«Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere» è il titolo della 60ma edizione della Biennale d’Arte di Venezia che aprirà al pubblico il 20 aprile per protrarsi fino al 24 novembre. La scelta del tema di fondo della manifestazione, mutuata dalle installazioni al neon del collettivo Claire Fontaine, si deve al curatore Adriano Pedrosa, direttore del Museo di Arte di San Paolo (MASP), brasiliano d’origine e apertamente queer.
Protagonista, stando alle anticipazioni, è lo straniero (altrimenti estraneo, stranger, étranger) incarnato dall’artista immigrato, espatriato, diasporico (ancora una volta), esiliato e rifugiato, seguendo una traiettoria che nuovamente si sposta tra Sud e Nord del mondo, così come avvenuto per la precedente edizione della Biennale Architettura curata dalla ghanese Lesley Lokko. In una realtà globale permeata da crisi multiformi e fenomeni migratori, in cui anche ad ognuno di noi può capitare di sentirsi intrinsecamente straniero, Pedrosa cerca di risarcire la marginalizzazione dell’outsider, l’autodidatta, il folk, e persino l’indigeno invitando ben 332 artisti.
Parole-chiave e comuni denominatori della 60ma Biennale d’Arte
Se emigrazione e decolonizzazione possono considerarsi le parole-chiave di questa edizione, i comuni denominatori vedono la forte presenza di artisti provenienti dal sud del mondo e di matrice indigena (come il collettivo brasiliano Mahku che realizzerà un murale sulla facciata del Padiglione Centrale ai Giardini e il collettivo Maataho di Aotearoa/Nuova Zelanda alle Corderie), la prevalenza di nomi presenti alla Biennale per la prima volta, la ricorrenza dell’arte tessile (Dana Awartani, Liz Collins, il collettivo cileno Bordadoras de Isla Negra, Frieda Toranzo-Jaeger, Pacita Abad e Yinka Shonibare) ed esponenti della cultura queer (tra gli altri, Erica Rutherford, Isaac Chong Wai, Elyla, Violeta Quispe, Louis Fratino).
I contenuti e le sezioni
Secondo quanto immaginato dal curatore, i contenuti si suddivideranno principalmente in due parti: il Nucleo Contemporaneo, allestito negli spazi delle Corderie, e il Nucleo Storico, al Padiglione Centrale ai Giardini. Nel primo si potranno trovare molti dei comuni denominatori sopra menzionati. Nel secondo troveremo esempi dell’arte del XX secolo di America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia e tre ulteriori sezioni: «Ritratti» (perlopiù sculture e dipinti dal 1905 al 1990), «Astrazioni» e «Diaspora artistica italiana del XX secolo» (con 40 artisti che hanno sviluppato la loro carriera anche in Africa, Asia e America Latina).
Partecipazioni nazionali, Padiglione Italia ed eventi collaterali
Le partecipazioni nazionali sono quest’anno in tutto novanta distribuite, come d’abitudine tra Arsenale, gli storici padiglioni ai Giardini e altre sedi in città (palazzi, fondazioni, istituzioni culturali e non solo). La partecipazione della Santa Sede, ad esempio, troverà collocazione all’interno della casa di reclusione femminile sull’isola della Giudecca.
Il Padiglione Italia (Arsenale, Tese alle Vergini) curato da Luca Cerizza, vede quest’anno, come nel 2022, la partecipazione di un solo artista: Mario Bartolini. Il titolo «Due qui / To Hear» rimanda al tema dell’ascolto (al metaforico tendere l’orecchio verso l’altro) e si traduce in soluzioni scultoree, installative, sonore e performative. Tra le anticipazioni sino ad ora diffuse spicca il dettaglio di due installazioni sonore, tra cui quella del musicista inglese Gavin Bryars e di suo figlio Yuri che musicano il componimento del poeta argentino Roberto Juarroz dal titolo A veces ya no puedo moverme (“Certe volte non riesco più a muovermi”).
Gli eventi collaterali ufficiali (30 in quest’edizione, da non confondersi con le altre numerose mostre in città) sono quelli che possono fregiarsi del leoncino rosso alato, logo della Biennale. Anch’essi sono distribuiti in diverse sedi culturali come l’Abbazia di San Giorgio Maggiore, le Fondazioni Querini Stampalia e Bevilacqua la Masa, le Procuratie Vecchie, l’Accademia di Belle Arti. Ogni progetto, previo il pagamento di una quota di partecipazione alla Biennale, deve avere l’approvazione del Curatore e allinearsi con il tema dell’edizione in corso.
È comunque fuor di dubbio che la forza attrattiva della città lagunare come vetrina internazionale a cui tutto il mondo dell’arte guarda alla ricerca di un proprio spazio di visibilità è tornata ai livelli di pre pandemia. Sono difatti ben oltre il centinaio le proposte espositive distribuite a Venezia nell’arco temporale dell’apertura della Biennale, ossia tra aprile e novembre.
Per approfondire
- Per informazioni più dettagliate su eventi, mostre, orari si può consultare il sito della Biennale di Venezia;
- per una carrellata sugli artisti più significativi che parteciperanno alla prossima Biennale e una breve intervista al presidente uscente dell’istituzione Roberto Cicutto si veda anche l’articolo “Biennale di Venezia: con Adriano Pedrosa 332 artisti queer, indigeni, outsider e folk“.
In copertina: Claire Fontaine (Founded in Paris, France, 2004 Based in Palermo, Italy) Foreigners Everywhere, Spagna (2007). (Photo by Studio Claire Fontaine © Studio Claire Fontaine Courtesy Claire Fontaine and Mennour, Paris)