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La pace nel cuore dell’educazione

di  Ivan Sciapeconi, Eva Pigliapoco

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Nel 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale del vivere insieme in pace da celebrare il 16 maggio. Mai come in questo periodo, le tensioni internazionali e i conflitti in corso impongono una particolare attenzione su questo argomento, specie in ambito educativo. Proviamo, nel nostro piccolo, a dare un contributo di riflessione e di idee da spendere in classe. Innanzi tutto, la celebrazione della Giornata internazionale per vivere insieme in pace, ogni anno rende omaggio a una città che incarna questi valori. Nel 2023 è stata Torino, mentre quest’anno sarà Ginevra, in Svizzera, e avrà come slogan: “La pace nel cuore dell’educazione”.

Le iniziative previste, a Ginevra come in molte altre parti del mondo, sono numerose. Tra le altre, è possibile aderire alla Dichiarazione Universale di Vivere Insieme in Pace, sia come singolo cittadino, sia come istituzione. Si tratta di compilare un semplice modulo con il quale si sottoscrivono alcuni impegni:

  • a riconoscere l’uguaglianza di tutti i cittadini e cittadine e l’interdipendenza dei legami che ci uniscono;
  • a costruire dei ponti e a rompere i muri che ci separano;
  • a celebrare la Giornata del Vivere Insieme in Pace, nel rispetto della cultura e delle particolarità locali, prendendo parte a delle iniziative educative e di sensibilizzazione;
  • ad agire all’interno delle istituzioni nazionali per sollecitare la creazione delle condizioni che favoriscano il Vivere Insieme in Pace.

Questa semplice azione può essere l’inizio di un’attività di sensibilizzazione in classe sui temi legati alla pace. Non bisogna dimenticare, infatti, che i conflitti in corso in questo momento sono più di 50. Una fonte di documentazione importante per i docenti, a questo proposito, è sicuramente il rapporto del Parlamento italiano liberamente consultabile su Internet.

Per quanto riguarda le azioni didattiche da proporre in classe, potrebbe essere interessante partire dalle biografie di personalità che si sono distinte per la loro testimonianza sul tema della pace. Alcune di queste sono diventate vere e proprie icone: basti pensare a Nelson Mandela o a Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, meglio nota come Madre Teresa di Calcutta. Partire dalle biografie offre il vantaggio di portare all’attenzione azioni concrete, spesso pensiero divergente e impegno personale: inneschi per un’importante azione educativa.

La giornata del 16 maggio può essere l’occasione per affrontare il tema della pace anche attraverso linguaggi particolarmente pervasivi e coinvolgenti, come la musica. Sono molte, per esempio, le canzoni che potrebbero essere proposte e cantate, in base alle diverse fasce d’età. Vediamone alcune:

  • Il mio nome è Mai Più – Ligabue, Jovanotti, Piero Pelù. Canzone nata come protesta nei confronti della guerra nell’ex Jugoslava che, purtroppo, non ha rappresentato un reale “mai più” della guerra in Europa e nel mondo. Proprio questa disillusione può essere il punto di partenza per una discussione in classe.
  • Il disertore – Ivano Fossati. Traduzione di una canzone di Boris Vian, del 1954, ha un testo particolarmente efficace e poetico. Può essere considerata un classico della produzione culturale antimilitarista. 
  • Give peace a chance – John Lennon. Una canzone nata sull’onda della protesta contro la guerra in Vietnam nel cui titolo è racchiuso tutto il senso del testo: “Date una possibilità alla pace”.
  • La guerra di Piero – Fabrizio De André. Un altro classico della canzone d’autore italiana. È la storia di due soldati, due sconosciuti, che si trovano l’uno contro l’altro senza averne scelto il motivo.
  • Casa mia – Ghali. I bambini e le bambine la cantano, la conoscono bene, ormai, dopo il successo di San Remo, ma non sempre si fermano a ragionare sul senso delle parole. Partire da ciò che ascoltano quotidianamente pu essere un ottimo punto di partenza. 

Una parte fondamentale di qualsiasi percorso di educazione alla pace, tuttavia, resta comunque l’aspetto valoriale, etico. I bambini e le bambine dovrebbe essere sollecitati a riflettere che, al di là delle scelte dei Governi e degli Stati, il vivere insieme in pace si coltiva giorno per giorno e viene nutrito dalle proprie scelte. A questo proposito, proponiamo un semplice percorso di filosofia per bambini.

Si tratta, sostanzialmente, di strutturare una riflessione sulla dimensione etica personale e di condividerla con i propri compagni. Proponiamo alla classe un elenco di parole-valore come, per esempio, felicità, onestà, sport, amicizia, uguaglianza, successo, fratellanza, scuola (…). La lista dovrebbe essere sufficientemente lunga e variegata da consentire una scelta reale. Infatti, i bambini e le bambine dovranno scegliere individualmente le 5 parole che aiutano a vivere bene insieme agli altri. La lista non è chiusa, ma nuovi vocaboli possono essere scelti dagli alunni.

Successivamente, in coppia, avviene una contrattazione per far emergere le due parole – tra le 10 a disposizione – irrinunciabili: quelle che aiutano meglio di altre a vivere bene insieme. Infine, tutte le parole vengono riunite in unico cartellone e discusse. Obiettivo di questa attività, ovviamente, è far passare l’aspetto più complesso in fatto di vivere insieme e attenzione alla pace: la condivisione delle scelte e degli obiettivi.