molte cose: dei tuoni, dei falchi e dei sentieri bui che si diramano per la Foresta dell’Olivello. Quando la mamma però la incarica di portare una zuppa a Nonna Quercia, a letto con l’influenza, Agrifoglio deve superare le sue paure e affrontare il viaggio. Lungo la strada, la piccola incontra altri abitanti della foresta: alcuni vogliono aiutarla, altri vogliono la deliziosa zuppa preparata dalla mamma! Spetterà ad Agrifoglio mantenere la rotta e raggiungere la nonna. Una storia di coraggio e amore, scritta e illustrata dal pluripremiato Matthew Cordell, con tante meravigliose creature della foresta che sorprenderanno e delizieranno i giovani lettori, per una lettura suggestiva perfetta per le atmosfere autunnali e invernali.

(per i primi lettori e le prime lettrici)

 

Misha. Io, i miei tre fratelli e un coniglio, di E. Van de Vendel e A. Elman, Sinnos

La piccola Roya è dovuta fuggire dal suo paese, come accade a tanti. E quando finalmente con la sua famiglia entra nella sua nuova casa, nel paese che li ha accolti, pensa che sia davvero ora di avere un animale domestico: arriva così un simpatico coniglietto nano che si chiama Misha e che conquista l’amore della bambina e dei suoi tre fratelli maggiori. E poi, un giorno, Misha scompare improvvisamente. Vincitore del premio Andersen 2024, sezione 6-9 anni. 

 

All’ombra dei papaveri, di Fulvia Degl’Innocenti e Alessandro Coppola, La compagnia del libro

Un soldato combatte una guerra che non ha voluto, per lui solo fatica, paura, nostalgia di casa. Sul sentiero del ritorno il nemico, un altro soldato, un uomo come lui. Un’esitazione di troppo, qualcuno cadrà tra i papaveri rossi. Liberamente ispirato alla canzone di Fabrizio De André “La guerra di Piero”. Dagli 8 anni.

 

Scintilla, di Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio, Mondadori

In una casa ai bordi di una città mitica, circondata da un giardino dove lo scirocco scompiglia i fiori di oleandro e le chiome degli agrumi, c’è un antico camino. E lì, fermo davanti a quel camino spento, c’è Antonio, un bambino in attesa del ritorno della madre, partita per proteggere il suo amore più grande: la Natura minacciata dagli uomini. Mentre aspetta, scende dalla cappa una bambina misteriosa, con i capelli rossi come un piccolo fuoco e il viso pieno come la luna. È Scintilla. Da quel momento, se i pomeriggi afosi Antonio li trascorre con il padre capace di leggere il cielo, la zia dagli occhi viola come Liz Taylor e il nuovo cugino con una storia amara alle spalle, le notti piene di stelle diventano il segreto teatro d’incontro tra lui e la bambina di fuoco. Tra giochi e risate, “Scintiduzza” accenderà nel cuore di Antonio scintille di felicità, mostrandogli quello che nessun bambino può vedere ma tutti giocano a immaginare: un pezzettino di futuro. Dagli 11 anni.

 

Lo strambo trasloco della magione Miller di Dave Eggers, L’ippocampo

«Questa è la storia di un cane che, rovistando in un buco, scoprì una miniera d’argento, e dei maiali che vissero e grufolarono nei paraggi. È la storia di come i maiali furono cacciati via e di uno strambo, avventuroso trasloco portato a termine con l’aiuto di tronchi e cavalli. È la storia più bella che sia mai stata scritta su cani e maiali, tronchi e cavalli… almeno per ora!» Dave Eggers Lo strambo trasloco della magione Miller è una favola a lieto fine, verissima e al tempo stesso surreale. Una storia avventurosa, comica e travolgente raccontata da uno dei maggiori romanzieri contemporanei, Dave Eggers, e disegnata da Júlia Sardà. Età di lettura: per tutti, consigliato dai 9 anni. 

 

Ed eccoci, ora, con i nostri consigli di lettura per noi, educatrici ed educatori adulti. 

Lettera alla scuola, di C. Raimo, Feltrinelli

Quante volte sentiamo discorsi sui ragazzi e non dei ragazzi? In questo libro sono invece le studentesse e gli studenti a prendere la parola per raccontare cosa vuol dire avere sedici anni oggi in Italia. Lo fanno con un testo a più mani, scritto dalla III M dell’Istituto Amaldi (2022-2023), nel quartiere Castelverde, alla periferia di Roma. Dopo aver letto insieme a Christian Raimo Lettera a una professoressa di don Milani, la classe si è interrogata su come sia la scuola oggi, trasformando quelle domande in una grande questione sul senso dell’educazione, ripercorrendo la struttura della Lettera in un dialogo continuo tra passato e presente. A partire da racconti personali, Lettera alla scuola affronta temi urgenti e attuali, vicini all’esperienza degli studenti, come quello dell’ansia e del benessere psicologico, dei rapporti famigliari e tra coetanei. Ma Lettera alla scuola è soprattutto un invito a chi fa parte della comunità scolastica a ragionare insieme su come migliorare l’esperienza educativa, l’istituzione scolastica e la società intera per diventarne veri protagonisti.

 

Dis-educazione. Perché la scuola ha bisogno del pensiero critico, di N. Chomsky, Piemme

 Nonostante sia diffusa l’idea che nelle scuole statunitensi, come in quelle dei Paesi occidentali, si insegnino i valori democratici, ci troviamo di fronte un modello di insegnamento che non solo non incoraggia, ma impedisce di sviluppare il pensiero critico e indipendente, di ragionare liberamente su ciò che si nasconde dietro la rappresentazione del mondo offerta dal potere. Di rado è consentito agli studenti di «trovare da soli la verità», mostrando loro come farlo. Più spesso ci si aspetta che i ragazzi imparino attraverso un trasferimento di conoscenze: un approccio strumentale all’istruzione, la cui efficacia è misurata da esami che prevedono risposte corrette e risposte errate, predeterminate secondo i criteri stabiliti dalla cultura dominante. Le scuole non sono dunque luoghi democratici, ma istituzioni che svolgono un ruolo di controllo e di coercizione. In questa raccolta di saggi, Noam Chomsky rivela, con una serie documentata e puntuale di esempi tratti dalla storia recente, come gli Stati Uniti siano riusciti a rivendicare continuamente la loro superiorità morale proprio allontanando gli osservatori e i cittadini da una comprensione critica e globale degli eventi. E con la passione che da cinquant’anni sostiene le sue ricerche sui sistemi di potere e la sua competenza di studioso della comunicazione, fornisce gli strumenti utili a fare di studenti e insegnanti degli «agenti della storia» alla costante ricerca della verità, per rendere questo mondo meno discriminatorio e più giusto.

 

Ehi, prof!, di Frank Mc Court, Adelphi

Se ancora non lo avete fatto, un libro da leggere. Negli anni Cinquanta, i cieli delle città americane (e anche gli schermi dei relativi cinema) pullulavano di oggetti volanti non identificati. L’oggetto che il primo giorno di scuola attraversa il cielo della classe, sotto gli occhi attoniti del professor Frank McCourt, è invece identificabilissimo – in un panino che l’immancabile mamma italiana ha farcito, a beneficio del suo pupo, con peperoni, cipolla, formaggio fuso e mortadella. Se la prima inquadratura del libro risulta quantomeno inattesa, l’epilogo della sequenza, col professore che raccoglie il panino e lo mangia lentamente davanti alla scolaresca annichilita, è destinato a restare. E a farci vivere il clima delle trentatremila ore di lezione (cifre dell’autore) che McCourt terrà nei tre decenni successivi, in varie scuole – tecniche e non – sparse fra Brooklyn, Manhattan e Staten Island. 

 

Almarina, di Valeria Parrella, Einaudi

Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un’isola nell’isola dove le colpe possono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un’allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in quell’aula, se alzi gli occhi vedi l’orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore. Esiste un’isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull’acqua, ed è lí che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant’anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l’altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze».

 

Il nome che diamo ai colori, di Ivan Sciapeconi, Piemme

Ettore è uno dei ragazzi dell’istituto medico psicopedagogico, “Il Giardino”: una struttura come tante nell’Italia della fine degli anni ’60, a metà tra il manicomio e la scuola speciale. Gli ospiti dell’Istituto sono i bambini e i ragazzi che in quel periodo vengono definiti “subnormali” e “irrecuperabili”, tutti accomunati dalla grande povertà. Il Giardino è soprattutto un luogo di violenza, con celle di punizione, letti di contenimento, botte. Al suo interno ognuno cerca di sopravvivere come può. Ettore lo fa attraverso uno sguardo creativo che lo porta a disegnare nella propria mente una realtà diversa. Così, mentre il mondo segue in televisione i primi passi dell’uomo sulla Luna, il ragazzo assiste all’arrivo di un nuovo sorvegliante in apparenza simile a tutti gli altri, ma che nei fatti non ha nulla in comune con nessuna delle persone che Ettore ha conosciuto fin lì. Il nome che diamo ai colori è la storia vera di un incontro destinato a cambiare molte vite. Un sorvegliante che diventa maestro per dare ai giovani reclusi l’opportunità che non hanno mai chiesto, né pensato di avere.

Scegliere una rosa di titoli è sempre difficile, ne restano fuori sempre troppi. Però, senza dubbio, sono consigli di lettura che sentiamo davvero di condividere, che trattano temi importanti e lo fanno con il giusto linguaggio, a seconda delle età. Ora non ci resta che augurarvi un’estate ricca di stimoli e di letture e darvi l’appuntamento a settembre!

Vi aspettiamo, ciao!